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I VALORI DEGLI SFUSI

Vino e prezzi, Brunello di Montalcino e Amarone sopra i 1.150 euro ad ettolitro, Barolo oltre i 900

Crescono le Dop più importanti, giù i vini comuni. I dati di Camere di Commercio e Ismea, analizzati da WineNews. Mentre aumentano le giacenze
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Botti in cantina (ph: Mario La Pergola via Unsplash)

Il prezzo dei vini comuni che scende, anche in maniera sensibile, e quello delle denominazioni più prestigiose e quotate che è stabile o in crescita. A metà strada tra la fine della vendemmia 2022 e le festività di fine anno, decisive per i bilanci delle cantine tricolore, è il quadro di sintesi che arriva dall’analisi WineNews tra le quotazioni aggiornate delle Camere di Commercio, a cui afferiscono i prezzi delle denominazioni più blasonate, e l’andamento dei prezzi dei vini comuni registrato da Ismea.
Sull’ultimo monitoraggio a fine luglio, in fase pre-vendemmia, i prezzi delle grandi denominazioni rossiste, ovvero Brunello di Montalcino, che tocca i 1.200 euro ad ettolitro, Amarone della Valpolicella, che lo tallona a 1.150 come quotazione massima, e Barolo, sopra i 900 euro, sono tutti in crescita.

Ma andiamo con ordine, partendo, per valore della denominazione più quotata, dalla Toscana. Secondo la Camera di Commercio di Siena, alla data del 23 novembre 2022, il Brunello di Montalcino 2018, che entra in commercio a gennaio 2023, viaggia tra gli 850 ed 1.100 euro ad ettolitro, mentre l’annata 2017 (che entra sul mercato nella versione Riserva, ndr), spunta quotazioni tra i 950 ed i 1.200 euro ad ettolitro. Sostenute anche le quotazioni del Rosso di Montalcino: si parte da 300 euro ad ettolitro sia per la vendemmia 2020 che per la 2021, toccando i 450 euro ad ettolitro nel primo caso, ed i 400 nel secondo. Veleggia tra i 275 euro minimi della vendemmia 2017 ed i 345 euro massimi dell’annata 2020 il Chianti Classico delle annate tra la 2017 e la 2021, mentre si muove tra i 340 ed i 390 euro ad ettolitro il Nobile di Montepulciano 2019, di poco sopra ai valori della 2017 e 2018.
In Piemonte, invece, secondo la Camera di Commercio di Cuneo, con i dati aggiornati al 28 settembre 2022, il Barolo Docg 2017 oscilla tra 810 e 890 euro ad ettolitro, mentre l’annata 2018 viaggia tra gli 851 ed i 914 euro ad ettolitro (prezzi, in questo caso rilevati a luglio-agosto), mentre per la 2019, che entrerà in commercio a gennaio 2023, non sono rilevati i prezzi. Lo sono, invece, per la stessa annata del Barbaresco, che spunta prezzi tra i 623 ed i 650 euro (che scendono tra i 476 ed i 490 euro ad ettolitro per la vendemmia 2018).
In Veneto, ancora, al 21 novembre, secondo la Camera di Commercio di Verona, Amarone e Recioto della Valpolicella 2019, 2020 e 2021 si muovono tra 1050 e 1100 euro ad ettolitro, e tra 1.100 e 1.150 per la versione Classico, mentre il Ripasso va da 320 a 340, che salgono da 360 a 390 per la versione Classico. Mentre tra i bianchi spicca il Lugana, con valori tra i 380 ed i 360 euro ad ettolitro. Sul fronte Prosecco, invece, i dati sono quelli della Camera di Commercio di Treviso, aggioranti al 22 novembre. Il Prosecco Doc si muove tra 205 e 225 euro ad ettolitro, si sale a 230-240 per la Docg Asolo, mentre la Docg Conegliano Valdobbiadene oscilla tra 300 e 315, forbice che si allarga tra 305 e 320 per la tipologia Rive, e che vola tra 900 e 1.000 euro per il Cartizze (che per gli esigui numeri di produzione, però, di fatto non registra scambi di prodotto sfuso, ndr).
In questo quadro, invece, sono in netto calo i prezzi dei vini comuni: ad ottobre 2022, secondo Ismea, i prezzi dei bianchi, in media, si muovono sui 3,88 euro ad ettogrado, in calo del -9,2%, mentre i rossi comuni sono scesi addirittura del -15,8%, a 3,67 euro ad ettolitro. Dati valoriali che raccontano di una tenuta dei vini di fascia più alta, e di una tensione sulle quotazioni che, invece, va allentandosi per quelli comuni. E che si accompagnano a quelli, in netta crescita, delle scorte di cantina: al 31 ottobre 2022, nel Belpaese, si contavano 46,6 milioni di ettolitri di vino (+26,4%), 17,7 milioni di ettolitri di mosti (+98,1%) e 15,1 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (+3,6%). Con il 52,1% delle scorte fatta da vini Dop, ed il 26,3% da Igp, secondo l’ultimo report “Cantina Italia” del Ministero dell’Agricoltura.

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