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VINI NATURALI

Vini “non conformi” al disciplinare? Arriva il sostegno dei colleghi. Ecco la ricetta di VinNatur

Una sorta di tutoraggio, di accompagnamento e approfondimento, per capire gli errori e migliorare, in un confronto continuo con l’associazione
VINNATUR, Italia
Vini “non conformi” al disciplinare? Arriva il sostegno dei colleghi. La ricetta Vinnatur

Vini “non conformi”. Che fare? Arriva il sostegno dei colleghi. Una sorta di accompagnamento e approfondimento per capire gli errori e migliorare, in un confronto continuo con l’associazione. È ciò che prevede il Disciplinare VinNatur quando l’analisi multiresiduale (uno screening di 211 principi attivi immessi nel ciclo dei prodotti ortofrutticoli mediante pesticidi o fertilizzanti ed una analisi riguardante l’anidride solforosa totale) effettuata su una selezione a caso dei vini dei produttori associati, risultano al di sopra dei limiti consentiti dallo statuto.
I vini naturali non hanno una certificazione ufficiale riconosciuta dalle istituzioni. Alcune associazioni però, come appunto VinNatur, a garanzia del consumatore e di credibilità e trasparenza, hanno stabilito un disciplinare a cui le aziende aderenti devono sottostare. Questo disciplinare prevede anche che un vino imbottigliato non contenga tracce di pesticidi e non superi determinati limiti di anidride solforosa totale (nello specifico, dev’essere inferiore a 50mg/litro per vini bianchi, frizzanti, spumanti e dolci e inferiore a 30 mg/litro per vini rossi e rosati).
Una volta effettuate le analisi, i risultati vengono spediti al produttore, e nel caso un vino non risultasse “conforme” ai limiti stabiliti, il consiglio contatta direttamente l’azienda per instaurare un dialogo e capire cos’è andato storto, iniziando una sorta di tutoraggio di sostegno da parte di altri produttori per capire dove e cosa si sta sbagliando nel modo di condurre il vigneto e nei trattamenti effettuati. Nessuna rigidità o presa netta di posizione, insomma, che avviene invece nel momento in cui, per tre anni di fila i risultati non migliorano: solamente a quel punto è previsto l’allontanamento dall’associazione.
“Quando facciamo le analisi e un campione risulta contenere tracce di pesticidi la cosa giusta da fare non è alzare subito le barricate - sostiene Daniele Piccinin, vicepresidente di VinNatur - ma cercare di capire insieme al produttore quale può essere stato il problema. Non è così scontato che le tracce derivino dall’uso diretto di pesticidi in vigneto. In alcuni casi possono esserci contaminazioni, anche da attrezzature promiscue. La maggior parte delle volte chi risulta positivo a queste analisi accetta il confronto ed è aperto alle critiche costruttive che gli vengono fatte”.
Quest’anno i vini analizzati sono stati 67 e sono stati raccolti ad aprile durante l’ultima edizione di Villa Favorita direttamente dalla tasting room riservata ad operatori e giornalisti. La selezione è stata fatta a caso e senza avvertire il produttore che il suo vino sarebbe stato prelevato. Dall’analisi dei campioni sono emersi tre casi contenenti residui rispetto al limite consentito in agricoltura biologica. Per quanto riguarda la solforosa su 67 campioni 35 sono risultati essere al di sotto di 10 mg/litro, altri 30 al di sotto di 50 mg. Solo due casi sono risultati leggermente al di sopra di questo valore.

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