Arrivano novità significative per Terre Civico, uno dei “giganti” del vino italiano, nato come consorzio consolidato negli Anni Sessanta del Novecento da una “forza” di 5.000 famiglie di viticoltori, 7.000 ettari di vigneto, spaziando tra varietà autoctone come l’Albana e il Sangiovese, e internazionali, dal Riesling al Merlot, da Rimini a Casola Valsenio, passando per i territori di Cesena, Forlì e Faenza, ai terreni sabbiosi del Parco del Delta del Po. Diventato uno dei principali player enoici del Belpaese, oltre che un punto di riferimento a livello organizzativo e produttivo, Terre Cevico è pronto ad affrontare le sfide del futuro con una nuova guida, con il cda che ha nominato Franco Donati (che aveva già ricoperto la carica di vicepresidente, ndr) alla presidenza. Inoltre, il gruppo cooperativo romagnolo dall’1 gennaio 2024 ha ufficialmente formalizzato il cambio di assetto statutario e organizzativo trasformandosi da Consorzio a Cooperativa di primo grado attraverso l’incorporazione di Le Romagnole, Romagnole Due, Winex, Due Tigli, Enoica e Rocche Malatestiane (come avevamo raccontato su WineNews). Un progetto frutto di oltre due anni di lavoro che punta a coniugare l’identità del grande sistema impresa con la scelta strategica di acquisire internamente l’intera filiera del vino, dalla vigna alla bottiglia, riportando al centro il ruolo del socio viticoltore. Un cambiamento ritenuto “storico” che verte sui cardini dei principi cooperativi e “sul tema di una sostenibilità autentica e che va interpretata non solo come obiettivo doveroso, ma come una grande opportunità”.
Terre Cevico (che ha confermato la direzione generale a Paolo Galassi, ndr) parla di “anni di crescita importanti”, evidenziati dal bilancio di sostenibilità: si posiziona, per l’annata 2022-2023, con un fatturato aggregato di 217,2 milioni di euro (aziende del gruppo e cooperative di base), con una crescita del +14,5% sull’esercizio precedente (che si era chiuso con 189,6 milioni di euro). In crescita anche il fatturato consolidato di Cevico, che ha toccato quota 196,7 milioni di euro, per un incremento del +17,1 sull’esercizio precedente (167,9 milioni di euro). A crescere è stato soprattutto l’export, salito a quota 86 milioni di euro, registrando un +18% sull’anno precedente (72,9 milioni). Negli ultimi sei anni si parla di raddoppio dell’export, con cifre che vanno dai 42,9 dell’esercizio 2017-2018 agli attuali (+100%). L’export ha, per l’esercizio concluso il 31 luglio 2023, un’incidenza del 43% sui ricavi del gruppo e posiziona Cevico al terzo posto tra le aziende italiane più performanti in termini di incremento del fatturato. Un presidio commerciale su 69 nazioni con leadership in alcune aree come Cina e Giappone: i primi tre mercati esteri di vino imbottigliato vedono, al primo posto, proprio il Giappone (5 milioni di euro), seguito da Cina (2,23 milioni) e Russia (2,2 milioni). In merito al canale Italia, è cresciuto in valore il mercato nella grande distribuzione con 48,8 milioni di euro (+2,9%) e nel canale Horeca che vale 12 milioni di euro (+25%). Riguardo sempre ai dati dell’ultimo esercizio, l’utile netto è stato di 438,5 migliaia di euro, il patrimonio netto aggregato tocca quota 86,9 milioni di euro, mentre il plusvalore per i soci, ovvero il valore originato dalla differenza tra le liquidazioni dei prodotti conferiti e il prezzo di mercato, ammonta a 6,3 milioni di euro per l’esercizio 2022-2023.
“Per Le Romagnole - ha spiegato il neopresidente Terre Cevico, Franco Donati, classe 1963, già presidente della Cooperativa Le Romagnole, dal 2020, con i suoi 1.037 soci, distribuiti nel territorio ravennate, e vicepresidente di Terre Cevico dal 2020, viticoltore di professione con una tradizione familiare di lunga data a Bagnacavallo - è un passo importante e storico che vede nell’integrazione della cooperativa con il proprio consorzio il rilancio del ruolo dei soci direttamente verso quegli aspetti che determinano il successo sul mercato, e con il socio viticoltore davvero protagonista del cambiamento e di cui ne vuole essere parte attiva. In scenari mondiali in continua e repentina trasformazione è importante governare il cambiamento e possibilmente non subirlo: assumo la presidenza di una impresa cooperativa leader in Italia e nel mondo e credo che il nuovo cda dovrà affrontare, fin da subito, un intenso lavoro molto improntato alla tutela del reddito dei soci ed alla valorizzazione dei nostri due principali vitigni come Trebbiano e Sangiovese”. Donati succede alla guida di Terre Cevico a Marco Nannetti che resta in carica come consigliere: “sette aziende che hanno condiviso la semplificazione dello schema di gruppo ad un’unica cooperativa di primo grado, ad una unica assemblea dei soci, ad unico cda. Una filiera vitivinicola completa, compatta, coordinata e con il ruolo del socio produttore ulteriormente protagonista. Sono orgoglioso di aver stimolato e contribuito in questi sei anni a traguardare questo risultato, ed assieme a Franco Donati e tutto il nuovo cda lavoreremo con responsabilità per garantire ai nostri soci remunerazioni sempre competitive con il mercato”.
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