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TURISMO ENOGASTRONOMICO

Tra aneddoti ed excursus storici, lo storico Franco Cardini guida d’eccezione ai sapori di Toscana

Lo storico racconta gli “Itinerari del Gusto”, ideati da Artex per conoscere i territori dell’Italia che riapre attraverso la storia enogastronomica
ARTEX, FRANCO CARDINI, TOSCANA, TURISMO ENOGASTRONOMICO, Non Solo Vino
Lo storico Franco Cardini

Dalla “regina” della cucina di Arezzo, la città della misteriosa Chimera, che, “per quanto si faccia un po’ più rara data la lunghezza della preparazione e forse i pregiudizi dietetici”, è da sempre la scottiglia, per la quale “occorre una buona quantità di vino rosso (si usa in genere Chianti o anche semplicemente Sangiovese), a proposito del quale non si deve cedere alla taccagna dicerìa secondo al quale il vino usato per cucinare può essere anche di qualità mediocre”; alle “ceche”, le anguille “poco più che neonate di aspetto ancora gelatinoso (e, poverine, appunto cieche: da cui il nome), rapidamente saltate in padella con olio e salvia”, vanto della cucina pisana che dice di esser “povera” e di saper coniugare mare e terra aggiungendovi l’aristocratica specialità del Basso Valdarno, il tartufo bianco di San Miniato; passando per la cucina dell’aristocratica Lucca, la cui “toscanità signorilmente un po’ “tenuta a bada” si riflette sul cibo”, con i lucchesi che “amano i primi “asciutti” di sfoglia ripiena, ma li chiamano “tordelli”, con la d (non tortelli né tantomeno tortellini), e nel ripieno, con la carne di manzo e di maiale, le uova e la bietola lessata ci mettono il formaggio parmigiano ed - ebbene sì - la mortadella bolognese”. Sono tra gli aneddoti ed excursus storici raccontati dallo storico Franco Cardini, guida d’eccezione degli “Itinerari del Gusto” della Toscana, i percorsi ideati da Artex (Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana) nel progetto Artour Toscana per conoscere i territorio dell’Italia che riapre attraverso la loro storia enogastronomica, dalle cucine di Arezzo, Pisa e Lucca, ai vini di Maremma.

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