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VINO E TERRITORIO

Una 2018 “fresca e regolare” per il Sagrantino di Montefalco, re del vino d’Umbria

I migliori assaggi da “Anteprima Sagrantino”, celebrazione del territorio e di una delle gemme del vino italiano, che vola in oltre 40 Paesi del mondo

Si chiama “Anteprima Sagrantino”, ma quella organizzata a Montefalco è, oramai, una rassegna dei vini più importanti di Montefalco (ed anche di Spoleto): il “re” del territorio è ancora lui, il Sagrantino (vitigno riscoperto e rilanciato con spirito pionieristico da Marco Caprai, con investimenti importanti, fatti in tempi non sospetti e con ricadute benefiche su tutto il territorio, sul fronte della ricerca scientifica, della comunicazione e del mecenatismo per la valorizzazione ed il recupero delle bellezze storiche del territorio, come gli affreschi di Benozzo Gozzoli nel Complesso Museale di San Francesco, per fare un esempio, ndr), ma accanto a “sua maestà” sono fiorite e rifiorite un bel numero di denominazioni, come il Montefalco Rosso, a base sangiovese, il Montefalco Grechetto e Bianco, in cui gioca da protagonista il Trebbiano Spoletino, così come nei vini della Doc Spoleto, a testimoniare la versatilità e la confidenza del territorio con numerose varietà e tipologie.
L’evento (nel palazzo comunale della “Ringhiera dell’Umbria”, trasformato in una splendida tasting room per i media italiani ed internazionali, e con le cantine che hanno aperto le porte per visite e assaggi mirati) è stato, chiaramente, la degustazione tecnica dei Sagrantino 2018, la nuova annata in uscita sul mercato. Molto più fresca e senza i picchi calorici della precedente, con un’estate che non ha mai evidenziato condizioni estreme, ha visto una maturazione regolare delle uve. Condizioni ideali per una varietà tardiva come l’autoctono Sagrantino, che ha beneficiato delle temperature fresche di fine estate, condite da piogge sporadiche e buona ventilazione. In sintesi, la 2018 può essere considerata un’annata regolare e piuttosto classica, almeno considerando la tendenza climatica in atto, che ha permesso ai vignaioli di portare in cantina uve mature e con buoni livelli di acidità. I vini, anche se con il beneficio del dubbio per dei campioni giovanissimi, in diversi casi non ancora in bottiglia, considerando che si tratta di una tipologia da lungo invecchiamento, sono sembrati armoniosi ed equilibrati, senza eccessi aromatici, alcolici né fenolici. Intensi e dinamici, profondi, con trame tanniche quasi mai in eccesso.
Un giudizio confermato da quello “ufficiale” del Consorzio Vinidi Montefalco, da qualche anno figlio di una Commissione “interna”, formata da tecnici ed enologi delle cantine associate, e di una “esterna”, composta ogni anno da giornalisti e operatori di rilievo internazionale: dopo Daniele Cernilli (Doctor Wine), Marco Sabellico (Gambero Rosso), Matteo Zappile, sommelier e restaurant manager de “Il Pagliaccio” di Roma (due Stelle Michelin) e Marco Reitano (chef sommelier del ristorante Tre Stelle Michelin “La Pergola” dell’Hotel Rome Cavalieri di Roma), quest’anno a valutare la nuova annata del Montefalco Sagrantino Docg sono stati Giancarlo Gariglio (Slowine) e Giampiero Cordero, sommelier del ristorante stella Michelin “Il Centro” di Priocca. Il responso ufficiale è stato di 4 stelle (“annata pregevole”) per la 2018 e un punteggio specifico di 92/100.
Che sintetizza la complessità di un piccolo gioiello dell’enologia italiana, il Montefalco Sagrantino Docg (che nasce da appena 390 ettari di vigneto divisi tra 118 viticoltori, mentre i vinificatori-imbottigliatori sono 76, con una produzione 2018 stimata in 1,6 milioni di bottiglie potenziali), con il 35% della produzione (compresa quella della Doc Montefalco, che conta di 445 ettari) che finisce all’estero, sopattutto in Usa e Germania, ma anche in Belgio, Giappone, Inghilterra, Svizzera e Cina, ed in altri 40 Paesi del mondo, come Canada, Olanda, Belgio, Danimarca, Svezia, Lussemburgo, Austria, Australia, Finlandia, Polonia, Russia, Spagna, Brasile, Lettonia, Irlanda, Taiwan, Francia, Thailandia, Norvegia, Repubblica Ceca, Hong Kong, Sudafrica, Singapore e Corea. Con i vini dell’areale di Montefalco che, nel complesso, valgono il 22% della produzione di tutta l’Umbria.
Come da tradizione, è stata anche presentata l’etichetta celebrativa dell’annata, realizzata da Alessandra Piccini, la migliore nel Concorso “Etichetta d’Autore”: restauratrice ed illustratrice, Alessandra Piccini ha lavorato nel mondo della moda per poi sperimentare la sua passione per il disegno anche in altri settori come la ceramica, le decorazioni su pareti e legno e il restauro. Proclamato anche il vincitore del Gran Premio del Sagrantino: si tratta di Isacco Giuliani, sommelier della delegazione di Ferrara, primo nel concorso organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier (Ais), in collaborazione con il Consorzio Vini Montefalco, che ha visto a Montefalco professionisti da tutta Italia.

