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Si accende il “mercato” degli chef de cave: Cyril Brun passa da Charles Heidsieck a Ferrari

Dopo l’arrivo in Franciacorta (Bellavista) di Richard Geoffroy, un altro top player lascia lo Champagne, questa volta per la griffe del Trentodoc

Si accende il “mercato” internazionale degli chef de cave, con le griffe della spumantistica italiana capaci di assicurarsi veri e propri top player, a dimostrazione di quanto il livello qualitativo e competitivo delle produzioni dei due territori di riferimento del metodo classico - Franciacorta e Trentodoc - si sia avvicinato, a grandi passi, a quello dello Champagne. Dopo il “colpo” messo a segno da Bellavista, che, ad aprile 2022, ha ufficializzato l’arrivo in Franciacorta del super consulente Richard Geoffroy, storico ex chef de cave del mito di Champagne, Dom Perignon, fortemente voluto dal patron Vittorio Moretti e dal Ceo Massimo Tuzzi, è la volta di Ferrari, simbolo del Trentodoc, guidata dalla Famiglia Lunelli, che ha scelto Cyril Brun, chef de cave di Charles Heidsieck fino alla fine di aprile, per raccogliere l’eredità, pesantissima, di Ruben Larentis.

I rumors erano già abbondantemente nell’aria a marzo, in Champagne, dove era risaputo che un famoso chef de cave di una grande Maison avrebbe lasciato a breve la Francia, per andare alla direzione tecnica di un’importante realtà italiana. Erano molto più che indiscrezioni, considerato che proprio a fine marzo Cyril Brun avrebbe ceduto le chiavi delle cantine della maison Charles Heidsieck a Elise Losfelt. Scelto come chef de cave di Charles Heidsieck nel febbraio 2015 dopo aver lavorato accanto a Dominique Demarville nel team enologico di Veuve-Clicquot, è stato eletto due volte - nel 2022 e nel 2019 - “Sparkling Winemaker of the year” dall’“International Wine Challenge” di Londra, e in otto anni ha riportato in auge la maison di Reims, soprattutto facendo rivivere l’iconica cuvée Champagne Charlie.

In realtà l’annuncio della partenza di Cyril Brun da Charles Heidsieck era arrivato già l’11 gennaio 2023, e non si avevano notizie del suo successore. Un po’ come nel caso di Ruben Larentis, entrato in qualità di enologo nel 1986 accanto a Mauro Lunelli, accanto al quale ha diretto la produzione per moltissimi anni, che l’1 giugno ha raggiunto il traguardo del pensionamento, dopo aver dato vita, insieme alla sua squadra, a 2/3 di tutta la produzione dell’azienda di Trento, dalle sue origini (nel 1902) a oggi. In Ferrari non si è mai parlato del suo successore, a differenza del passaggio organizzato in anni di affiancamento in Dom Pérignon tra Richard Geoffroy e Vincent Chaperon.

Dopo il passaggio di testimone da parte di Cyril Brun alla maison Charles Heidsieck, si sono susseguiti 2 mesi di gossip, tra cui l’opportunità di andare a guidare la Maison Jacquesson, acquisita proprio a gennaio dal gruppo Kering di François Pinault. Un’eredità professionale non facile da raccogliere, quella lasciata da Ruben Larentis in Ferrari, cinque volte “Producer of the Year” e consacrato nel 2019 con il “Lifetime Achievement Award” dalla giuria dello “Champagne & Sparkling Wine World Championships”.

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