I più antichi ricettari di cucina italiana - risalenti al periodo tra Medioevo e Rinascimento, tra cui, in particolare, due manoscritti italiani della tradizione medievale “dei dodici commensali”, una delle testimonianze più antiche della cucina italiana scritta in volgare che risale al XIV secolo, prima conservati in Svizzera nella Biblioteca Internazionale di Gastronomia (la Bing, fondata negli Anni Ottanta a Sorengo dall’ingegnere appassionato di storia della gastronomia Orazio Bagnasco) e poi trasferiti nella Biblioteca del Museo di Arte Islamica di Doha - saranno ora messi a disposizione dell’intera comunità scientifica segnando, così, un passo fondamentale nella valorizzazione della cultura gastronomica italiana. Questi testi storici, infatti, non solo rappresentano una fonte unica per lo studio della cucina italiana, ma sono anche fondamentali per l’analisi dei testi in prospettiva filologica, storico-linguistica e lessicografica. Che è un aspetto cruciale per il progetto AtLiTeG, il primo Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dal Medioevo all’Unità d’Italia (che WineNews ha raccontato in un video), che ha sottoscritto, nei giorni scorsi a Roma, in Senato, un accordo con il Museo di Arte Islamica (Mia) di Doha, capitale del Qatar, alla presenza del Consigliere per le politiche culturali per gli italiani nel mondo, Raoul Romoli Venturi (delegato dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli), del senatore Dario Parrini, della professoressa Giovanna Frosini, studiosa della Lingua del cibo e coordinatrice nazionale AtLiTeG, della direttrice del Mia, Shaika Nasser Al-Nassr, e del ricercatore di Linguistica italiana Simone Pregnolato.
“L’iniziativa unisce due pilastri della nostra tradizione: la lingua italiana, veicolo di cultura e dialogo, e la cucina nazionale, candidata a Patrimonio Immateriale Unesco, emblema di convivialità e coesione sociale - ha detto Raoul Romoli Venturi, Consigliere per le politiche culturali per gli italiani nel mondo - in questo quadro, l’accordo promuove lo scambio culturale e apre nuove prospettive di ricerca condivisa tra istituzioni impegnate nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale”.
“Si tratta di una collaborazione importantissima, di eccezionale interesse per gli studiosi della storia della gastronomia europea e della storia della lingua del cibo in Italia nel suo più ampio arco cronologico, perché la collezione Bing copriva un intervallo temporale lunghissimo, dal Medioevo all’età moderna e contemporanea, annoverando più di 4.000 tra manoscritti e stampe”, ha sottolineato Giovanna Frosini, ideatrice del progetto AtLiTeG.
L’accordo di collaborazione scientifica avrà una durata di 5 anni, con il fine di promuovere il confronto e il dialogo sui contenuti e sui metodi della ricerca mediante convegni, viaggi di studio, pubblicazioni e altre iniziative per divulgare questo patrimonio e permettere un approfondimento della storia linguistica, sociale, letteraria e culturale italiana.
“L’accordo che abbiamo stipulato garantisce che questi volumi unici non solo vengano preservati, ma contribuiscano anche a nuove ricerche, rafforzando la missione del Mia, che è quella di fungere da ponte tra culture e storie diverse - ha spiegato Shaika Nasser Al-Nassr, direttrice del Museo di Arte Islamica di Doha - inoltre, consolida i nostri legami culturali con l’Italia, dimostrando come gastronomia, lingua e storia possano unire comunità di diversi continenti”.
Si completa così, con questa opportunità, il quadro testimoniale che permetterà di pubblicare, in trascrizione scientifica e linguisticamente commentata, tutti i più antichi ricettari culinari “dei dodici commensali”, cioè i più antichi ricettari di cucina in lingua italiana: l’edizione uscirà prossimamente nella collana “Iter Gastronomicum” dell’editore fiorentino Olschki a firma di Simone Pregnolato. Insieme, l’eccezionale accordo ha già dato i suoi frutti anche per il recupero di fonti scritte attinenti alla tradizione medievale del “Liber de coquina”, studiata da Francesca Cupelloni nel volume ora edito da Olschki.
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