Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Traduzione: se i turisti statunitensi non vanno in Italia (almeno per ora), è l’Italia ad andare negli Stati Uniti. Per provare quantomeno a mettere una toppa alle perdite enormi che il comparto del turismo, e tutte le produzioni ad esso legate, sta pagando: secondo il “World Travel & Tourism Council”, il conto, salatissimo, ammonta a 144 miliardi di euro. Ed ha colpito anche il comparto degli spirits, pronto a risollevarsi con un programma di promozione ad hoc, ribattezzato “Spirits Promotion Project”, firmato da Ice - Italian Trade Agency insieme ai maggiori produttori di superalcolici del Belpaese, come Aperol e Fernet-Branca, e tante realtà locali che hanno però nicchie importanti di mercato, da Pallini Peachcello all’Anisetta Meletti, dall’Amaro Varnelli all’Amaro Dell’Etna. Il target è quello dei bartender e dei mixologist Usa, cui è dedicato un fitto programma di seminari virtuali, su come usare al meglio, nei cocktail e non solo, amari, vermouth, grappa, limoncello e tante altre eccellenze degli spirits made in Italy. C’è anche un libro di ricette, oltre ad una guida pensata per i consumatori, tutta dedicata al mondo degli alcolici italiani.
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