- Usa: vino e golf vanno d’accordo
La leggenda americana del golf Jack Nicklaus e la Terlato Wines, una delle più importanti società di importazione, distribuzione del paese, hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per la produzione di una linea di vini denominata Jack Nicklaus Wines. Si tratta di una selezione proveniente dalla Napa Valley e in particolare dai distretti di Rutherford Bench e di Stags Leap.
I primi due vini sono un Cabernet Sauvignon 2007 ($35) e un Cabernet Sauvignon Private Reserve 2007 ($43), presentati dallo stesso Nicklaus nei tornei che si sono svolti in Scozia e in Irlanda. “Abbiamo sentito subito che c’era del rispetto reciproco e la possibilità di un accordo, favorito dalla comune passione per la qualità e la condivisione di un progetto” ha commentato entusiasta Nicklaus, appassionato collezionista di vino. Steve Singerman, responsabile delle pubbliche relazioni della Terlato Wines International, ha commentato che “Jack è stato coinvolto nello sviluppo del vino. Ha partecipato a diverse sedute di assaggio dei vari blend con Tony, Bill e John Terlato e tutta la squadra della vinificazione Terlato”.
La società ha dichiarato che di ogni vino sono state prodotte 500 casse. Ora Jack Nicklaus si unisce ad un club sempre più popoloso di sportivi che hanno scelto di produrre vino come i golfisti Nick Faldo ed Ernie Els - il cui vino Ernie Els Signature è già del portafoglio Terlato - i giocatori di cricket Ian Botham e Bob Willis, che fanno una McLaren Vale Cabernet, chiamato Bmw, con l’enologo Geoff Merrill, e le stelle del rugby Gerard Bertrand e Schalk Burger, insieme a molti altri ancora. La bella e celebre golfista Cristie Kerr, invece, ha scelto di affiancare il suo nome a quello del vino Curvature della Pride Mountain Vineyards, azienda californiana guidata da Suzanne Pride Bryan per finanziare la lotta contro il cancro al seno.
Il vino, si tratta di Cabernet Sauvignon 2006, prodotto in 350 confezioni da 12 bottiglie, è stato presentato proprio nella sua ultima vittoria nel campionato Lpga a Rochester. In passato, la golfista aveva partecipato alla produzione di una linea di gioielli firmati Kwiat, i cui proventi erano destinati all’associazione Birdies for Breast Cancer. Alla stessa causa la Kerr devolve 50 dollari ogni volta che realizza un birdie (buca realizzata con un colpo in meno sul previsto). Anche i guadagni della vendita del suo vino, verranno versati a favore di enti benefici specializzati nella lotta al tumore.
- Usa, Koch contro la casa d’aste Acker
Il miliardario e collezionista di vini William Koch potrà continuare la causa legale contro la casa d’aste Acker Merrall e Condit, da cui aveva acquistato vini pregiati per un totale di $ 77.925. Sottoposti ad un controllo da parte degli esperti del famoso collezionista almeno 5 delle bottiglie erano risultate “contraffatte o potenzialmente contraffatte” ed altre erano “sospette e richiedono ulteriori ricerche”. Inizialmente la Corte di New York aveva deciso che non sussistevano gli estremi per un giudizio, ora la Divisione d’Appello di New York ha modificato la decisione della corte inferiore e ha consentito a Koch di continuare le rivendicazioni contro Acker.
Koch nel frattempo aveva intentato altre cause legali sia nei confronti del rivenditore tedesco Hardy Rodenstock che di Christie’s, per l’acquisto 4 bottiglie, pagate $ 311.804 dollari, ritenute di proprietà del terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson.
La questione in discussione è relativa alla veridicità delle affermazioni contenute nei cataloghi e al significato di avvertenze quali i “potenziali offerenti devono accertarsi mediante esame” dei vini acquistati. A questo proposito, John Kapon, dirigente della Acker aveva affermato che “facciamo del nostro meglio per controllare tutte le bottiglie che offriamo in asta e fa parte della routine eliminare le bottiglie di cui abbiamo dubbi sull’autenticità o la conservazione”. Brad Goldstein, direttore degli affari aziendali della William Koch Oxbow Group, da parte sua, ha commentato che “non si dovrebbe essere in grado di scrivere qualsiasi sciocchezza nel catalogo e poi un’avvertenza sui rischi scritta in piccolo nella parte posteriore”. In sostanza, dice Goldstein, è una presa in giro dei consumatori. La battaglia legale ora continua. In gioco c,è la fiducia dei consumatori nelle case d,aste che potrebbe portare alla messa in crisi delle vendite di questo nicchia di mercato.
