Un fondo comune di investimento e un cofinanziamento pubblico per eliminare i bassi prezzi del vino nel mercato francese. Come? Facendo una stima delle vendite prima della vendemmia e confrontarla dopo con le rese: un differenziale che costituisce un volume, di ettolitri avanzati, ma da vendere prima che le eccedenze stesse possano svalutare il prodotto, con bottiglie che spesso finiscono sugli scaffali anche sotto i 2 euro. La proposta è tanto ambiziosa quanto inedita ed è stata lanciata da Fabien Castelbou, neopresidente dei Vignerons Coopérateurs d’Occitanie, in Occitania, Francia, come spiega il magazine specializzato Vitisphere. Una sorta di “assicurazione solidale” tra produttori da realizzarsi attraverso un fondo di mutualizzazione per gestire l’eccesso dell’offerta. Ovvero, uno dei problemi che affligge l’industria vitivinicola transalpina: un circolo vizioso che fa svalutare i suoi stessi vini, indebolisce le aziende (255 i fallimenti nell’ultimo anno), e genera un mercato squilibrato sia nella produzione che nel commercio. L’idea di Castelbou si propone inoltre di essere anche di più rapido intervento rispetto alle eventuali operazioni di distillazione di crisi o alle note campagne di estirpazione dei vigneti che magari impiegano mesi a concretizzarsi: “vogliamo farci carico noi stessi con molto lavoro sul 5% dei vini senza un mercato, che però pesa sui prezzi del restante 95% - dice - con un fondo comune di investimento e un cofinanziamento pubblico, potremmo aumentare i mercati dei sottoprodotti e il fatturato generato per il settore sarebbe più forte. Meglio vendere un piccolo volume a poco, piuttosto che vedere il tutto calare”.
Un opzione dunque che non prevederebbe riduzioni di produzione o limitazioni alla commercializzazione per gli operatori: l’obiettivo è non penalizzare i mercati con valore e, parallelamente, incentivare quelli in difficoltà a scaricare i volumi in altre modalità. “Invece che far esporre a un viticoltore una parte dei suoi vini a prezzi fuori mercato, stiamo considerando un contributo unico per ogni ettolitro prodotto. L’unico obbligo è la solidarietà”, spiega Castelbou. Dai vini a basso valore alle annate premium: “lo strumento ha lo scopo di proteggere tutti i segmenti, a cascata. Perché nessuno è al sicuro quando i prezzi precipitano”.
E se da un lato è necessario, per sviluppare il progetto, trovare una sintesi tra il quadro normativo e le volontà politiche, c’è anche il tema del trovare sbocchi effettivi poi, per quelle che sono le rese in eccesso: “va rilanciata la produzione francese di Mosto Concentrato Rettificato - dice Castelbou - e perché non studiare la produzione di succo d’uva, o anche la distillazione per i carburanti? Dobbiamo lavorare sullo sviluppo di altri prodotti a base di uva”, propone perciò il presidente dei Vignerons Coopérateurs d’Occitanie, che riporta i feedback positivi a riguardo da parte di cantine cooperative e facendo intendere di voler lavorare a questo progetto insieme con le distillerie. Uno strumento che “potrebbe essere percepito come un’assicurazione funzionale al mantenimento dei prezzi del vino”, ricordando anche come - dopo le recenti e difficili annate - anche la scarsa vendemmia 2024 non è riuscita a rilanciare la valutazione del vino sfuso: “il livello nazionale delle scorte è troppo alto. Abbiamo una crisi di vendita storica in tutto il Paese, neanche il poco raccolto è servito a rafforzare i prezzi”. La proposta è stata quindi lanciata e in attesa di eventuali sviluppi, Castelbou racconta anche di altri strumenti correttivi in fase di evoluzione: tra questi fissare un prezzo indicativo per i vini certificati biologici Hve Igp Pays d’Oc per sei varietà di uva, un prezzo raccomandato per le Dop e le Igp, la revisione della legge Egalim, la creazione di organizzazioni di produttori, un piano di estirpazione abbinato alla distillazione, la contrattualizzazione dei vini e l’attuazione di un piano settoriale per l’Occitania, con l’istituzione di un osservatorio economico con riferimento al comparto vitivinicolo regionale.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025