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VINO ED EVENTI

Vinitaly.Usa, il debutto a Chicago per il presidio del più importante mercato del vino al mondo

Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: “rispondiamo alla richiesta di qualità dei consumatori del mondo e che l’Italia può offrire”

“Con Vinitaly negli Usa rispondiamo alla richiesta di qualità che hanno i consumatori di tutto il mondo e che l’Italia può offrire. Ovviamente, non basta avere dei prodotti eccezionali, ma bisogna saperli promuovere in modo sinergico e questa iniziativa con i tanti buyer presenti possiamo già dire che è una sfida vinta, tanto che anche i francesi hanno chiesto di partecipare. L’Italia, quindi, apre nuove strade e anche gli altri, che prima erano considerati quelli che dettavano la linea, in alcuni casi, vorrebbero accodarsi a noi in una proposta al mercato che offre qualità”. Così il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha brindato al debutto di Vinitaly.Usa, a Chicago, che si chiude oggi, e che nella città più celebre dell’Illinois, e tra le capitali economiche di quegli Stati Uniti che, per i vini italiani, sono il primo approdo straniero (1,1 miliardi di euro l’export nei primi 7 mesi 2024, a +7,3% sullo stesso periodo 2023), ha riunito 1.500 tra buyer, operatori dell’horeca e Gdo accreditati, 230 aziende italiane presenti, e 1.650 etichette in degustazione. Un debutto importante nel mercato più importante del vino, e dove il Belpaese è leader in valore e volume.
Un primato da coltivare, anche attraverso “un’intensa azione di diplomazia, per favorire l’export, e il vino ha un ruolo di primo piano in questo impegno. Iniziative come Vinitaly.Usa sono esempi virtuosi di partenariato tra pubblico e privato ed eccezionali strumenti di promozione del nostro saper fare”, ha detto in un messaggio il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani. A ribadire l’importanza della sinergia tra imprese e istituzioni, come hanno fatto anche il presidente Veronafiere, Federico Bricolo, e il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, è stato anche il presidente di Ita - Italian Trade Agency, Matteo Zoppas, che ha ribadito “la forte azione di sistema-Paese su un mercato fondamentale per i prodotti creati con grande capacità dall’imprenditoria italiana, ed è stata premiata la visione strategica di questo progetto condiviso”.
Un debutto, quello di Vinitaly, a Chicago, a cui ha brindato anche il Governatore dell’Illinois J.B. Pritzker che ha ricordato “il forte legame tra il vino e l’Illinois, dove esiste una produzione enologica di grande qualità da oltre 150 anni. Questa è la ragione - ha proseguito Pritzker - per la quale siamo davvero contenti di condividere giornate come questa con voi, perché penso che lo spirito dei successi che avete ottenuto in Italia vada condiviso anche qui, con noi. Gli Usa sono il più grande mercato per il vino italiano. Ma non è il solo motivo perché il nostro legame con voi è così stretto. Chicago è una vera e propria testimonianza dell’influenza che gli italiani hanno avuto qui nel nostro Paese. Dal cibo all’arte, alla cultura, all’architettura, all’arte, all’agricoltura. Le connessioni sono molte e si possono trovare nell’intera nostra città”.
Un legame, quello tra Italia e Usa, che, nel vino, trova uno dei suoi esempi migliori. Basti pensare che “le vendite di vino italiano negli Stati Uniti sono più che raddoppiate in valore nell’ultimo ventennio, per un aumento del 148%, e nel 2024 potrebbero arrivare a sfiorare 1,9 miliardi di euro, il massimo di sempre”, ha ricordato Coldiretti, tra le tantissime rappresentanze agricole o della filiera del vino, che hanno partecipato a Chicago (Confagricoltura, Unione Italiana Vini - Uiv, Federvini ...). Gli Usa, ricorda la Coldiretti sui dati dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), sono il primo consumatore mondiale di vino con 33,3 milioni di ettolitri, e per l’Italia rappresentano in valore il mercato più importante. Ma il Belpaese, ricorda ancora l’organizzazione agricola, è anche il principale fornitore in volume degli States, con 450 milioni di bottiglie vendute. “Un quarto è rappresentato dal Prosecco, che risulta il più popolare tra i consumatori americani, anche se sono ormai sempre di più le etichette delle diverse regioni che hanno acquisito notorietà tra i buongustai a stelle e strisce. Con il vino che come straordinario ambasciatore del made in Italy ha un effetto traino anche sulle vacanze, tanto che il 90% dei turisti americani indica il vino e il cibo italiani come il primo motivo di scelta per passare le proprie ferie nel Belpaese, secondo un’indagine realizzata da Coldiretti e dalla piattaforma specializzata “I Love Italian Food” (Ilif), associazione no profit che ha come mission il far conoscere e difendere la vera cultura enogastronomica italiana nel mondo”. “La partecipazione, a Chicago, rientra nelle iniziative che Coldiretti sta portando avanti per la promozione del vino italiano a partire dalla comunicazione dei suoi valori, ed in questa ottica il nostro ringraziamento non può che andare a tutti i soggetti che stanno condividendo questo impegno a sostegno del Paese e dei produttori agricoli: l’Ice, le Ambasciate, il Ministero degli Esteri e quello dell’Agricoltura - ha spiegato il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - il vino, i vigneti e i viticoltori portano con sé arte, storia, cultura, tradizioni, convivialità, territori, paesaggi, biodiversità, tutela dell’ambiente, enoturismo. Un patrimonio da difendere su tutti i mercati, per il quale auspichiamo un sostegno attivo anche da parte dell’Europa”.
Ma, intanto, il vino del Belpaese deve guardare al futuro forte della sua qualità e del suo valore, come ricordato, dagli Usa, da Albiera Antinori, alla guida di una delle più importanti aziende del vino italiano, e presidente Federvini (Gruppo Vini): “l’eccellenza del vino italiano si esprime attraverso la sintesi di storia, territorio e cultura. In un mercato globale competitivo, eventi come la “New York Wine Experience” by Wine Spectator (di scena nei giorni scorsi a New York, come abbiamo raccontato qui) e Vinitaly.Usa si rivelano occasioni strategiche per riaffermare il primato del made in Italy, negli Stati Uniti che si confermano essere un mercato nel quale il vino italiano ha tutte le carte per raggiungere ulteriori traguardi”.

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