- Nuova Zelanda, una vendemmia al ribasso
I dati definitivi della vendemmia 2010, in Nuova Zelanda, registrano un calo pari al 7%. Complessivamente sono state raccolte 266.000 tonnellate di uva, cioè 19.000 in meno sul 2009, confermando così le stime dell’associazione dei produttori. Quest’ultima aveva indicato una vendemmia compresa tra le 265.000 e le 285.000 tonnellate, calcolate su una superficie vitata in produzione di 33.200 ettari, in aumento di 2.000 ettari sul 2009. “I produttori e le aziende vedono con favore un raccolto ridotto”, ha affermato Philip Gregan, direttore dell’associazione, “e le abbondanti annate 2008 e 2009 avvenute in concomitanza con la crisi economica mondiale, avevano messo l’industria del vino neozelandese in condizioni difficili”.
La diminuzione della produzione ha interessato le regioni di Marlborough (-5%), Hawkes Bay (-5%) e soprattutto Gisborne (-21%). La qualità dell’annata sembra molto promettente: anche se il raccolto era iniziato un po’ più tardi sull’anno scorso, il clima di marzo e aprile ha favorito la corretta maturazione delle bacche. Inoltre, il caldo combinato con una riduzione delle rese ha incrementato il potenziale aromatico delle uve. Philip Gregan ritiene che il calo dei volumi non dovrebbe incidere sulle esportazioni del prossimo anno. “Nonostante il ciclo economico sfavorevole, le nostre esportazioni sono aumentate del 27%, negli ultimi 12 mesi. Il volume esportato, nel prossimo anno, si dovrebbe mantenere allo stesso livello”.
- California, vigneti di Pinot Grigio in crescita ma il re è lo Chardonnay
Se sino a qualche decennio fa il Pinot Grigio era una varietà pressoché sconosciuta tra i vigneti della California, in tempi più recenti è diventata una delle più richieste. Infatti, secondo il California Grape Acreage Report, nel 2009, gli ettari di questa uva hanno raggiunto 12.698 ettari sui 2.692 del 2000; quindi, quasi 4 volte di più. Negli Usa, ancora oggi e nonostante i nuovi impianti Pinot Grigio, è ancora sinonimo di vino italiano, morbido, di acidità contenuta e buona aromaticità. In California ha trovato condizioni climatiche eccellenti e insieme alla popolarità di cui il nome gode, ha fatto sì che la sua diffusione tuttora sia in crescita nelle varie contee dello Stato.
La superficie vitata più estesa - oltre 4.000 ettari - è nella San Joaquin County, che insieme a Monterey, Sacramento e Yolo County, rappresentano oltre la metà del totale presente nello Stato. Se il Pinot Grigio avanza, lo Chardonnay mantiene inalterato il suo primato. Secondo l’ultimo rapporto 2009, con 94.986 ettari, è l’uva bianca più diffusa della California e leader “varietale” dell’ultimo decennio, con un fatturato in continuo incremento. Secondo le stime di Gomberg-Fredrikson & Associates, rappresenta il 27% del volume di vino da tavola della California spedito nel mercato statunitense nel 2009. Lo Chardonnay, inoltre, supera di diverse misure anche il Cabernet Sauvignon che, con 75.791, è la varietà rossa più presente nei vigneti californiani ed, in particolare, in Napa Valley, Sonoma County e Lodi-Woodbridge.
- Argentina: vendemmia 2010 meno 8% sulla media storica
Dopo la vendemmia 2009, che aveva registrato un calo del 25% sul 2008, anche il raccolto 2010 subisce, rispetto alla media, un decremento. I dati di qualche mese fa, infatti, stimavano un leggero aumento che, però, è stato limitato a causa delle gelate tardive. Il raccolto 2010 è pari al 22% su quello del 2009, cioè 2, 59 milioni di tonnellate sui 2,13 milioni di tonnellate, ovvero il 26% nella regione di Mendoza (1,8 milioni di tonnellate contro i 1,4 milioni di tonnellate nel 2009). A sua volta, la vendemmia 2009 è calata del 25% sul 2008. Rispetto, però, al 2010, la media storica, rivela che il calo è limitato all’8%.
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