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STORIE DI FAMIGLIA

Vino, gelato e arte nel genio toscano della famiglia Bagnoli, da Sammontana a Fattoria La Leccia

Dal colosso dell'industria del gelato, alla produzione di vino ed anche eccellenza nell'arte contemporanea con le opere di Marco Bagnoli

Vino, gelato e arte sono tre capisaldi della cultura italiana. Addentrandosi nella campagna toscana, ad un passo dalle terre che furono di Leonardo da Vinci e nei terreni che in un passato remoto appartenevano a Machiavelli, ci si imbatte in una famiglia che ha posto qui il suo trittico di successi imprenditoriali, dedicati proprio a queste tre eccellenze.
In questo fazzoletto di terra a pochi chilometri da Firenze, in territorio di Montelupo Fiorentino, hanno sede le attività della famiglia Bagnoli. Su tutti spicca il nome Sammontana, fiore all’occhiello della produzione di gelato industriale italiana, azienda con più di 1.000 dipendenti e un fatturato che supera i 400 milioni di euro. Alla testa del colosso dell’industria dolciaria si trovano Loriano Bagnoli, presidente, Leonardo e Marco Bagnoli come amministratori delegati.
Ed inerpicandosi per le dolci colline tipiche del Chianti, a Montespertoli, si trova la Fattoria La Leccia, realtà dedicata ai vini toscani, con Sangiovese e Trebbiano come vitigni protagonisti di una produzione artigianale che al vertice vede Paola Bagnoli.
Infine, l’arte, in mezzo ai filari, a Montelupo Fiorentino, si trova l’atelier creativo di Marco Bagnoli, l’artista della famiglia, e vicepresidente Sammontana, che, dagli anni Settanta, ha esposto con le sue opere di arte contemporanea nei musei e nelle gallerie più prestigiose del mondo.
La famiglia Bagnoli ha fatto la storia dell’imprenditoria alimentare toscana e italiana, a partire dall’immediato secondo dopoguerra quando Romeo Bagnoli avviò la produzione di gelato partendo dalla trasformazione del latte della Fattoria Sammontana alla scalata del mercato azionario detenendo, attualmente, il 20% della fetta di mercato per il gelato industriale e il 40% della croissanterie surgelata, sul mercato italiano.
Una questione di famiglia anche nel vino, dunque, la Fattoria La Leccia è la realtà produttiva, acquisizione degli anni Settanta da parte dei tre fratelli Renzo, Sergio e Loriano, titolari, all’epoca, del gruppo Sammontana
Ad oggi Fattoria La Leccia conta 20 ettari vitati in produzione, riconosciuti con la certificazione biologica dal 2019; si affiancano 40 ettari di bosco e la superficie occupata da 3.500 piante di olivi di cultivar Leccino, Frantoio, Moraiolo, Pendolino e la rara Madonna dell’Impruneta. Dal 2019, inoltre, è stata avviata anche l’apicoltura. Al timone della produzione della fattoria si trova l’enologo Gabriele Gadenz, già vincitore del Premio Gambelli per il miglior enologo under 34 anni.

Largo alle nuove generazioni. Al femminile, però. Proprio le quote rosa contraddistinguono questa azienda. Nella gestione sono, in prima linea, tre donne della famiglia Bagnoli: Paola, la prima ad aver creduto nel progetto di “rinascita”, che si occupa della parte agricola e della cantina, Sibilla, che cura la comunicazione, e Angelica che segue la parte amministrativa e quella artistica. Lorenzo, fratello di Sibilla ed Angelica, apporta competenza e passione per il vino.
Sotto il cielo della Toscana centro nord, tra le nuvole gonfie, le vedute, i castelli, i filari, gli ulivi e l’armonia che da secoli regola la vita e la fantasia degli uomini, l’artista della famiglia, Marco Bagnoli, osserva il mondo e realizza le sue opere; installazioni in grado di donare luce unica ed equilibrio al contesto circostante, unendo materie diverse e visioni. A WineNews, Marco ha tracciato un parallelo tra mondo dell’arte e mondo del vino: “prima di tutto, quello che conta, è l’idea poi c’è tutto il processo per concretizzarla. L’arte e la vigna si avvicinano per questo aspetto e sono entrambe a disposizione dell’animo umano e della meraviglia. La vigna è la miniera, la materia prima, e poi il processo di affinamento in cantina; così è nell’arte. Si parte da cose molto semplici e si trasformano in qualcosa di più grande, ma è l’idea che domina. Fare vino, come fare arte, è un processo alchemico, in questo senso questi due mondi si incontrano.”
Vino

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