Anche in Francia la vendemmia è alle battute finali, e nel giro di qualche settimana si saprà se le stime di produzione, come quelle dell’Oiv, che parlano di una produzione 2018 sui 46,5 milioni di ettolitri, a +27% sul 2017, saranno centrate. Intanto, di certo, ci sono i dati delle giacenze nelle cantine dell’Esagono, diffuse dalle dogane nel meeting sul vino dell’agenzia del ministero dell’Agricoltura francese, FranceAgriMer.
Dati che, va detto, sono aggiornati al 31 luglio 2018, ma che parlano di un sostanzioso calo degli stock di vino in Francia, tra quelli che riposano nelle cantine e quelli nei “caveau” dei negociant, a quota 47,8 milioni di ettolitri, rispetto ai 55,5 milioni di ettolitri del luglio 2017 (-11% anno su anno, e -6% sulla media degli ultimi 5 anni).
Un calo dovuto alla combinazione della scarsa vendemmia 2017, che in Francia come in Italia è stata una delle più “povere” degli ultimi 50 anni, e di una performance sul mercato, che invece, è più che positiva, come confermano i dati, visto che tra agosto 2017 e luglio 2018 da Oltralpe sono partiti per il mondo 14,6 milioni di ettolitri (+1,6% sul 2017-2016) per un giro d’affari record di 9,3 miliardi di euro (+6,3%).
Nel dettaglio, crollano le scorte di cantina in tutta i distretti più importanti, dal -17% dell’Aquitania, Regione del Bordeaux (a 7,7 milioni di ettolitri) al distretto che mette insieme Borgogna, Beaujolais, Savoia e Jura (-14%,a 1,7 milioni di ettolitri), dalla Champagne (-9%, a 3,8 milioni di ettolitri) alla Languedoc-Roussillon (-23%, a 5,8 milioni di ettolitri), dalla Valle della Loira (-8%, a 1,5 milioni di ettolitri) a quella del Rodano e alla Provenza (-27%, a 2,8 milioni di ettolitri). Unico distretto in positivo, quello dell’Alsazia, che vede le scorte cresciuta del 23%, a 804.318 ettolitri.
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