Dopo un lungo e costante periodo di crescita, le importazioni vinicole americane, nei primi cinque mesi del 2018, hanno fatto registrare una diminuzione del -6,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente, come riportano i numeri dell’Italian Wine & Food Institute. Alla contrazione in quantità, però, fa riscontro un incremento del +9,7% in valore che, secondo l’Iwfi, è dovuto essenzialmente ad un diffuso aumento dei prezzi e, per quanto concerne l’Europa, anche dal meno favorevole tasso di cambio Dollaro-Euro. A pagare lo scotto maggiore, le importazioni dall’Australia e dall’Argentina, in calo, rispettivamente, del -31,6 % in quantità e del -18,2% in valore e del -23,2 % in quantità e del -8% in valore, essenzialmente dovuta alla drastica riduzione delle loro esportazioni di vini sfusi (che nel complesso perdono 300.000 ettolitri) e dalla costante affermazione dei vini francesi, che continuano, al contrario, a crescere a ritmi sostenuti, facendo registrare nel periodo un aumento del +14,9% in quantità e del +24,6% in valore, tornando a minacciare la posizione di leadership dell’Italia.
Secondo la nota dell’Iwfi, le importazioni statunitensi, nei primi cinque mesi dell’anno, sono ammontate a 3,89 milioni di ettolitri, per un valore di 1,92 miliardi di dollari, contro i 4,17 milioni di ettolitri per un valore di 1,75 miliardi di dollari, del corrispondente periodo dell’anno precedente. Le esportazioni dall’Italia sono passate da 1,06 milioni di ettolitri, per un valore di 546,67 milioni di dollari dei primi cinque mesi del 2017, a 1,064 milioni di ettolitri per un valore di 608,72 milioni di dollari dei primi cinque mesi dell’anno, con un aumento del +0,6% in quantità e del +11,3% in valore. Sempre positivo l’andamento delle esportazioni italiane di spumanti che hanno toccato i 313.730 ettolitri, per un valore di 177,9 milioni di dollari contro i 262.630 ettolitri, per un valore di 133,36 milioni di dollari, dei primi cinque mesi del 2017, con un aumento del +19,5% in quantità e del +33,3% in valore.
Le importazioni dall’Australia, secondo Paese fornitore del mercato Usa, sono crollate, come detto, a 612.920 ettolitri, per un valore di 129,2 milioni di dollari, contro gli 896.570 ettolitri per un valore di 158,13 milioni di dollari del corrispondente periodo del 2017. Le importazioni dalla Francia, divenuto il terzo Paese fornitore in quantità a ridosso dell’Australia e secondo in valore, sono passate da 533.150 ettolitri, per un valore di 452,67 milioni di dollari dei primi cinque mesi del 2017 a 612.610 ettolitri per un valore di 564,35 milioni di dollari dei primi cinque mesi dell’anno in corso. Le importazioni dal Cile, invece, sono passate dai 602.470 ettolitri, per un valore di 113,92 milioni di dollari, dei primi cinque mesi del 2017, ai 602.390 ettolitri, per un valore di 110,57 milioni di dollari, dei primi cinque mesi del 2018, con una riduzione in valore del -2,9%. Le importazioni dalla Nuova Zelanda sono passate dai 312.570 ettolitri, per un valore di 172,32 milioni di dollari dei primi cinque mesi del 2017, a 337.820 ettolitri, per un valore di 197,26 milioni di dollari, dei primi cinque mesi dell’anno in corso con un aumento del +8,1% in quantità e del +14,4% in valore.
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