Focus - “Anteprima Sagrantino” 2022: i nostri migliori assaggi di Sagrantino 2018
Caprai - Collepiano 2018 Marco Caprai, leader indiscusso del territorio e grande artefice della valorizzazione del Sagrantino, non se ne sta con le mani in mano. La sua realtà appare dinamica e vogliosa di scalare nuove vette, a cominciare dall’identità stilistica dei vini. Collepiano 2018 è un Sagrantino di svolta, capace di mantenere i tratti che l’hanno reso famoso con un’eleganza e una finezza tutta nuova e perfetta.

Antonelli - Chiusa di Pannone 2018
Il percorso dei vini di Montefalco passa anche attraverso una sempre più puntuale aderenza con le vigne di provenienza delle uve. Chiusa di Pannone, cru di casa Antonelli, ne è un esempio brillante. L’annata 2018 regala la solita intensità ma in un quadro decisamente più aggraziato, equilibrato e puntuale nell’estrazione.

Colle Ciocco - Montefalco Sagrantino 2018
Tra le piccole cantine del territorio, Colle Ciocco è realtà che si sta distinguendo per una qualità crescente e uno stile lontano da inutili forzature. Il Sagrantino ’18, aiutato da un’annata tutto sommato classica, ha delicatezza aromatica e beva cremosa, di facile ma non banale approccio.

Moretti Omero - Montefalco Sagrantino 2018
Artigiani dell’olio extravergine e del vino di qualità, bio da tempi non sospetti, i Moretti si stanno ritagliando un ruolo non secondario nel panorama del Sagrantino, certificato anche dai punteggi della stampa internazionale. Nella versione 2018, sotto i toni tostati del primo naso, si aprono lentamente quelli di liquirizia e balsami a incrociare un corredo fruttato che chiede solo tempo per amalgamarsi.

Tenuta Bellafonte - Montefalco Sagrantino 2018
Peter Heilbron, abbandonati gli incarichi manageriali in grandi gruppi del food and beverage, ha deciso di avviare la sua impresa nel mondo del vino a Torre del Colle, nel comune di Bevagna. Da subito ha riscosso un enorme successo, grazie ad uno stile nuovo per il Sagrantino, capace di mostrare una inaspettata eleganza. Il 2018 è delizioso per brillantezza aromatica e profondità del sorso.

Romanelli - Terra Cupa 2018
Tra le realtà artigiane emerse negli ultimi anni, quella di Davis Romanelli spicca per originalità e rispetto del territorio. Il Sagrantino Terra Cupa 2018 sintetizza lo stile della casa, a partire da un quadro aromatico inconfondibile che esprime delicatezza e intensità. Al naso gioca con toni freschi di resine ed erbe officinali, in bocca mostra tessitura fine e slanciata.

Tabarrini - Campo alla Cerqua 2018
I vini di questa realtà del presidente del Consorzio Giampaolo Tabarrini sono in forte crescita ed evoluzione, come testimonia un Sagrantino Campo alla Cerqua delizioso: vino giocato su frutta fresca e bosco, con palato suadente e mai forzato.

Di Filippo - Etnico 2018
L’Etnico è il Sagrantino di questa bella realtà, biologica praticamente da sempre, che in genere ci troviamo a preferire. Vanta una tessitura fine e un sorso agile quanto saporito, condito da infiltrazioni fruttate e decise trame speziate, dalla noce moscata ai chiodi di garofano, fino al pepe. Bocca gustosa e variegata.

Castelbuono - Carapace 2018
Continua spedito il percorso di crescita qualitativa e di ridefinizione stilistica della depandace umbra della famiglia Lunelli, proprietaria del celeberrimo marchio Ferrari di Trento. Vino scuro e strutturato ma dinamico, ricamato su nuance di mora, mirtillo, con folate balsamiche e speziate a richiamare il pepe e i chiodi di garofano.

Pardi - Sacrantino 2018
La famiglia Pardi è da sempre impegnata nell’artigianato montefalchese, dai tessuti al vino, e la nuova generazione non fa eccezione. Lo stile di questa realtà, appena fuori le mura della cittadina, è ben noto agli amanti di vini eleganti e misurati. Il Sagrantino 2018 è tonico, scalpitante e di bella variabilità aromatica.
Nell’elenco dei migliori Sagrantino di Montefalco 2018 spiccano anche Adanti (Il Domenico), Tenuta di Saragano (Saragano), Raina (Le Pretelle), Le Thadee (Carlo Re).

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