Sul mercato dei consumi Usa, a trainare il segmento degli alcolici è la categoria premium, mentre gli spirits sono l’unica tipologia in crescita, con la moderazione dei consumi che spinge la birra analcolica ed il vino e i ready-to-drink (Rdt) a bassa gradazione alcolica: ecco gli atout emersi dall’analisi Iwsr sui dati del 2022 del settore delle bevande alcoliche in Usa. Mentre i volumi totali di vino (-2%), birra (-2%) e sidro (-4%) sono tutti diminuiti, crescono i segmenti premium e superior di ciascuno: vino (+6%), birra (+4%) e sidro (+11%). I volumi totali dei consumi di spirits sono aumentati, del +2%, con la fascia di prodotti premium che segna il +13%, mentre i Rtd hanno mostrato guadagni moderati, inferiori al +1%, con i premium in aumento addirittura del +38%.
A guidare gli acquisti, anche in termini di fiducia e solidità, sono ovviamente i consumatori abituali ad alto reddito, che guadagnano cioè oltre 150.000 dollari, ma anche i Millennial, che mostrano più fiducia rispetto alle generazioni più anziane. Nonostante gli aumenti dei prezzi, a livello di settore la premiumizzazione - o il passaggio a prodotti più costosi, spesso di qualità superiore - sta ancora guidando tutti i segmenti delle bevande alcoliche, specie gli spirits. Complessivamente, il 33% degli americani ha dichiarato di aver speso 50 dollari o più per una bottiglia nel 2022, contro solo il 24% nel 2021. Inoltre, sei acquirenti online su 10 affermano di spendere di più in alcol online che in negozio.
“Un’altra area in cui la premiumizzazione si sta rivelando un fattore chiave per guidare i volumi è quella dei consumi domestici”, spiega s Brandy Rand, Chief Strategy Officer IWSR Drinks Market Analysis. “Con la stragrande maggioranza degli americani che consumano alcolici a casa, il 46% afferma di concedersi bevande di qualità superiore anche a tavola, il che rappresenta un’ottima notizia per vino e birra”. Tra i punti chiave dell’analisi Iwsr, i dati sul vino, che sottolineano come mentre gli sparkling segnano una crescita continua, la categoria vino nel suo complesso è segna il secondo anno consecutivo di calo dei volumi consumati: -2% nel 2022. Dal punto di vista del valore, la categoria vino ha registrato una crescita modesta (+1%), con il vino fermo continua a trascinare al ribasso la performance complessiva del vino (-3%), perché i cali nel segmento standard e inferiore non sono stati compensati dai progressi registrati dai livelli premium e superiori. All’interno del vino fermo, la tendenza a sposare uno stile di vita sano sta rafforzando i sottosegmenti dei vini analcolici e a basso contenuto di alcol. Negli altri segmenti del vino, il vino di riso/sake (+3%) e il vino aromatizzato (+8%) hanno ottenuto buoni risultati.
Da sottolineare poi che il 2022 è stato il 25esimo anno consecutivo di crescita per i consumi degli spirits, e la premiumizzazione di lungo corso ha rafforzato la categoria, con un chiaro beneficio anche per i Rtd come i cocktail premiscelati, che guadagnano terreno; i volumi totali della categoria whisky (+3% nel 2022), hanno superato la vodka (cresciuta meno dell’1% nel 2022) per la prima volta in quasi due decenni; il whisky statunitense detiene la quota maggiore di volumi totali di whisky, nonché la maggiore crescita percentuale (+4%), con incrementi a valore guidati dal bourbon (+8%). Ed ancora, i distillati di agave - ossia tequila e mezcal - hanno contribuito con 1,6 miliardi di dollari all’industria degli alcolici nel 2022, superando persino il whisky statunitense in valore, e diventando la seconda sottocategoria più preziosa all’interno del segmento degli spirits, tanto che la sola tequila è destinata a superare la vodka già nel 2023, diventando la tipologia leader per valore tra gli spirits. Quest’anno, inoltre, si prevede che gli spirits tradizionali supereranno la birra tradizionale per numero di dosi servite per la prima volta nella storia moderna. Mentre i consumi complessivi di birra continuano a riprendersi dallo shock della pandemia, le importazioni, guidate dalle birre messicane, registrano un aumento dei volumi del +4%, ma le produzioni nazionali, che valgono il 79% del mercato dei consumi, continuano a perdere terreno. La categoria Rtd - che include tutte le basi alcoliche - è stata capace di registrare sette anni consecutivi di aumenti dei volumi, ma nel 2022 ha visto un tasso di crescita molto inferiore rispetto agli anni precedenti: +1%.
L’importanza della categoria di chi non beve alcolici, o li consuma raramente, sta diventando sempre più importante, con il trend salutista che così guida una parte crescente della spesa dei consumatori. Sebbene i prodotti analcolici rappresentino solo l’1% del volume totale delle bevande alcoliche negli Stati Uniti, il tasso di crescita della categoria è stato del + 15% nel 2022, con il vino e la birra analcolici che detengono la quota maggiore, sia in volume che in valore. Più della metà dei consumatori di alcolici ha affermato aver moderato il consumo nel 2022, e il motivo principale per cui le persone scelgono di consumare prodotti analcolici è di mantenere il controllo, seguito dall’evitare gli effetti dell’alcol.
Le consuete dinamiche sui diversi canali di acquisto e consumo sono state pesantemente interrotte dal Covid-19, con l’e-commerce e le vendite off-trade fisiche che hanno beneficiato delle restrizioni del canale on-trade: le correzioni a breve termine vedranno il quadro stabilizzarsi nei prossimi cinque anni. Intanto, la quota di e-commerce è aumentata solo dell’1% nel 2022, con una performance molto più moderata rispetto ai massimi della pandemia. La ripresa dell’on-premise, invece, è evidente, con una crescita del +24% e un completo ritorno ai volumi pre-pandemici previsto nel 2023, quando la metà dei consumatori prevede di consumare la stessa quantità di alcolici del 2022, ma con maggiore attenzione al portafogli.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024