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Vendemmia, giù i primi grappoli dei rossi d’Italia più celebri nel mondo: dalla Corvina per l’Amarone della Valpolicella al Sangiovese per Brunello di Montalcino, Chianti e Chianti Classico, avanti Bolgheri, soprattutto con i Merlot. Attesa a Barolo

Mentre in Italia molte uve bianche sono in cantina, ed in qualche territorio sono state raccolte, in parte, anche le varietà rosse più precoci, in una vendemmia anomala come quella del 2017, tra gelo in aprile e caldo e siccità fino ad oggi, succede anche che, negli ultimi giorni di agosto, siano stati tagliati anche i primi grappoli che andranno a dare vita ai grandi vini Rossi che sono in testa all’immaginario dei winelover del mondo se si parla d’Italia: Amarone della Valpolicella, Brunello di Montalcino, Bolgheri, con i suoi Supertuscan, e Chianti (e Chianti Classico), denominazione e parola italiana tra le più famose e conosciute nel mondo. Unico grandissimo che, ad ora, grazie a condizioni climatiche meno estreme, manca all’appello, è il Barolo. Secondo quanto raccontano gli stessi produttori a WineNews, “proprio ieri abbiamo raccolto i primi grappoli di Corvina per l’Amarone, nella Tenuta Novare, nel vigneto Ritocchino”, racconta a WineNews Andrea Lonardi, direttore operativo di Bertani Domains (famiglia Angelini), che specifica: “il grosso verrà più avanti, tra qualche giorno, vedremo anche l’effetto delle piogge annunciate in questo fine settimana che speriamo daranno sollievo e maggiore equilibrio. Ma la Valpolicella, devo dire, avendo girato tutta Italia, è in generale una “mosca bianca” in questa annata, abbiamo davanti, potenzialmente una bellissima vendemmia”. C’è da aspettare ancora qualche giorno, invece, per i primi grappoli raccolti in Valpolicella da Masi, che ha invece iniziato a vendemmiare nel Valdobbiadene (Chardonnay) in Friuli (Pinot Grigio) ed in Trentino (Chardonnay e Pinot Nero per base spumante e Pinot Grigio).

Intanto, anche tra i filari di Montalcino, terra del Brunello, sono caduti i primi grappoli di Sangiovese. E se c’è chi, come Soldera (Case Basse), uno dei nomi top del territorio (che non imbottiglia più il suo vino come Brunello dopo lo sversamento doloso delle sue botti qualche anno fa, ndr), ha già portato tutta l’uva in cantina, testimonianze di grappoli di Sangiovese già tagliati arrivano da realtà come Col d’Orcia, da Il Poggione (per il Rosso di Montalcino), e da Frescobaldi (Castelgiocondo e Luce della Vite), che è tra le realtà che hanno già raccolto i primi grappoli che andranno a produrre Chianti e Chianti Classico, in diverse zone. A proposito di Chianti Classico, la vendemmia delle varietà internazionali è ormai conclusa, e per i primi grappoli di Sangiovese è tutto pronto: il 4 settembre si dovrebbe cominciare praticamente dappertutto.

A Bolgheri, poi, terra di Supertuscan, anche per la precocità di varietà come Merlot e Cabernet rispetto al Sangiovese, combinata all’anticipo medio di 15 giorni proprio, ad oggi, di questa annata, diverse uve sono già in cantina, come testimoniano, tra le altre cantine, realtà come Grattamacco (del gruppo Collemassari di Claudio Tipa), soprattutto i Merlot, come conferma Federico Zileri (Castello di Bolgheri, Tenuta Argentiera e presidente della Doc Bolgheri).
Dal “sestetto” dei rossi italiani più importanti e celebri nel mondo, manca ancora il Barolo, i cui Nebbioli, tra un andamento climatico che nelle Langhe è stato leggermente diverso dalla gran parte del resto d’Italia, e le caratteristiche del vitigno, le uve sono ancora ben salde sui filari e, secondo diversi produttori, salvo clamorose sorprese, i primi grappoli non cadranno prima della metà di settembre.

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