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UNA CANTINA DA SOGNO DA COSTRUIRE IN QUALCHE ANNO, CON VINI DA TUTTI I TERRITORI PIÙ BLASONATI DEL MONDO. UN SOGNO POSSIBILE PER “FORBES” ANCHE PER I NON MILIARDARI CON NON PIÙ DI 10.000 DOLLARI E LE ANNATE 2007 E 2008 DI BRUNELLO DI MONTALCINO

Una cantina da urlo, con bottiglie rarissime, pregiatissime e costosissime, è il sogno di qualsiasi enoappassionato. Ma tra i sogni e la realtà, potremmo dire, c’è di mezzo il mare. O meglio, un mare di soldi, in questo caso. Eppure, con una cifra non impossibile, sui 10.000 dollari, da “investire” nel giro di qualche anno, chiunque con un po’ di accortezza può crearsi una selezione importante, buona tanto da bere, che come investimento. A fare una mini-guida sul percorso enoico da seguire per costruirsi una piccola collezione da 10 casse (120) bottiglie, è nientemeno che la rivista del lusso per eccellenza, “Forbes”. Che segue, di fatto, il criterio basilare per qualsiasi investirore del mondo: la “diversificazione del portafoglio” titoli, o meglio, etichette. Nell’articolo, firmato da Eric Arnold, si parte, ovviamente da Bordeaux, ma si arriva a Montalcino.

L’idea è puntare sulle annate 2005, 2009 e 2010 di cantine che non sono i 5 “Premier Cru”, ma comunque importanti e con tante etichette tra i 50 e i 100 dollari come Branaire-Ducru, Cantenac-Brown, Kirwan, Gruaud Larose, Lascombes, d’Armailhac, d’Issan e Giscours. Non possono mancare, poi, i grandi rossi italiani. Se sono i vini di Gaja, o Sassicaia e Ornellaia tanto meglio, altrimenti si può puntare sulle annate 2007 e 2008 di Brunello di Montalcino, Barolo, Barbaresco, e su qualche Supertuscan di produttori meno blasonati, con tante bottiglie importanti tra i 50 e gli 80 dollari. Altro punto fermo: una cassa mista di Chateauneuf-du-Pape, pescando tra bottiglie tra i 40 ed i 60 dollari possibilmente evitando le annate 2002 e 2008, a detta di molti critici troppo piovose per aver dato vita a grandi vini.

Di certo, non può mancare la Borgogna: il top sarebbe quello di procurarsi 6 bottiglie di bianchi pescando tra Mersault, Chassagne-Montrachet e Chablis, e 6 bottiglie di rossi, da Vosne-Romanée, Givry e Givry-Chambertin, puntando su bottiglia al massimo sui 50 dollari. E poi, ovviamente, Champagne. Una cassa mista, anche qui, con tante buone bottiglie che si trovano sotto i 100 dollari, puntando sui millesimati, possibilmente delle annate 1995, 1996, 1998, 2000 e 2002. Per i vini da dessert, l’idea è quella di una cassa mista con 6 Sauterne e 6 Riesling tedeschi, capaci di invecchiare molto a lungo (e di rivalutarsi fino a 5 volte il prezzo di acquisto), possibilmente evitando le annate 2000 e 2008. Fuori dalla Vecchia Europa, obbligatoria una cassa, sempre mista, di Cabernet della California, puntando su produttori come Corison, Seavey, Cade e Cliff Lede, e stessa regola vale per la Nuova Zelanda, puntando su Pinot Noir, Syrah e tagli bordolesi di cantine come Craggy Range, Felton Road, Bell Hill, Dry River, Ata Rangi e Rippon. Per finire, una cassa di Porto millesimati, di cantine come Dow’s, Ramos Pinto e Taylor Fladgate o di Madeira, da comprare sui 60-70 dollari. E poi 12 bottiglie a piacere, per arrivare a 120 tonde tonde, spaziando con la fantasia e i gusti personali. E chissà che proprio tra queste non si nasconda, a sorpresa, la bottiglia del secolo ...

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