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LE SFIDE DEL CIBO

Sì alla Dieta Mediterranea, no ad etichettature e cibi artificiali. L’appello al vertice Onu a Roma

A lanciarlo è il presidente Coldiretti, Ettore Prandini. Si apre nella Capitale il vertice sull’alimentazione “Food Systems Summit”
CIBO, Coldiretti, FAO, Non Solo Vino
La pasta è uno dei simboli della Dieta Mediterranea (ph: Congerdesign da Pixabay)

No ai cibi ultra-processati ed alle etichettature, sì a quelli naturali e alla Dieta Mediterranea. Il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel suo intervento al vertice Onu sui sistemi alimentari (“Food Systems Summit”) interviene su un tema di scala globale: “è allarmante - spiega Prandini - apprendere che il 50% delle diete dei paesi sviluppati si compone di cibi ultra-processati, che subiscono numerose lavorazioni e che contengono ingredienti (additivi) che non albergherebbero in nessuna delle nostre cucine”.
Ma per il presidente Coldiretti Prandini “è ancora più allarmante assistere ai tentativi di promuovere una dieta globale, che vieta molti cibi naturali e frutto della sapienza contadina, per sostituirli con prodotti artificiali. Di fatto si vuole abrogare il concetto di dieta in nome di classificazioni ed improbabili etichettature che dovrebbero dirci cosa mangiare e cosa no, indipendentemente dalle quantità. Etichettature le cui semplificazioni ingannano i consumatori. Parallelamente prende corpo l’idea che il cibo del futuro, quello che salverà il mondo, possa venire dai laboratori
, spezzando il legame millenario tra cibo, terra e natura. Si tratta di promesse disgiunte dalla realtà e prive di solide analisi scientifiche di partenza. Per primi in Italia ci siamo opposti invocando un principio di precauzione per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Importanti professori medici hanno chiesto tempo per studiare la sicurezza dei cibi artificiali e eminenti università statunitensi hanno stimato che questi prodotti potrebbero essere fino a 25 volte più inquinanti delle tecniche tradizionali”.
Il “numero uno” Coldiretti non nasconde la propria preoccupazione: “temiamo che dietro la superficie delle promesse, si scopra semplicemente la lucida volontà di alcuni uomini e gruppi di interesse tra più ricchi e potenti del mondo, di monopolizzare la produzione e la vendita di cibo, brevettando intere filiere in un bioreattore. Pensare che la disponibilità di cibo sia nelle mani di chi può accendere e spegnere un bioreattore è inaccettabile. Non si tratta di una questione economica, ma democratica. Ha a che vedere con il diritto all’accesso al cibo e per noi questo è un diritto inalienabile dell’uomo e come tale va difeso e garantito”. Prandini difende “l’accesso a cibo sano e sicuro, di qualità” e quindi la Dieta mediterranea, una battaglia da affrontare anche a favore della biodiversità e per la sovranità alimentare.
A proposito di cibo sano, contadini e contadine da tutto il mondo sono in arrivo in Italia per far conoscere i loro prodotti tipici da salvare per combattere la fame al Mercato “internazionale”, promossa da Coldiretti e Campagna Amica, aperta per il Food Summit Onu (a Roma, Circo Massimo) gli agricoltori della World Farmers Markets Coalition saranno i protagonisti con le loro specialità locali a rischio di estinzione. Un approfondimento dedicato alla conoscenza di cibi sani e locali di tutto il pianeta e alla necessità di tutelare il reddito di agricoltori, allevatori e pescatori a livello globale. Un obiettivo importante per garantire gli approvvigionamenti alimentari in un momento di grandi tensioni internazionali determinate da guerra e cambiamenti climatici. Previsti interventi istituzionali della vicesegretaria generale Onu, Amina J. Mohammed; del direttore generale Fao Qu Dongyu; del presidente World Farmers Markets Coalition Richard McCarthy; del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani; del Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida; del presidente Coldiretti Ettore Prandini e del segretario generale Coldiretti Vincenzo Gesmundo.
L’appuntamento è anche a sostegno della candidatura di Roma ad Expo 2030 e della candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco.

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