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IL RICONOSCIMENTO

Sostenibilità, Tasca d’Almerita, cantina modello e pioniera in materia, è società B-Corp

La griffe siciliana fa crescere la rappresentanza italiana, che conta già Feudi di San Gregorio, Avignonesi, Cielo & Terra, Perlage Winery e Zanolari

Cantina pioniera della sostenibilità in Italia ed in Sicilia, motore del progetto SosStain, tra i modelli di sostenibilità più longevi in assoluto nel mondo del vino, e premiata anche con il “Green Emblem”, il riconoscimento per l’impegno sul tema del sostenibile assegnato dalla prestigiosa rivista “The Wine Advocate”, ora Tasca d’Almerita, una delle cantine che sotto la guida di Lucio Tasca prima, e di Alberto Tasca poi, ha segnato il rinascimento del vino siciliano, ora è anche cantina certificata B-Corp, modello modello tra i più restrittivi al mondo, che prende in considerazione il rapporto delle aziende con l’ambiente, ovviamente, ma anche con la società, i dipendenti, i fornitori ed il territorio in genere. Con la griffe siciliana che arricchisce la pattuglia di cantine italiane che conta Cielo & Terra e Perlage Winery in Veneto, Feudi di San Gregorio in Campania, Casa Vinicola Marcel Zanolari in Valtellina, e Avignonesi, dalla Toscana. Con il Belpaese che è sempre più presente in una rete di cantine “B-Copr” nel mondo, che conta realtà come Concha y Toro e Symington Family Estates, ma anche le maison Piper-Heidsieck, Charles Heidsieck e Rare Champagne, tutte di proprietà del Gruppo familiare Epi della famiglia Descours (che possiede in Italia anche Biondi-Santi, realtà che è la storia del Brunello di Montalcino, e Isole e Olena, icona del Chianti Classico acquisita di recente, ndr), per fare alcuni esempi.
Quello raggiunto da Tasca d’Almerita, commenta la cantina guidata da Alberto Tasca e della sua squadra, è “un traguardo che riconosce il grande impegno per lo sviluppo di una viticoltura sostenibile, che si prende cura del pianeta e della comunità. Il raggiungimento della certificazione, richiede infatti un processo di misurazione del profilo di sostenibilità di un’azienda da parte di B-Lab, al termine del quale, se rispettati gli standard dell’ente, si può diventare B-Corp. Il primo passo è quello di misurarsi con il B-Impact Assessment (Bia), che fornisce un quadro circa la performance dell’azienda prendendo in considerazione, oltre al business model, cinque macro aree: governance, comunità, persone, ambiente e clienti. Con questo riconoscimento, Tasca d’Almerita, già Società Benefit, entra ufficialmente a far parte di un movimento globale di aziende impegnate in favore di un’economia inclusiva, equa e rigenerativa”.
“Sono molto orgoglioso del risultato ottenuto, che arriva come coronamento di un progetto per uno sviluppo rispettoso dei territori, che da anni portiamo avanti in Sicilia. Il percorso che ci ha condotto a questa certificazione è stato complesso e faticoso perché gli standard sono, giustamente, molto alti e rigorosi. È stato importantissimo per noi conoscere nuovi metodi di lavoro, finalizzati a fare impresa tenendo sempre come obiettivo il Bene Comune, e provare a implementarli - dice Alberto Tasca, ottava generazione della famiglia alla guida di Tasca d’Almerita - grazie a questo percorso abbiamo ancora più chiare le aree da migliorare e su cui ci concentreremo nel prossimo futuro”. Tasca d’Almerita segna così un nuovo importante passo nel proprio percorso di continuo miglioramento. La storia di Tasca d’Almerita, iniziata nel 1830 con l’acquisto di 1.200 ettari di terreno nella contrada Regaleali (Palermo) da parte dei fratelli Lucio e Carmelo Mastrogiovanni Tasca d’Almerita e scritta da otto generazioni dalla stessa famiglia, è infatti sempre stata fortemente caratterizzata da un profondo rispetto verso l’ambiente, la terra, le tradizioni e le comunità dei cinque diversi territori della Sicilia in cui l’azienda lavora.
“Tra gli elementi chiave che hanno contribuito alla certificazione B-Corp, ricorda ancora la cantina siciliana, c’è senza dubbio SOStain - il protocollo di sostenibilità per la viticoltura siciliana, certificato da un ente terzo indipendente, a cui Tasca ha aderito sin dal 2010. Basato su dieci requisiti minimi di sostenibilità, misurabili e comparabili, il programma ha un principio alla base: l’influenza delle attività agricole va oltre i campi che si coltivano, perché riguarda anche il benessere dei lavoratori, la salute dei consumatori, la valorizzazione del territorio circostante e la conservazione delle risorse naturali. A custodire il Disciplinare è la Fondazione SOStain Sicilia, che oggi comprende 37 cantine siciliane, tutte impegnate nella crescita sostenibile della Sicilia”. Negli anni, inoltre, la filosofia e l’impegno nella protezione dell’ambiente sono valsi all’azienda l’attribuzione di alcuni riconoscimenti internazionali, come il “Green Emblem Award” di Robert Parker nel 2021, conferito a sole 3 cantine in Italia e 24 nel mondo, e il premio nella categoria “Cantina europea dell’anno” nell’ambito dei “Wine Star Awards”, assegnato nel 2019 dalla testata americana Wine Enthusiast “in virtù dell’impegno assunto per la viticoltura sostenibile in Sicilia”. Nel 2023, infine, con una modifica del proprio Statuto, Tasca d’Almerita è diventata Società Benefit, impegnandosi anche giuridicamente ad affiancare agli obiettivi di profitto le finalità di beneficio comune.
Tutte le azioni concrete intraprese in termini di responsabilità ambientale e sociale sono racchiuse nel Report di Sostenibilità (edizione sull’anno 2022 scaricabile su www.tascadalmerita.it). In termini di protezione della biodiversità, Tasca d’Almerita dedica alla viticoltura il 71% della superficie totale delle Tenute, mentre il 29% è dedicata a pascoli, seminativi, oliveti, boschi, laghi, torrenti e aree non coltivate. Nel 2022 si è registrato un aumento del + 7,55% di aree naturali rispetto al 2020. Ancora, spiega la cantina, Tasca d’Almerita dal 2016 calcola su scala aziendale gli indici del programma Viva: Carbon Footprint, Water Footprint, Vigneto e Territorio. Ha soddisfatto tutti i requisiti previsti dal programma, facendo segnare inoltre 6,1 milioni di litri di acqua risparmiati rispetto ai numeri del 2017. In tutte le Tenute, i consumi di energia elettrica per litro di vino lavorato si sono mantenuti più bassi rispetto al limite definito dal Disciplinare SOStain. Sul 2017 sono stati risparmiati 609.170 kWh di energia elettrica, grazie all’uso del fotovoltaico. Per contribuire a ridurre le emissioni, il +32% delle bottiglie in più rispetto al 2020 è stato alleggerito ben al di sotto del benchmark di SOStain. Si confermano, inoltre, il non utilizzo di diserbo chimico, l’impiego di materiali riciclabili ed ecocompatibili in vigneto, l’assenza totale di residui nei vivi, con un contenuto di solfiti inferiore ai limiti previsti dal biologico. Infine, le uve sono coltivate localmente, così come il 50% dei fornitori di materie prime per la produzione del vino è localizzato in Sicilia, così da favorire la comunità locale e ridurre le emissioni causate dai trasporti. Azioni concrete per una cantina, Tasca d’Almerità che è pioniera e modello sul fronte della sostenibilità.

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