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ANALISI WINENEWS

Vendemmia, dalla Sicilia all’Umbria è già tempo di bianchi: quantità in calo, ma che qualità

Intanto, dal Friuli all’Alto Adige, dal Soave al Gavi, dalle Marche alla Campania, verso la raccolta si respira grande ottimismo
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Anche per i bianchi inizia la vendemmia

Con i primi grappoli in cantina, nei territori top della spumantistica italiana la vendemmia 2020 è già nel vivo, e nei prossimi giorni sarà la volta dei bianchi, che, per la verità, hanno già mosso i primi passi, sia in Sicilia che in Umbria, ma anche in alcuni dei territori rossisti top, come quello del Brunello di Montalcino, del Sagrantino di Montefalco e del Barbaresco, a partire dalle varietà internazionali, più precoci, dal Sauvignon al Pinot Grigio, passando per lo Chardonnay, mentre per i grandi autoctoni, dal Friulano al Verdicchio al Grechetto, ci vorrà ancora qualche giorno. Le impressioni, però, sono positive, l’andamento stagionale e lo stato di salute del vigneto, dal Trentino Alto Adige alla Costa d’Amalfi, come raccontano a WineNews alcuni dei produttori simbolo della produzione bianchista del Belpaese, fanno sperare in un’annata davvero ottima, galvanizzata da questi ultimi di giorni, in cui l’escursione termica tra il caldo del giorno ed il fresco della notte promette ricchezza aromatica e grande eleganza. Insomma, sembra che la natura provi in qualche modo a restituire quanto ha tolto nei mesi della pandemia, con un’annata quantitativamente in media con le ultime vendemmie, e qualitativamente molto promettente.
Si parte proprio dalla Sicilia, da Planeta, dove la raccolta dei bianchi è già a buon punto.
“La vendemmia è iniziata da giorni, abbiamo preferito muoverci in anticipo per garantire freschezza ed eleganza a quella che sarà l’annata 2020”, dice Alessio Planeta, alla guida della griffe siciliana. “Così, i Sauvignon sono già in cantina, Chardonnay e Grillo sono a buon punto, ed abbiamo iniziato anche la raccolta delle uve di Viognier e di Moscato. Ci aspettavamo qualcosa in più a livello quantitativo, invece sarà una campagna sotto la media, del 10%, ma non è un problema, dopo tutto ciò che abbiamo vissuto in questi mesi era importante garantire una produzione di qualità, più che di quantità, e da quel punto di vista siamo decisamente soddisfatti”.
Anche in Umbria, come anticipato, la raccolta è iniziata, a partire dalle uve del Cervaro della Sala, griffe della Marchesi Antinori, in cui nasce uno dei bianchi più celebrati e premiati d’Italia, dove “le uve di Chardonnay di Castello della Sala garantiscono un’ottima qualità, mentre a livello quantitativo sarà una vendemmia decisamente più scarsa della media”, dice l’ad di Marchesi Antinori, Renzo Cotarella. Poco distante, anche tra i filari della Arnaldo Caprai, simbolo del Sagrantino di Montefalco, “la raccolta degli internazionali, ossia Chardonnay e Sauvignon, è iniziata sotto il segno della qualità e dell’equilibrio tra acidità e ricchezza aromatica. Per il Grechetto, invece, c’è da aspettare ancora qualche giorno”, spiega Marco Caprai, alla guida della cantina umbra.
In Trentino Alto Adige, tra i filari di San Michele Appiano,
“la raccolta inizierà tra due settimane, anche se qualcuno ha già iniziato a raccogliere le basi spumanti. Le uve non sono ancora mature, in collina, a 450 metri, aspetteremo fino al 7 settembre. Le uve sono bellissime - racconta Hans Terzer, storico enologo della cantina altoatesina - e le rese, dopo la vendemmia verde, sono nella media degli ultimi anni. Speriamo che il tempo sia clemente, e di portare in cantina tanta qualità”.
