Il grande caldo è arrivato in Italia e in tante città si susseguono i bollini rossi. Un problema, considerate le alte temperature, anche occupazionale, e, quindi, dai cantieri alle campagne, e non solo. Non a caso, sta salendo il numero di regioni che vietano il lavoro all’aperto dalle ore 12:30 alle 16, così come i consigli e le indicazioni per cercare di ripararsi dal clima torrido. “Con circa mezzo milione di lavoratori impegnati nelle campagne di raccolta estive lungo la Penisola è importante adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare rischi della salute legati al caldo torrido, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione alla possibilità di organizzare il lavoro iniziando la mattina presto o sfruttando le ore notturne per lo svolgimento delle attività”. Questa l’indicazione della Coldiretti alle aziende associate con le temperature record che non risparmiano le campagne e i conseguenti pericoli per la sicurezza degli addetti in un momento chiave per le produzioni made in Italy. Tra luglio e settembre, ha ricordato la Coldiretti, arriva a maturazione la maggioranza della frutta e della verdura, oltre ai cereali, e le attività di raccolta non possono dunque essere fermate, pena la perdita delle produzioni e il blocco degli approvvigionamenti sugli scaffali dei supermercati.
Il caldo record sta già causando, peraltro, i primi danni alle produzioni, con i meloni bruciati dal sole in Toscana. In un momento delicato è importante, quindi, precisa ancora Coldiretti, adottare delle strategie ad-hoc che preservino tanto la salute dei lavoratori che la qualità del prodotto in campo che rischia di andare irrimediabilmente perduto, mettendo a disposizione dei lavoratori acqua a sufficienza, utilizzando dispositivi di protezione (cappellini e indumenti adatti), stoppando la raccolta nelle ore più calde e lavorando in quelle notturne. Una scelta condivisa anche da diverse regioni italiane e per questo Coldiretti partecipa in maniera attiva alla sottoscrizione di un apposito protocollo con tutte le parti sociali, al Ministero del Lavoro, nonché agli accordi che con i sindacati agricoli si stanno sottoscrivendo a livello territoriale.
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