Mangiare miele per combattere il mal di gola e le infezioni della bocca: un antico rimedio della nonna la cui efficacia adesso è confermata anche dalla scienza. Secondo una recente ricerca, condotta dal professor Roberto Barale dell’Università di Pisa alcune particolari varietà di miele, in particolare quelli di castagno, eucalipto e melata di abete, hanno mostrato di possedere una potente attività antimicrobica e battericida. I risultati completi della sperimentazione saranno annunciatio, in anteprima nazionale, alla Settimana del Miele (Montalcino, 12/14 settembre), uno degli appuntamenti più importanti dell’apicoltura.
La ricerca è nata per verificare se l’abitudine, molto diffusa, di utilizzare il miele in caso di affezioni del cavo orale avesse una effettiva validità scientifica: Roberto Barale, ordinario di genetica all’Università degli Studi di Pisa, ha così avviato a titolo personale, insieme ai microbiologi dell’Università di Pisa, una serie di esperimenti per testare l’efficacia di differenti tipologie di miele nel combattere i batteri patogeni. In particolare si è verificata l’attività battericida nei confronti di diversi batteri tra cui lo Stafilococco aureo, uno dei maggiori agenti patogeni dell’uomo, responsabile di numerose affezioni.
Gli esperimenti in vitro hanno dimostrato che solo alcune particolari varietà di miele riescono ad uccidere il batterio: in particolare quelli più efficaci si sono rivelati i mieli di castagno, di eucalipto e di melata di abete. Analisi preliminari hanno dimostrato una potente attività battericida del miele anche nei confronti di altri importanti microrganismi responsabili di altre patologie dell’uomo.
La ricerca, ancora in corso, punta anche a tracciare una prima mappatura delle tipologie di miele prodotte in Italia in base alle loro proprietà battericide. Inoltre intende verificare se su tali proprietà influiscono anche altri fattori, quali la zona di produzione del miele o i trattamenti ai quali viene sottoposto. L’interesse per le proprietà “farmacologiche” del miele è confermato a livello internazionale anche da altre importanti ricerche che si stanno svolgendo nel mondo: Usa, Pakistan, Sud Africa, Turchia e in Nuova Zelanda: gruppi di studiosi stanno valutando se il miele possiede altre attività utili per l’uomo, quali ad esempio la capacità di contrastare i processi degenerativi legati all’infiammazione ed all’invecchiamento.
La conferma che il miele, oltre ad essere un alimento sano e naturale, può rappresentare anche un prezioso alleato della nostra salute, potrebbe essere un incentivo all’incremento dei suoi consumi, che nel nostro Paese sono ancora ai fanalini di coda rispetto agli altri Paesi: in Italia se ne mangiano solo 400 grammi a testa, il 35% in meno sulla media europea, che si attesta intorno ai 600 grammi procapite. Eppure l’Italia, con notevoli variazioni ambientali e climatiche tra una regione e l’altra, è l’unico Paese al mondo in grado di produrre tantissime qualità di miele, ciascuna con proprietà, gusti, usi e prezzi diversi.
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