Anche sul Collio si respira ottimismo, come racconta Ornella Venica, alla guida della griffe friulana, che lunedì inizierà “a raccogliere le varietà precoci, quindi Sauvignon e Pinot Grigio, delle vigne più giovani, quelle intorno all’azienda. Dopo mesi tanto difficili, nei quali abbiamo perso il 30% del giro d’affari, è bello che la natura ci restituisca qualcosa, ossia uve bellissime, figlie di un’annata perfetta: piogge al momento giusto, poi il caldo, adesso l’escursione termica perfetta per conferire aromi e profumi alle uve. In termini quantitativi, invece, il territorio ha deciso un taglio del 20% sui 110 quintali ad ettaro previsti dal disciplinare: forse avremmo potuto optare per lo stoccaggio, ma in effetti nelle cantine c’è ancora molto vino”.
Poco lontano, sui Colli Orientali del Friuli, la musica non cambia, e suona le note “di un’annata che si prospetta di grande qualità. Cominceremo a raccogliere le varietà internazionali, come il Pinot Grigio, nei primi giorni di settembre - spiega Annalisa Zorzettig, a capo della cantina di famiglia - per poi continuare con le varietà autoctone, e quindi Ribolla e Friulano. Qui l’andamento climatico è stato perfetto, ha piovuto al momento giusto e adesso gli sbalzi termici ci regaleranno aromi e profumi interessanti: ne sapremo di più ad inizio settembre , quando i primi grappoli arriveranno in cantina”.
Nelle Marche, terra di Verdicchio ma non solo, “la maturazione delle uve procede spedita, in anticipo di qualche giorno sulle medie stagionali, le piante stanno benissimo, e le uve - dice Michele Bernetti, alla guida della griffe delle Marche, la Umani Ronchi - sono belle e sane. A parte un po’ di grandine, dalla quale comunque ci siamo salvati, non c’è stato alcun problema, e se in termini quantitativi sarà un’annata di rimbalzo rispetto alla 2019, a livello qualitativo le mattine fredde garantiranno acidità ed eleganza. A inizio settembre partiremo dai vigneti di pianura, per proseguire seguendo le alture ed ovviamente le maturazioni degli altri vigneti”.
Sarà “una vendemmia anticipata quella del Gavi, dove si susseguono giornate di sole e caldo”, come racconta Roberto Ghio, presidente del Consorzio del Gavi. “Le notti che si vanno via via rinfrescando sono invece propedeutiche a profumi e aromi. Sin qui, l’andamento è stato perfetto e le uve sono decisamente sane, credo che il giorno giusto per cominciare a a raccogliere possa essere il 10 settembre”.
Decisamente più complessa la situazione tra i filari eroici di Marisa Cuomo, sulla Costiera Amalfitana: “siamo in leggero ritardo, dopo una primavera fresca ed umida, finita solo a giugno. La nostra è una vendemmia che, come sempre, conoscerà 3 o 4 diverse epoche vendemmiali. Sul mare potrebbe iniziare il 10 settembre, in altura a novembre, senza alcuna omogeneità, perché coltiviamo tante varietà autoctone - da vigneti molto vecchi - ognuna con le sue tempistiche, e non abbiamo mai adottato sistemi di allevamento moderni, e questo vuol dire rese di circa 60 quintali ad ettaro”.
Infine, il Soave, dove i mesi estivi hanno registrato temperature senza estremi, ventilazione e un perfetto apporto idrico che hanno portato le vigne a essere rigogliose e sane, senza attacchi di peronospora o altre malattie. Le vigne di Garganega e Trebbiano di Soave sono quindi in ottimo stato e con un produzione nella media: 450.000 ettolitri. La vendemmia, per le terre del Soave, dunque è prevista per il 20 di settembre. “Ci stiamo preparando ad una vendemmia da un lato estremamente promettente, dall’altro con qualche nuvola all’orizzonte - dice Sandro Gini, presidente del Consorzio - anche il nostro Consorzio si è dimostrato reattivo e in grado di rispondere alle problematiche che ci si sono poste davanti e siamo sicuri che saprà reagire con prontezza anche in futuro”.

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