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LO SCENARIO

Vino, se a trainare la (piccola) crescita dell’export italiano, nel 2023, sono le “altre” Regioni

Con la “locomotiva Veneto” in crescita, ma sotto la media nazionale, e Toscana e Piemonte stabili, la spinta maggiore arriva da altri territori
Italia
Il vino e le sue tipologie (illustrazione by Freepik)

Se la “locomotiva Veneto”, con i suoi 627 milioni di euro di vino italiano esportato nel primo trimestre 2023 (su un totale di 1,77 miliardi di euro) continua ad essere forza trainante del vino italiano, sebbene la sua crescita in valore (+3%), sia inferiore a quella nazionale (3,8%), quel poco di aumento dei valori che si è visto nel primo quarto 2023, con le altre due grandi “big” come Toscana e Piemonte sostanzialmente ferme sui livelli del 2022, è tutto da imputare ad altre Regioni del Belpaese, solitamente meno sotto i riflettori quando si parla di performance economiche. Almeno a guardare i dati approfonditi dell’Istat sul periodo in questione.
Se come detto, il Veneto ha dato il suo comunque notevole ed imprescindibile contributo alla crescita, infatti, il Piemonte di Barolo e Barbaresco, Gavi e Asti, Barbera e Alta Langa, tra gli altri, ha registrato un modesto +0,2%, per un totale di 271 milioni di euro, e la Toscana del Chianti Classico e di Bolgheri, del Brunello di Montalcino e della Vernaccia di San Gimignano, del Chianti e della Maremma, del Morellino di Scansano del Nobile di Montepulciano, ha fatto appena +0,6%, per 268 milioni di euro. Detto che, in ogni caso, queste tre Regioni continuano a valere da sole più della metà delle esportazioni enoiche tricolore (tanto che, insieme, hanno pesato per 5,3 miliardi di euro, sui 7,9 del totale italiano nel 2022), la crescita delle esportazioni, dunque, a guardare le singole performance regionali, è imputabile a Regioni diverse rispetto al solito.
Come il Trentino Alto Adige, che mette a segno un importante +8,9%, per 151 milioni di euro, così come l’Emilia Romagna, a +9,9%, per poco più di 100 milioni di euro. Ancora, molto bene la Lombardia, a +17,4%, per 76,8 milioni di euro, e crescite importanti le registrano anche l’Abruzzo, a +13,5%, per 58,2 milioni di euro, ed il Friuli Venezia Giulia, con un poderoso +28,8%, a quota 48,3 milioni di euro. Tra le Regioni più “pesanti”, in termini di valore, e praticamente sugli stessi livelli del primo trimestre 2022, la Puglia, con i suoi 53,9 milioni di euro, mentre perde qualcosa la Sicilia, che si attesta a 38,8 milioni di euro (-2,4%). Tra le Regioni più piccole, invece, è roboante il +135,5% della Liguria, a quota 7,3 milioni di euro, mentre spicca il +20% del Molise, a 2,1 milioni di euro, così come il +15% della Calabria, a 1,6 milioni di euro, per evidenziare le crescite percentuali più significative, seppur a partire da valori assoluti piccoli.

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