Il Covid-19 non ha cambiato soltanto la composizione del carrello della spesa, come dimostra il boom di determinati prodotti, ma anche la scelta dei luoghi fisici dove acquistiamo la merce. A dirlo sono i numeri con il 10% delle famiglie italiane che adesso preferisce comprare direttamente dagli agricoltori. Una novità che però non stupisce più di tanto considerata la crescita di interesse per i prodotti a km 0: ad un anno dalla pandemia è più costante e stretto il rapporto tra agricoltori e cittadini. Un legame rinsaldato, per effetto delle restrizioni, nei mercati contadini e nelle botteghe di prossimità, ma anche online dove l’e-commerce ha dimostrato di funzionare particolarmente bene quando mette al centro il contatto diretto.
Negli ultimi 12 mesi sono aumentate del 5% le aziende agricole entrate nella vendita diretta, terzo canale scelto dagli agricoltori nel 2020, e del 10% le famiglie che la prediligono. A fare il punto sul settore è Cia/Agricoltori Italiani con la propria associazione per la promozione della vendita diretta, la Spesa in Campagna, in occasione del webinar sul ruolo chiave del mercato contadino.
Da Padova a Firenze i mercati della Spesa in Campagna-Cia sono rimasti aperti in sicurezza e questo ha permesso di coinvolgere le aziende (100 in Toscana nelle solo province di Firenze, Prato e Pistoia) e di instaurare un rapporto sempre più di fiducia tra cittadini e agricoltori. A compensare, durante il periodo di blocco, ci ha pensato la consegna a domicilio che, sul portale dedicato Cia - Agricoltori Italiani, in sei mesi dall’attivazione, ha avuto l’adesione di oltre mille aziende agricole. Sul territorio è cresciuto del 10% l’interesse degli agricoltori per un banco di vendita basti pensare che a Firenze per un singolo mercato si calcola un giro d’affari pari a 300.000 euro l’anno. Al Sud è Palermo la città regina del mercato. La Spesa in Campagna/Cia ne conta tre solo in città e per un totale di 75 espositori agricoli. Il canale è in grande espansione e spinge a fare sistema tra i produttori di tutta la regione e, quanto alle vendite, dopo il boom della scorsa primavera, ora la situazione è stabile e con fatturato, in due mesi, sui 50/60.000 euro a mercato. Oggi l’Italia conta in totale 1200 mercati contadini che danno linfa a piccole e medie imprese agricole, rappresentando un punto di riferimento unico per i cittadini. La Spesa in Campagna-Cia ha in tutto il Paese 6.000 aziende impegnate nella vendita diretta, canale che a livello nazionale nel 2020 ha fatturato più di 6,5 miliardi. Trainata da produttori di olio, vino e ortaggi, frutta, latticini e salumi, marmellate e composte, prelibatezze che arrivano anche nelle botteghe e che stanno spopolando online dove nel 2020 si è registrato un +134% dell’acquisto di generi alimentari. Il trend potrebbe raggiungere un +62% entro il 2021, sempre se saprà tutelare, anche sul digitale, la relazione tra cittadini e aziende. Principio che è alla base della piattaforma Cia dalcampoallatavola.it, primo e-commerce con protagonisti gli agricoltori italiani.
“Con le aziende lavoriamo per tutelare la qualità dei nostri mercati contadini - ha dichiarato il presidente della Spesa in Campagna-Cia, Matteo Antonelli - e la fiducia consolidata in questo periodo, porta lontano solo continuando a garantire ai consumatori produzioni proprie, stagionalità delle materie prime e il monitoraggio costante di questi requisiti. Allo stesso tempo i mercati contadini contribuiscono alla sostenibilità delle aziende delle aree rurali d’Italia e alla promozione del territorio, tra i punti chiave della ripresa turistica dei prossimi mesi”. Sull’importanza della vendita diretta si è espressa Claudia Merlino, dg Cia - Agricoltori Italiani, sottolineando come rappresenti “un’occasione importante per il reddito degli imprenditori agricoli. La valorizzazione del Made in Italy, della Dieta Mediterranea e delle tipicità regionali, passano per un costante dialogo tra chi produce e chi porta in tavola”.
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