Come se non bastassero le incertezze sulla riforma della Pac post 2020, e le incognite su come sarà e quali effetti avrà la Brexit, il vino europeo si trova davanti ad un’altra complicazione. La presidenza di turno romena, nella revisione della direttiva 92/83 sull’armonizzazione delle accise e delle tasse sulle bevande alcoliche, ha sul tavolo una proposta che, tra le altre cose, vorrebbe consentire agli Stati membri di adottare un sistema unico di tassazione delle bevande alcoliche. Tradotto, ogni stato membro potrebbe decidere di applicare, a livello nazionale, un unico parametro per stabilire l’accisa su tutti i prodotti alcolici, senza fare più distinzione tra tipologia di prodotto (mentre oggi la tassazione è stabilità a volume per i prodotti fermentati, come il vino, e per gli intermedi, a grado per gli spiriti, e a grado plato per la birra). A renderlo noto è il Ceev, il Comité Européen des Entreprises Vin. Un cambio di regime di questo tipo, secondo alcuni, sarebbe potenzialmente molto penalizzante per il vino, soprattutto nei mercati del nord Europa, che sono tra quelli, insieme a quelli dell’Est Europa, che trainano la crescita dei consumi continentali di vino.
A dare o negare la propria approvazione generale alla proposta sarà chiamato domani l’Ecofin, che riunisce i Ministri della Finanza degli Stati Ue, in programma per domani a Bruxelles.
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