La campanella torna a suonare nelle scuole italiane. Già da oggi, infatti, gli studenti sono in aula nella Provincia Autonoma di Bolzano, per un calendario dei rientri che si concluderà, in modo scaglionato, con Puglia e Calabria il 16 settembre. E per quanto riguarda la Scuola Secondaria di Secondo Grado, le scelte degli studenti sembrano continuare a non premiare alcuni settori locomotiva, dal punto di vista economico, del made in Italy, e, quindi, istituti tecnici come quello di Agraria, agroalimentare e agroindustria, per cui, secondo le iscrizioni online pubblicate nel sito del Ministero dell’Istruzione, per l’anno scolastico 2025-2026 la quota iscritti copre soltanto l’1,33% (era l’1,39% nel 2024-2025). E se le richieste di forza lavoro dal comparto alberghiero sono pressanti, alla luce del ruolo di primo piano dell’Italia come destinazione turistica, così come da parte del settore dei pubblici esercizi, gli istituti professionali legati ad Enogastronomia e ospitalità alberghiera, da cui sono usciti chef stellati che fanno la fortuna della cucina del Belpaese, raggiungono il 3,94% degli iscritti, dato anche questo in calo se paragonato all’anno scolastico 2024-2025. Infine l’indirizzo professionale Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane raggiunge lo 0,72% delle iscrizioni (era lo 0,76% nel 2024-2025).
Il liceo, nei suoi indirizzi, è il più gettonato con il 55,99% (“trainato” dal Liceo Scientifico, il più scelto con il 13,53%), davanti alla “galassia” di indirizzi che fanno parte del Tecnico (31,32%) e del Professionale (12,69%). La novità del Liceo del Made in Italy continua a non decollare, fermandosi allo 0,09%, una crescita pressoché nulla sull’anno precedente (0,08% degli iscritti).
Le Marche, con il 2,47%, sono la regione con più iscritti all’indirizzo Agraria, agroalimentare e agroindustria, la Campania guida, invece, con il 6,19%, l’indirizzo Enogastronomia e ospitalità alberghiera, con la Basilicata che ha la percentuale più alta nella scelta per il professionale legato ad Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane (2,03%).
La “terra” non sembra, quindi, avere un grande appeal tra le nuove generazioni di italiani, mentre sembra diverso ciò che succede in Francia: il Ministero dell’Agricoltura ha annunciato che sono oltre 200.000 gli alunni, studenti e apprendisti che iniziano il nuovo anno scolastico con corsi di formazione agricola, sottolineando come l’istruzione agricola non ha mai avuto così tanti iscritti, grazie a una forte dinamica di attrattività, come dimostra il +7% di studenti e apprendisti in cinque anni, grazie anche a dei tassi di occupazione che sono in media di 5 punti più alti di quelli dell’istruzione nazionale.
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