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VIGNETI D’OLTREMANICA

Vino in Uk, nel 2024 aumentano vendite, export e cantine, ma i costi preoccupano il settore

L’Industry Report di luglio 2025 di WineGb: la vendita diretta copre il 30% del totale. Gli ettari di vigneto sono cresciuti del 510% dal 2005

1.104 vigneti (+74%), per un totale di 4.841 ettari (+510% dal 2005) di cui 3.763 in produzione attiva; 238 cantine (+25%) presenti, 99 varietà di uva piantate con lo Chardonnay in testa seguito dal Pinot Nero; Kent (1.239 ettari), West Sussex (671 ettari) ed Essex (469 ettari) come contee a più alta vocazione vitivinicola. Ed ancora, una produzione da 10,7 milioni di bottiglie nel 2024, in calo sulle 21,6 del 2023, con il 69% che sono spumanti e il 31% vini fermi (dato in crescita); 9,1 milioni (+3%) di bottiglie vendute (quasi due terzi, 6,2 milioni, sono quelle di sparkling, categoria che ne ha prodotte 7,3 milioni nel 2024), ed un export (+35%) che copre il 9% delle vendite, mentre quelle dirette arrivano al 30%, in lieve calo: il 20% del vino si vende in cantina e l’11% online. E, poi, 3.300 occupati a tempo pieno e 13.000 stagionali con il 90% dei produttori che assumerà nei prossimi tre anni. Sono i numeri del vino in Uk, riassunti nell’Industry Report di luglio 2025 di WineGb, l’associazione nazionale dell’industria vinicola inglese e gallese.
Una fotografia che lascia soddisfatto il settore che, comunque, resta preoccupato per i costi da sostenere. “Il 2024 ha dimostrato che, nonostante le difficili condizioni agricole, politiche ed economiche, il settore vinicolo nazionale del Regno Unito è resiliente”, ha commentato Sam Linter, presidente WineGb, prossimo, ad agosto, a lasciare il timone dell’organizzazione, e che ha aggiunto, facendo anche un resoconto sulla sua esperienza, come “abbiamo continuato a crescere in termini di vendite e produzione, il che è una grande testimonianza dell’incredibile lavoro svolto dalle migliaia di viticoltori, enologi, team di vendita e di molte altre persone che supportano lo sviluppo del settore”.
Il 2024 è stato un anno difficile a livello produttivo, “condizioni meteorologiche avverse e piogge ricorrenti hanno portato a una maggiore pressione delle malattie”, spiega il report. Ma nonostante “la resa media sia stata la più bassa dal 2016, l’espansione dei vigneti nell’ultimo decennio ha portato il 2024 a essere il quarto raccolto più grande in assoluto, dopo il 2023 (21,6 milioni di bottiglie), il 2018 (13,1 milioni) e il 2022 (12,2 milioni). La qualità delle uve e la concentrazione degli aromi fruttati sono state ampiamente elogiate dai produttori e pur trattandosi di un’annata più piccola, sarà sicuramente molto richiesta”.
Eppure, non mancano le difficoltà, sottolineate più volte dal comparto inviando appelli alla politica. “Dal picco raggiunto a luglio 2024 - spiega GbWines - la fiducia dei consumatori è diminuita e non si è ancora ripresa (fonte citata, Statista, giugno 2025, ndr). Il settore dell’ospitalità, dalla legge di bilancio 2024, ha perso 69.000 posti di lavoro. Si tratta di un cambiamento radicale, poiché nel 2023 sono stati creati 18.000 nuovi posti di lavoro (fonte citata, Uk Hospitality, ndr). Poiché le vendite di vino dipendono fortemente dall’incontro e dalla condivisione di momenti piacevoli, questo contesto rende più difficile la crescita. Inoltre, ci troviamo ad affrontare una serie di scelte politiche particolarmente penalizzanti che incidono sui profitti dei produttori. Prima ancora che una bottiglia venga venduta, siamo colpiti dall’aumento dei contributi previdenziali nazionali a carico dei datori di lavoro, dall’introduzione delle tasse di responsabilità estesa del produttore (che riguarda gli imballaggi, ndr) e dagli aumenti delle accise sugli alcolici”. Per Gb Wines, inoltre, “la situazione è aggravata dai tagli al Governo. Come categoria, abbiamo assistito a un sostegno finanziario minimo per le esportazioni da parte del Dipartimento per le Imprese e il Commercio. Il nostro Dipartimento principale, quello per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali, subirà una riduzione media annua del 2,7% nella spesa per le risorse nei prossimi tre anni, a seguito dell’ultima “Spending Review”. Vogliamo semplicemente essere in grado di competere ad armi pari”.
Proteste, dunque, non nuove e che erano partite anche dalla Wine and Spirit Trade Association - Wsta, importante associazione di categoria, mentre il Governo inglese, intanto, sembra accelerare sulla prevenzione, pensando ad inserire le informazioni nutrizionali e messaggi sanitari in etichetta, oltre al divieto di vendita ai minori di 18 anni anche delle bevande “No-Lo”.

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