Il potere di acquisto delle persone ridotto un po’ in tutto il mondo dall’inflazione, il salutismo crescente, le preoccupazioni della vita quotidiana amplificate dalle continue, drammatiche notizie che arrivano dai diversi fronti di guerra, e non solo: sono tanti ed importanti, come noto, i fattori che incidono negativamente sui consumi di vino. Ma anche in una fase complicata come questa, tanti calici, nel mondo, continuano ad essere degustati, tanti brindisi celebrati, e tante bottiglie stappate. Ed il giro d’affari del settore, a fine 2024, toccherà i 339,1 miliardi di dollari per 24 miliardi di litri, di cui 175,9 miliardi derivanti dal consumo tra le mura di casa, e 163,2 spesi in ristoranti, bar, enoteche con mescita e locali in genere. Per continuare a crescere, poi, del +1,5% in valore, ogni anno, fino al 2029. È il “sogno di una notte di mezza estate”, per citare Shakespeare, o più prosaicamente la previsione, aggiornata a luglio, dal portale Statista, che ha pubblicato dati curiosi.
I consumi domestici in volume, per esempio, nel 2024, dovrebbero attestarsi a 18,4 miliardi di litri, il che si tradurrebbe in un prezzo medio, per il consumo di vino “domestico”, a livello mondiale, di 9,5 dollari al litro, mentre nel fuori casa, dove i volumi sono stimati in appena 5,6 miliardi di litri, il prezzo medio si aggirerebbe sui 29,1 dollari al litro.
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