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MERCATO USA

Tra dazi e Covid, nei wine shop di New York si continua a comprare vino, e l’Italia resiste

Mibd fotografa un Belpaese in salute: Antinori tra i top brand, Barolo, Montepulciano d’Abruzzo e Toscana tra le denominazioni più presenti

Una perdita secca del -12,3% in valore, pari ad un calo di 329 milioni di dollari: è il conto salato dei 7 mesi di importazioni di vino in Usa tra novembre 2019, primo mese pieno di applicazione dei dazi su tanti vini europei, soprattutto francesi, da parte degli Usa, e maggio 2020, con il peso della pandemia ancora quasi tutto da calcolare, sullo stesso periodo dell’anno precedente. Una perdita quasi tutta sulle spalle della Francia, che ha perso 289,5 milioni di dollari (-36%), mentre l’Italia, tutto sommato, tiene, con una crescita nel periodo del 2,7%, per un aumento di 22,9 milioni di dollari.
Il peso della pandemia, che negli States non sembra rallentare, si fa sentire anche a New York, dove i consumi di vino sono sì messi in crisi dalla chiusura di locali, ristoranti e bar, ma enoteche e wine shop restano aperti, tenendo di fatto vivo il commercio enoico, con l’Italia, come sempre, tra i grandi protagonisti. Se si prendono in considerazione le etichette di vino rosso in vendita nei wine shop della Grande Mela, infatti, secondo l’analisi di Mibd, tra le griffe più presenti allo scaffale c’è Antinori, griffe simbolo dell’eccellenza enoica tricolore, nel 46% delle enoteche newyorkesi, alla posizione n. 7
della classifica, in cui sul podio salgono l’argentina Bodega Catena Zapata, presente nel 52% dei listini, Louis Jadot (nel 50% dei listini) e Domaine Faiveley (48%). Storia diversa se si considerano le denominazioni: qui, l’Italia è decisamente più presente, piazzando, al secondo posto, il Barolo, messo a listino dal 96% dei commercianti di vino, secondo solo alla Napa Valley (98%). Alla posizione n. 4 e n. 5 si trovano il Montepulciano d’Abruzzo e il Toscana Igt, sempre al 96%; più in basso, alle posizioni 11, 12 e 13 si trova la triade Brunello di Montalcino (92%), Sicilia Igt (90%) e Chianti Classico (88%). A chiudere la classifica, il Barbaresco (82%).

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