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Vino & investimenti: il Liv-Ex 1000, il più grande tra gli indici della piattaforma di riferimento Liv-Ex, ad agosto 2016 ha raggiunto il suo massimo storico, superando il record del 2011, in piena “bolla” cinese. Bene anche l’Italia con l’Italy 100

Italia
Il Liv - Ex 1000, il più vasto tra indici a disposizione, con l’ennesimo aumento consecutivo in agosto, ha raggiunto il suo massimo storico

Dopo le tante notizie positive delle ultime settimane, per i grandi vini da investimento è arrivato l’ennesimo record, certificato dal Liv-Ex, la piattaforma di riferimento del settore. Il Liv-Ex 1000, il più vasto tra gli indici a disposizione, con l’ennesimo aumento consecutivo registrato ad agosto, ha raggiunto il suo massimo storico, a quota 281,62 punti, in crescita del 14,84% da gennaio 2016 ad oggi, superando il precedente picco di 279,69 punti registrato a luglio 2011, quando la “bolla” dei collezionisti cinesi, che avevano portato i vini di Bordeaux a quotazioni pazzesche, era al massimo della sua espansione. Poi, sottolinea il blog del Liv-Ex (http://goo.gl/Hdw2Aw), si era assistito ad un notevole ribasso, con una caduta del 13,3% fino ad agosto 2014, a quota 242,6 punti. Una perdita che, in un anno e mezzo, è stata più che recuperata, evidentemente, segno che il mercato delle etichette più prestigiose e ricercate dai collezionisti del mondo non conosce crisi, come confermano anche le performance di tutti i sottoindici del Liv-Ex 1000.
Dal Liv-Ex Bordeaux 500, che mette insieme tutte le ultime 10 annate dei più importanti nomi di bordolesi, cresciuto, da gennaio 2016, del +16,21%, al Bordeaux Legends (selezione delle migliori vecchie annate a partire dal 1982), a +19,5%, dal Burgundy 150 (le ultime 10 annate fisiche dei nomi migliori di Borgogna), a +15,4%, passando per lo Champagne 50 ed il Rhone 100 (composti dalle ultime 10 annate fisiche delle etichette più importanti dei due territori), rispettivamente dell’8,7 e del 7,6%, e per il Rest of the World 50, sottoindice che monitora le quotazioni delle ultime 10 annate fisiche di vini icona da tutto il mondo, come i californiani Dominus (Dominus Estate) e Opus One (Opus One Winery), l’australiano Grange (Penfolds), il portoghese Taylor (Taylor’s) e lo spagnolo Vega Sicilia Unico, a +6,5%. Ed, in questo contesto, non è da meno il Belpaese, con l’Italy 100 (che mette insieme le ultime 10 annate fisiche di Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Solaia, Tignanello, Barbaresco e Sorì Tildin di Gaja, Barolo Vigne di Luciano Sandrone, Redigaffi di Tua Rita e Guado al Tasso di Antinori), che fa segnare il +7,9% nel 2016.
Una crescita costante, quella del mercato dei fine wine, ricorda il Liv-Ex, progredita senza battute di arresto da dicembre 2015, e che poi ha goduto di una notevole accelerazione dalla fine di giugno, dopo il voto del Regno Unito a favore della “Brexit”, che ha indebolito la Sterlina, favorendo gli investimenti sul mercato secondario da parte dei collezionisti e wine merchant che operano in euro e dollaro.

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