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VINO E IMPRESA

Signorvino inaugura lo store n. 22 a Roma, in Piazza Barberini. “Il futuro è nel fuoricasa”

Le riflessioni di Federico Veronesi e Luca Pizzighella, alla guida della enocatena: “il digitale è importante, ma il vino è esperienza in presenza”

Dopo la pandemia dalla cui lentamente anche l’Italia sta provando ad uscire, e nonostante il boom dell’e-commerce, che resterà un canale più importante che in passato, il futuro del consumo di vino sarà dove è sempre stato. Cioè fuori casa, in locali e ristoranti, nei luoghi di convivio, dove il vino è elemento di un’esperienza piena di socialità. È il messaggio di Signorvino https://www.signorvino.com/it/, che, pur avendo lanciato il suo canale e-commerce, ma sempre come completamento dell’esperienza “fisica”, ha continuato ad aprire store anche in pandemia (cinque locali, da luglio 2020, e ormai presente in tutte le città più importanti, da Verona a Milano, da Firenze a Bergamo, da Parma a Torino, e non solo), e che proprio oggi ha inaugurato, in video conferenza, il n. 22, a Roma, nella centralissima Piazza Barberini, sperando nella prossima ripartenza della ristorazione, prevista, pandemia permettendo, dal 26 aprile. Inaugurazione che cade, però, proprio il 21 aprile, giorno del “compleanno” della Capitale: “un regalo per la città, ma soprattutto per noi, perchè vuole essere un segnale di fiducia nel vino e nel futuro”, hanno spiegato Federico Veronesi, general manager Signorvino e nella proprietà del Gruppo Calzedonia, e Luca Pizzighella, brand manager Signorvino, che hanno già in calendario nuove aperture in Italia, a Milano e Torino, e poi all’estero, “magari tra fine 2021 ed inizio 2022”, quando il quadro pandemico internazionale sarà davvero migliore, e magari a partire dall’Europa del Nord o dall’Est Europa.

Uno sbarco, quello nel centro di Roma (dopo lo store in Viale Maximo), voluto fortemente: “è un mercato a cui teniamo tanto e che l’azienda madre (il Gruppo Calzedonia di Sandro Veronesi, ndr) conosce bene con tutti gli altri marchi”, sottolinea Pizzighella. Che aggiunge: “la scelta della location non è stata facile. Vogliamo portare il vino tra le persone, dove le persone stanno e vivono. Ci sarà uno spazio esterno importante, che oggi è fondamentale ma che strategico sempre. E come altrove ci sarà una grande selezione non solo dei vini del territorio, ma di tutta Italia, perchè noi vogliamo valorizzare il vino italiano. Anche per questo abbiamo in referenza solo etichette made in Italy, con alcune selezioni in esclusiva solo per noi, ed uno dei nostri punti di forza è che il prezzo della bottiglia in mescita è uguale a quello dello scaffale, perchè il nostro obiettivo è far apprezzare e conoscere il vino a più persone possibile, rendendo semplicemente accessibile un mondo che è complesso”.

Un legame forte, quello che in Lazio, non solo per Signorvino che ha aperto a Roma, ma anche per la famiglia Veronesi, che è diventata produttrice di vino con un un’azienda a Lanuvio, Tenimenti del Leone, con 30 ettari vitati, “perchè siamo convinti che i vini del Lazio, anche grazie all’appeal della Doc Roma, possano essere valorizzati e raccontati molti di più di quanto lo siano oggi”, ha spiegato, a WineNews, Federico Veronesi.

Ma, tornando a Signorvino, se la pandemia, come ovvio, ha pesato sui conti, che, nel 2019, raccontavano di un giro d’affari di 30 milioni euro (e segnato il -40% nel 2020), con le nuove aperture, quando tutto tornerà a regime, punta almeno a 50 milioni di euro, hanno spiegato Pizzighella e Veronesi. “Fondamentale la formazione dei nostri collaboratori, ma anche il monitoraggio dei trend. E, se da un lato, vediamo che i consumatori evoluti cercano vini più complessi, ma seguono anche il trend di quelli sostenibili e dei rosè, tanti consumatori, soprattutto tra i giovani, cercano vini più semplici, che diano piacere immediato anche a chi di vino non ne sa molto. E questa - sottolinea Federico Veronesi - è la strada che da sempre ha intrapreso Signorvino, quella di rendere il vino più democratico. La gente vuole semplicità, rassicurazione, anche da un prodotto verso cui c’è una sorta di timore, di reverenza”. In ogni caso, emergono de trend chiari tra gli acquisti in negozio e quelli on line, per Signorvino: “in store vediamo che vanno molto di più i prodotti dei territori in cui ci troviamo - sottolinea Pizzighella - anche grazie alla spiegazione dei nostri collaboratori ai clienti, ed alle selezioni che abbiamo in esclusiva. Sull’on line, invece, sono preferite le denominazioni e le marche più conosciute”.

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