Tra gli accordi commerciali ancora sul tavolo dell’Unione Europea, ci sono quelli con l’America Latina, riunita nel mercato unico del Mercosur. Le trattative sono ormai agli sgoccioli, l’ultimo ciclo di negoziati è alle porte, ed anche il mondo del vino, che soprattutto in Brasile ha una meta importante, osserva con interesse ed apprensione, augurandosi di arrivare ad un deal soddisfacente per il settore, in grado di rilanciare l’export e gli investimenti nei Paesi del Sud America. È l’auspicio, innanzitutto, dell’Unione Italiana Vini, delusa, almeno per ora, dall’andamento delle trattative, che per bocca del suo segretario generale Paolo Castelletti ricorda come “dopo diversi anni di lavoro l’accordo commerciale Ue-Mercosur si avvicina finalmente alle ultime fasi, ma dall’esito degli ultimi cicli di negoziati, purtroppo, abbiamo appreso che le proposte di concessioni in materia tariffaria per il settore del vino sarebbero estremamente insoddisfacenti, in quanto il Mercosur propone un’eliminazione delle barriere tariffarie dopo 15 anni dall’entrata in vigore dell’accordo. Tale proposta è inaccettabile. In questo modo, il vino italiano non trarrebbe alcun beneficio a breve e medio termine dalla conclusione dell’accordo e i vini argentini e cileni continuerebbero a rafforzare le loro quote di mercato in Brasile. Per questo Unione Italiana Vini - aggiunge Castelletti - ritiene indispensabile che, mediante l’approvazione dell’accordo, in via prioritaria, l’Unione Europea ottenga un’eliminazione completa dei dazi sul vino fin dall’entrata in vigore del trattato. Il vino non può mancare questa opportunità”.
L’appello è quindi destinato al Ministero dello Sviluppo Economico, perché venga posta particolare attenzione in questa ultima fase del negoziato commerciale Ue-Mercosur, affinché la Commissione Europea possa giungere a un accordo che possa portare vantaggi concreti al settore del vino su questioni cruciali che vanno dalle barriere tariffarie e non tariffarie, alla difesa delle denominazioni italiane. “Nel Mercosur - riprende Castelletti - siamo in competizione con Paesi che non hanno le stesse restrizioni. Il Brasile, tra i mercati emergenti, è uno dei più dinamici e promettenti in chiave di potenziale aumento dei consumi pro capite di vino. Tuttavia, le barriere tariffarie e non tariffarie presenti in questo Paese impediscono o rallentano lo sviluppo del business delle imprese vitivinicole. L’accordo dovrà garantire, mediante uno specifico “capitolo vino”, il superamento di queste barriere che oggi impediscono un corretto e trasparente accesso al mercato”. Secondo l’osservatorio del vino, infatti, nel 2018 l’export vinicolo italiano in Brasile è stato di circa 35 milioni di euro, con una preoccupante flessione del 9,2% in valore e del 21% in volume sul 2017. Tale dato è sinonimo delle difficoltà riscontrate dagli operatori italiani in questo mercato, nonostante gli importanti investimenti in promozione e internazionalizzazione.
“Una seconda questione cruciale per le imprese vinicole dell’Ue - conclude Castelletti - è la protezione delle indicazioni geografiche (IG). Nel corso dei negoziati, abbiamo sempre sottolineato, in particolare, l’urgenza di ottenere la protezione della DOP Prosecco, utilizzata nei Paesi Mercosur come nome di varietà. Chiediamo, quindi, il massimo impegno anche in tal senso e che ogni strategia sia messa in campo per trovare una soluzione che assicuri la protezione del nome Prosecco, al fine di evitare una escalation di azioni volte ad usurpare e utilizzare questa DOP in Brasile e Argentina, che causerebbe un ingente danno economico e di immagine ai produttori italiani in quei Paesi e in altri mercati internazionali”.
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