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VINO E TERRITORI

Valorizzare le diversità e accogliere sul territorio: il rilancio dell’Oltrepò Pavese passa da qui

A WineNews, Andrea Giorgi, riconfermato al vertice di Terre d’Oltrepò, realtà leader del territorio: “c’è un Oltrepò Pavese tutto da scoprire”

Trasformare frammentazione e diversità da punto di debolezza a punto di forza, lasciano al passato il clichè di un territorio diviso, perchè il mercato è grande e c’è spazio per tutti, dai grandi produttori alle piccole nicchie. Passa anche da qui, oltre che da una maggiore e forse troppo sottovalutata accoglienza di consumatori e turisti nel territorio, il futuro dell’Oltrepò, un pezzo di storia del vino italiano e della spumantistica italiana, terra di grandi bollicine a base di Pinot Nero, secondo Andrea Giorgi, confermato alla guida di Terre di Oltrepò di Broni, la più grande realtà del territorio, che conta oltre 800 soci (e proprietaria, in partnership con il colosso trentino Cavit, de La Versa, marchio storico della spumantistica del territorio e d’Italia, produttrice del primo metodo classico millesimato della storia del Belpaese). Realtà leader di una denominazione che non ha il posto che invece potrebbe meritare, e che deve lasciare da parte il passato per guardare al futuro.
Il rilancio - spiega Giorgi a WineNews - può partire proprio dalla diversità. L’Oltrepò Pavese conta 13.500 ettari di vigneti (di cui i soci di Terre di Oltrepò curano poco meno della metà, in 55 Comuni) che da 0 a 450-500 metri sul livello del mare. Possiamo sbizzarrirci, attingere a diverse altitudini e anche a diversi terreni, una ricchezza che non è seconda a nessuno. I nostri enologi possono sperimentare e giocare sempre sull’alta qualità, possiamo scatenare la creatività colpendo gusti di consumatori diversi ma sempre con un profilo qualitativo altissimo. E lo dicono dopo una vendemmia 2020 con basi spumanti che promettono prodotti eccezionali. La diversità, che è stato punto di debolezza, può diventare punto di forza. Per quello che io definisco un Oltrepò tutto da scoprire”.
Secondo Giorgi, infatti, uno degli asset sui cui puntare per il rilancio dell’immagine e della conoscenza del territori, è portare turisti e consumatori a scoprirlo, a visitarlo. “Un aspetto sottovalutato da molti è proprio quello di portare le persone sul territorio, per farlo conoscere. Siamo molto vicini a città come Milano, che dista meno di un’ora. Possiamo attirare tante persone, che possono diventare i primi ambasciatore dei prodotti che hanno assaggiato”. Una visione del territorio, dunque, che arriva dal vertice della sua realtà più grande, che ha riconfermato Giorgi alla presidenza, e Marco Forlino, in qualità di vicepresidente. La novità assoluta del nuovo mandato è l’istituzione di un comitato esecutivo che vaglierà e controllerà l’attività dei vertici, organo voluto dallo stesso Giorgi per garantire trasparenza e chiarezza sull’operato.
Il Comitato Esecutivo è composto, oltre che dagli stessi Giorgi e Forlino, dai consiglieri Enrico Archili Cevini, Andrea Berbieri e da Davide Musselli. Invitato permanente è Mattia Affini, in rappresentanza del socio sovventore Confcooperative: “colgo l’occasione - spiega Giorgi - per ringraziare tutti i soci per la fiducia dimostrata. Siamo consapevoli di aver tracciato in questi anni una strada nuova e valida per la nostra cooperativa che punta alla qualità e quindi ad una maggiore remunerazione per tutti. Oggi abbiamo davanti altri tre anni per sviluppare al meglio il nostro piano industriale, per aggredire nuovi mercati come gli Stati Uniti, il Canada, il sud Est Asiatico ed il nord Europa e per continuare e perfezionare tutti quei progetti che ci hanno fatto fare il salto di qualità come, per esempio, la collaborazione con l’enologo Riccardo Cotarella per la selezione vini di La Versa.
I vertici sono stati tutti riconfermati. Ho voluto fortemente costituire un Comitato Esecutivo che mi affiancherà nel lavoro. Avrà un ruolo chiave per limitare e monitorare attentamente l’operato del Presidente e farà da collante tra i vertici societari e il consiglio in merito all’attività in generale. Sono convinto che darà un valore aggiunto alla gestione della cantina e rappresenta, per tutti, un segno di trasparenza”.
Una rielezione che è arrivata nel pieno della seconda ondata Covid-19: “siamo in una situazione generale di difficoltà che tocca da vicino il nostro settore che lavora in simbiosi con il mondo dell’Horeca, tra i più martoriati dalla pandemia. Abbiamo messo in atto una serie di strategie on-line, abbiamo perfezionato l’e-commerce, puntando sul mercato della “tastiera” che ci permette di avvicinare un pubblico ampio e variegato. È stato un investimento fondamentale ed indispensabile, ancor più oggi che le vendite al mondo della ristorazione e al dettaglio sono compromesse dall’emergenza”.

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