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SPUMANTI-MANIA NEL MONDO. TRA TRADIZIONE E ATTENZIONE ALLE SPESE, CRESCONO I CONSUMI PER LE FESTIVITA’. SI SENTE ARIA E VOGLIA DI SUPERARE LE PAURE DI CRISI ... ECCO I NUMERI DEL FORUM DEGLI SPUMANTI D’ITALIA

La “spumanti-mania” dilaga all’estero: 140 milioni bottiglie nazionali su 190 milioni (+10% sul 2008) spedite nel 2009 sono stappate a fine anno. Fatturato export al consumo pari a 1,9 miliardi di euro: ancora incremento in volumi e in valore sul 2008. In Italia primi botti per Sant’Ambrogio e Santa Lucia. Stima a 90 milioni di bottiglie stappate nei 25 giorni di festa. Tiene il mercato nazionale, un leggero calo dei prezzi al consumo del 5%. Saranno spesi 720 milioni di euro, di cui il 44% nella grande distribuzione. Crescono ancora i consumi domestici. I volumi della produzione nazionale in crescita nel 2009. Spiega tutto Giampietro Comolli, economista delle bollicine e esperto che, da 20 anni, fa il monitoraggio dei mercati, oggi a capo del Forum degli Spumanti d’Italia.
Comolli aggiunge che “nel mondo oltre 2,6 miliardi di bottiglie sono consumate all’anno. L’Italia chiuderà il 2009 con 345 milioni di bottiglie raggiungendo il terzo posto. Le bollicine piacciono perchè è un bere moderno, abbinabile con ogni cultura alimentare, minor gradazione alcolica. Le etichette “parlanti” favoriscono i consumi. Cresce la cultura dei vini effervescenti a tutto pasto”.
Ad una bottiglia di spumante non si può rinunciare anche per le festività 2009, così in Italia e ancor più nel mondo. Segnali generali sui consumi e dati di consumo provenienti da altri paesi avevano fatto temere il peggio, invece all’emozione di una buona bottiglia non si rinuncia. Niente spese folli, ma al primo posto delle spese per Natale c’è la tavola. Spesa globale inferiore dell’8% per la riduzione di prezzi, con volumi stabili.
Nel mondo le bottiglie spedite in 80 Paesi - tra settembre e novembre - presumono consumi di 140 milioni di bottiglie: mai così alto il volume negli ultimi 15 anni. Vuol dire che 3 bottiglie su 5 spedite all’estero, sono consumate in 25 giorni, da Santa Lucia all’Epifania. Sicuramente in forte controtendenza i consumi delle bollicine italiane rispetto ai concorrenti Champagne e Cava, che registrano cali evidenti anche con prezzi crollati del 30% all’estero. “Nessun paragone - dice Giampietro Comolli - con le bollicine nazionali: sono realtà Paese diverse. L’Italia è il terzo produttore al mondo con 360 milioni di bottiglie di vini spumanti. Germania e Francia si contendono il primo posto con 430-450 milioni. Nel mondo si consumano 2,6 miliardi di bottiglie l’anno e l’Italia con 190 milioni di bottiglie è il secondo esportatore al mondo dopo la Francia”. Buoni risultati si hanno dai mercati emergenti Brasile e Australia in testa; ottime performance anche in Estremo Oriente. Ma i migliori risultati si riscontrano negli Stati Uniti(+40%) con un aumento di valore del + 16% rispetto allo stesso periodo del 2008 e in Inghilterra dove, però, ad un incremento dei consumi del 27% corrisponde una paritetica riduzione in valore, dopo 5 anni di crescita dei prezzo del 50-60%.
In Italia, per le festività non si rinuncia allo spumante, si prevede un consumo di 90 milioni di bottiglie di produzione nazionale, in calo del 2% sul 2008 con un fatturato di 720 milioni; in crescita (+8%) le vendite in Gdo. Sul mercato nazionale dimezzate le bottiglie di Champagne. Piace sempre di più il regalo di una bottiglia di bollicine: meno cesti (-10%), ma più mono-confezione rigorosamente made in Italy (+ 5%) In calo invece i consumi nei ristoranti (-16%) anche se spopola l’aperitivo al tavolo. Importante la crescita delle mescite (+12%) al bar e ovunque con i principali consumatori, i giovani fra i 18 e i 35 anni. Al posto dei cocktails incrementa il consumo di bollicine. Fra i meno giovani, sopra i 45 anni, cresce la voglia e passione per i vini spumanti: il 70% dei consumatori abituali dichiara che nel 2009 hanno aumentato i consumi di bollicine soprattutto a tavola e soprattutto lontano da feste e ricorrenze. E’ in crescita la destagionalizzazione e l’abbinamento libero a tavola. Il brut e il dry coprono oltre il 70% dei consumi.
Il mercato mondiale - sostiene Comolli - riconosce una qualità e un valore più alto del passato per i vini spumanti perché il marchio made in Italy a tavola funziona, si sostituiscono altri vini anche con più storia perché la leva del prezzo è fondamentale, oltre che la diffusione, la reperibilità nei punti vendita, etichette chiare e una tipologia di prodotto più in linea con i gusti internazionali e con i bisogni di cucine mondiali diverse e di più semplice composizione. Più la destagionalizzazione cresce, più aumentano i consumi: questa è la strada”.
Le fonti dell’indagine del Forum degli Spumanti d’Italia è Telemarket, che l’ha svolta dal 20 settembre al 10 dicembre in 80 punti vendita; 60 centri grande distribuzione; 2 sondaggi verso bubble’s-lovers, 30 ristoranti; 25 winebar e alberghi; 20 esportatori; 26 importatori.
Info: www.forumspumantidiitalia.it

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