Una sezione dedicata alle bevande non alcoliche nei programmi di studio delle istituzioni della sommellerie e, in prospettiva futura, nelle wine list dei ristoranti. Tutt’altro che una boutade, quella di un allargamento dell’orizzonte a quanto c’è di analcolico, per i professionisti della ristorazione e della mixology, è diventata una necessità: sempre più giovani decidono di non bere né vino né birra né cocktail, una scelta condivisa, per motivi culturali e religiosi, da centinaia di milioni di persone in ogni angolo del mondo. Si aprono così prospettive nuove per un mercato tutto da costruire, su cui si affacciano già diversi brand, come la birra Big Drop Brewing Co. o il “vino” Nine Elms, ma anche gli aperitivi di Æcorn Aperitifs, da pochi mesi sul mercato ma già capace di stringere una partnership con la Guida Michelin e di iniziare una vera e propria azione di lobbying sul Wset - Wine & Spirits Education Trust, la più antica istituzione dedita all’educazione del vino, che in Gran Bretagna spinge per l’inserimento di un modulo incentrato sulle bevande analcoliche, così da aprire il mondo del pairing ad un universo di prodotti tutto nuovo.
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