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Allegrini 2024
IL RICONOSCIMENTO

Vino eccellenza d’Italia: Marilisa Allegrini nominata Cavaliere del Lavoro da Mattarella

Alla guida di una delle più importanti realtà dell’Amarone (e non solo), arricchisce la lista dei Cavalieri del Lavoro legati al mondo del vino

Il vino, eccellenza italiana che tutela e valorizza i territori, che racconta nel mondo l’Italia migliore, che crea economia e lavoro. Una storia italiana animata da tanti piccoli e grandi imprenditori del vino, premiati dal mercato, e sempre più spesso anche dalle istituzioni, in questo caso dalla più prestigiosa carica, il Presidente della Repubblica. Riconoscimento che, in questo 2020 difficilissimo, è andato ad una delle grandi regine dell’Amarone della Valpolicella e non solo, ovvero Marilisa Allegrini, che guida, con il fratello Franco, la storica azienda di famiglia (valorizzando anche un progetto culturale e di accoglienza di altissimo livello come quello della storica Villa della Torre a Fumane, ndr), che, negli anni, ha esteso i suoi possedimenti in altri territori top del vino italiano, da Montalcino, con San Polo, ed a Bolgheri, con Poggio al Tesoro.
“La nomina del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Cavaliere del Lavoro - commenta Marilisa Allegrini - mi rende orgogliosa in quanto donna, imprenditrice del settore vitivinicolo, che ho cercato di valorizzare nei miei viaggi di lavoro nel mondo, ed infine come veronese e veneta, terra di grande laboriosità. L’attestazione di cui sono onorata capita in un momento molto difficile per l’economia e la vita del nostro paese e spero che rappresenti un segnale di speranza e riscatto di cui tutti sentiamo il bisogno”.
Insieme a lei, in questo 2020, sono diventati Cavalieri del Lavoro altri nomi importanti dell’agroalimentare italiano, da Ferruccio Ferragamo, a cui il riconoscimento è arrivato, ovviamente, per il lavoro nel settore della moda, ma che possiede anche Il Borro, splendido borgo dedicato all’accoglienza di alto livello, all’agricoltura e alla produzione di vino nell’Aretino, a Nicola Fiasconaro, uno degli artigiani della pasticceria più famosi nel mondo, celebre soprattutto per la produzione tipica del torrone, ma anche per i panettoni (firmati anche in partnership con la griffe della moda Dolce & Gabbana). E, ancora, tra Cavalieri del Lavoro 2020 legati al settore agroalimentare, figurano anche Mario Frandino, ad di Sedamyl, leader in Italia nella trasformazione del frumento, Luciano Martini, fondatore e presidente di Unigrà, riferimento nella trasformazione e vendita di grassi alimentari e semilavorati per il settore alimentare, e Giorgia Serrati, presidente di Icat Food, realtà che si occupa di importazione e distribuzione di conserve ittiche e vegetali.
Nomi che si aggiungono ad un elenco che, come detto, conta i grandi nomi del vino italiano. Da Piero Antinori, che con la Marchesi Antinori è uno dei massimi ambasciatori del vino e dell’eleganza enoica italiana, a Bruno Ceretto, uno dei grandi che ha fatto la storia di Barolo, da Arnaldo Caprai, la cui cantina, guidata dal figlio Marco Caprai, ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco ed il suo territorio nel mondo, a Franco Argiolas, produttore di riferimento della Sardegna del vino, da Paolo Panerai, alla guida di Class Editori (e azionista di maggioranza del Gambero Rosso) e produttore di grandi vini in Toscana (con Castellare di Castellina nel Chianti Classico e Rocca di Frassinello in Maremma) e in Sicilia (con Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare), da Sandro Boscaini, alla guida di una delle realtà leader dell’Amarone della Valpolicella, Masi, a Maria Cristina Loredan Rizzardi, la cui famiglia annovera tra i propri avi anche un Doge di Venezia e proprietaria della cantina Guerrieri Rizzardi, e ancora tre grandi nomi che hanno fatto la storia del vino di Sicilia, come il patriarca Diego Planeta, fondatore della cantina Planeta, oggi guidata da Alessio, Francesca e Santi Planeta, Giacomo Rallo, creatore di Donnafugata (e scomparso nel Maggio 2016), oggi guidata da Antonio e Josè Rallo, e Giuseppe Mastrogiovanni Tasca, fondatore della griffe Tasca d’Almerita, oggi guidata da Alberto Tasca d’Almerita, fino a Gino Lunelli, presidente ad honorem della Cantine Ferrari di Trento, oggi guidate da Matteo Lunelli (insieme a Camilla, Alessandro e Marcello Lunelli). Passando, ancora, per personaggi come Ezio Rivella, enologo-manager che, negli anni Ottanta del Novecento, è stato anima della nascita di Castello Banfi, uno dei più grandi investimenti privati nati da zero (da parte della famiglia italo-americana Mariani) nel mondo del vino italiano. Tanti nomi che raccontano l’eccellenza dell’imprenditoria enoica del Belpaese.

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