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SCIENZA

Tea & vitigni resistenti, “avanti tutta” da parte del Crea. Con il mondo del vino interessato

Il presidente Andrea Rocchi: “ne dobbiamo anche valutare la sostenibilità economica e le ricadute”
CREA, RICERCA, TEA, VINITALY, Italia
Su vitigni resistenti e Tea si concentra la ricerca in viticoltura

Il futuro della viticoltura passa anche da come, oltre ai cambiamenti di mercato, saprà rispondere agli effetti climatici impattanti e alle malattie che possono colpire le piante. La scienza potrebbe dare una mano al settore, se ne parla da tempo, e non sono mancati i progressi in questa direzione. Temi strategici per la viticoltura del futuro, i vitigni resistenti e le Tea (Tecnologie di evoluzione assistita), sono due filoni di ricerca ampiamente percorsi dal Crea, con i primi successi alle porte. Entrambi, infatti, consentono di aumentare ed arricchire la biodiversità: il primo creando nuove varietà resistenti alle principali malattie fungine, il secondo generando nuovi cloni di varietà già note ed importanti nel panorama viticolo italiano. “Tea & vitigni resistenti: a che punto siamo?” è il titolo del talk organizzato dal Crea a Vinitaly 2025, di scena oggi a Verona, che ha visto coinvolti esponenti della ricerca, delle istituzioni e del mondo produttivo.
“Abbiamo ottenuto le prime piante che sono pronte in vitro per essere portate in campo non appena ci saranno le autorizzazioni. Noi abbiamo piante resistenti un po’ a tutte le malattie diffuse e portainnesti resistenti allo stress idrico”, ha detto a WineNews Riccardo Velasco, direttore Crea Viticoltura ed Enologia, aggiungendo poi che, da parte delle aziende, su questo tema “c’è moltissimo interesse perché consentirebbero di mantenere le stesse varietà e anche il vino si può vinificare nel modo noto a differenza delle varietà resistenti ottenute per incrocio”. Giangiacomo Bonaldi Gallarati Scotti, presidente Federdoc, ha evidenziato le attese del mondo produttivo verso questa innovazione. I vitigni resistenti, spiega il Crea, sono varietà ottenute tramite incrocio naturale da un genitore nobile ed un genitore donatore di polline resistente (detti anche Piwi), con un pedigree importante, la cui qualità è vicina a quella dei più rinomati vitigni autoctoni. Complementare ai Piwi sono le Tea, che consentono di ottenere nuovi cloni migliorati di varietà già esistenti, autoctone oltre che internazionali, meno suscettibili alle malattie e agli stress biotici e abiotici.
“Avanti tutta con Tea e vitigni resistenti - ha spiegato il presidente del Crea, Andrea Rocchi - ma come Crea oltre a fare ricerca ne dobbiamo anche valutare la sostenibilità economica e le ricadute, per assicurare all’agricoltura italiana ciò di cui ha davvero bisogno”.

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