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RICERCA

Tra suoli e clima, le sei aree vitivinicole su cui i Colli Euganei costruiscono la loro zonazione

I primi passi del progetto riguardano le differenze climatiche: l’obiettivo è accrescere il valore del territorio raccontandone le differenze

Dividere un territorio per farne emergere il valore e la sua comprensione”: così Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini Colli Euganei, ha riassunto il senso del webinar “I Colli Euganei Doc verso i cru, delineazione di macro-zone tra suoli e caratteristiche dei vini”, un work in progress sulle prime ricerche effettuate sui suoli e sulle altimetrie del territorio euganeo, che hanno portato all’individuazione di sei aree vitivinicole particolarmente vocate, presentate e raccontate da Filippo Scortegagna, l’agronomo che, insieme al collega Filippo Giannone, sta portando avanti le ricerche sulle sei macro-aree dei Colli Euganei, e al presidente del Consorzio Marco Calaon.

“Mi sento di dire - sottolinea il presidente del Consorzio Vini Colli Euganei, Marco Calaon - che vi è la volontà di continuare un lavoro che deve farsi sempre più accurato e finalizzato all’individuazione di veri e propri cru, affinché questi diventino un valido strumento a disposizione delle aziende per far comprendere appieno le molteplici peculiarità dei Colli Euganei. Parliamo di un territorio già piccolo, la cui divisione in sei aree ci consentirà di andare ancora più nel dettaglio. Ecco come la divisione, in questo caso, può essere un’occasione di accrescimento del valore di un’area”.

Filippo Scortegagna, l’agronomo che insieme a Filippo Giannone sta portando avanti le ricerche sulle sei macroaree dei Colli Euganei, dopo aver inquadrato le peculiarità morfologiche dei Colli Euganei, ha sottolineato come il focus degli studi abbia riguardato in questo primo step prevalentemente la parte climatica, e che le macro-aree al centro delle ricerche siano state individuate e divise proprio in base a condizioni ambientali.
La prima è l’Area Nord:
con un clima pedemontano - con presenza di castagneti - buon quantitativo di piogge e vegetazione rigogliosa, altezza massima intorno ai 250 metri. Quindi l’Area Est: insolazione nelle ore del mattino, vegetazione abbastanza rigogliosa, piovosità leggermente inferiore dell’area precedente, clima più eterogeneo in gradiente da pedemontano a clima più caldo, altimetria massima sui 200 metri. E ancora, l’Area Ovest: irraggiamento fino al tramonto, temperature più calde, piovosità non eccessiva, vegetazione che si avvicina alla macchia mediterranea ma che non esclude il bosco, altezza intorno massima 270 metri. Ci si sposta, quindi, nell’Area Centrale: zona fortemente caratterizzata dalla presenza del Monte Venda, la cima più alta dei Colli Euganei - 601 metri - che fa da barriera fisica alle correnti d’aria che arrivano da nord, creando una divisione netta tra il nord e il sud dell’intera zona; le temperature sono più basse, mentre abbastanza alto è l’indice pluviometrico, altezza superiore ai 270 metri. L’Area Sud: irraggiamento durante tutto l’arco del giorno, clima più caldo con caratteristica mediterranea, cosi come la vegetazione che presenta leccio, ginestra e quercia. La piovosità è molto contenuta, l’altezza massima e di 270 metri. Infine, l’Area della Valli: tutta l’area che circonda le sei macrozone e nella quale possiamo riscontrare una certa omogeneità climatica.

Tra i dati più interessanti rilevati dal lavoro degli agronomi ci sono senza dubbio le ricadute sulla viticoltura in zona: “In un’area di appena 2.500 ettari vitati sui 20.000 totali - spiega Scortegagna - la variante in gradi su base annua può arrivare anche a due gradi centigradi. Ne consegue che dal punto di vista botanico possiamo riscontrare la presenza dei castagni a nord e di piante di capperi al sud. Due gradi sembrano pochi, ma in realtà è una variazione che incide molto sull’ambiente. Inoltre abbiamo riscontrato che l’uva Merlot ha una variabilità fenologica sul germogliamento anche di 18 giorni tra le due parti opposte dell’area e variazioni importanti ci sono anche sulle epoche vendemmiali monitorate sulla stessa uva a partire dal 2007: si arriva a ben 26 giorni di anticipo nell’area sud”. Dati che testimoniano, secondo l’agronomo, l’importanza prevalente delle determinanti climatiche su quelle pedologiche: ecco perché sarà sempre più decisivo il monitoraggio del clima anche in piccole zone.

“Questo lavoro ha messo in evidenza una volta di più la ricchezza dell’areale dei Colli Euganei, ne ha evidenziato le multiformi caratteristiche che connotano in modo chiaro e distinto ogni singola macro aree individuata”, chiosa Lisa Chilese, responsabile della comunicazione del Consorzio Vini Colli Euganei. “L’invito per chi produce e vive sui Colli Euganei è quello di prendere consapevolezza una volta di più del valore e della meraviglia di questo territorio, a chi invece ha il compito di raccontare i Colli Euganei raccomanderei di non fidarsi di ciò che abbiamo raccontato, ma di raggiungere gli Euganei per constatare di persona la bellezza e il valore che ci contraddistingue”.

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