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VINITALY

“Speriamo di fare OperaWine 2020 a novembre, insieme ad un Wine2Wine Forum di altissimo livello”

A dirlo il dg VeronaFiere Giovanni Mantovani: “sarebbe un un bellissimo segnale di ripartenza per il vino italiano”
OPERA WINE, VERONAFIERE, VINITALY, vino, WINE2WINE, Italia
Giovanni Mantovani, dg VeronaFiere

Verona e Vinitaly sempre più al centro dello scacchiere internazionale del vino, dal punto di vista economico e fieristico, ma anche da quello dell’analisi e della riflessioni sui mercati che, dalla pandemia, usciranno ovviamente cambiati. A partire già da novembre, “con un Wine2Wine Forum che sarà di altissimo livello internazionale. E speriamo, in contemporanea, a fine novembre, di riuscire a dare vita a Opera Wine 2020 (la grande degustazione, firmata da “Wine Spectator”, con le migliori 100 cantine italiane, saltata a causa del Coronavirus, come Vinitaly, rinviato al 2021, ndr). Sarebbe un bellissimo segnale di ripartenza per il vino italiano”. A dirlo il dg di VeronaFiere Giovanni Mantovani, nel webinar “Come cambia e cambierà il sistema vino italiano dopo il 2020”, promosso da WineJob, dove si è parlato di mercati e futuro. Da quello italiano, in cui, secondo la ricerca già presentata dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma WineMonitor, la gran parte dei consumatori (80%), “si dichiara vogliosa di tornare alla normalità, al consumo di vino di prima della quarantena, anche nel fuori casa, se le condizioni economiche lo consentiranno, e con una certa prudenza comunque, perchè i consumatori indicano tra le priorità anche il fatto che dovranno esserci le condizione di sicurezza”, ha detto Denis Pantini. A quello degli Stati Uniti, il più importante del mondo per il vino, e il primo Paese straniero partner dell’Italia, in queste ore in piena e drammatica emergenza, ma con la voglia di tornare quanto prima alla normalità. Ma difficilissimo da decifrare, anche perchè l’emergenza Covid ha fatto dimenticare la questione dazi (da cui il vino italiano è rimasto salvo) che, invece, ha impattato moltissimo, come raccontano i dati dei due primi mesi dell’anno, “che sono evidentemente drogati dalla corsa a fare scorte, almeno per l’Italia. Nei primi due mesi, infatti, c’era stata una crescita delle importazioni del 29% sul 2019, con il +40% per l’Italia, ed il +45%. La Nuova Zelanda, che è il terzo esportatore in Usa, non coinvolta dalla minaccia dazi, ha fatto solo il +6%”. Ma un grande banco di prova, a fine anno, sarà l’Asia, e la Cina in particolare, “dove dobbiamo interrogarci sul perchè l’Australia, che in tutti i mercati del mondo è posizionata peggio dell’Italia, in due anni è riuscita a superare addirittura la Francia”, ha sottolineato Ettore Nicoletto, ceo di Bertani Domains, in veste di moderatore.
“In Asia più che mai dobbiamo fare sistema davvero - ha detto Mantovani - in questi giorni il sistema Vinitaly ha già lanciato una campagna digital su Weibo, “Share the wine”, sul vino italiano. A metà maggio lanceremo una mini chat che girerà su WeChat per lanciare il road show di Vinitaly in Cina, per gli eventi di Hong Kong, Chengdu, che sono confermati, e poi di “Wine 2 Asia”, in calendario novembre, a Shenzhen, che sarà importantissimo perchè sarà il primo grande evento fieristico internazionale dedicato al vino organizzato da una realtà italiana, su cui c’è tanto interesse e tanta richiesta, e che sarà importante per fare crescere l’autorevolezza e la considerazione del vino italiano in un contesto davvero internazionale”, ha sottolineato Mantovani. “E se accompagneremo tutto con tutti i nostri strumenti digitali, come la Vinitaly directory, su cui stiamo investendo tanto, e che, come ci raccontano questi tempi di difficoltà, saranno sempre più preziosi, emerge dall’interesse per gli eventi in Asia una grande voglia di incontri “reali”, faccia a faccia, quelli delle fiere “fisiche”, che sono tutt’altro che superate, come invece a volte ci siamo sentiti dire in questi anni”.

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