Con 2,5 miliardi di euro di export e una bilancia commerciale in attivo per più di 2,1 miliardi, il 2023 sigilla il recupero e la rimonta sui livelli del pre-Covid per il settore made in Italy delle macchine per bevande, enologia e imbottigliamento. L’ultimo bilancio consuntivo segna infatti un +18,5% sul 2022 (anno che aveva di poco mancato il pareggio con il 2019) e un +13,2% rispetto alla performance precedente alla pandemia. È quanto rivela l’Osservatorio del vino di Unione Italiana Vini (Uiv) che ha elaborato i dati insieme all’Istat. Secondo l’analisi questo trend positivo, che è confermato anche da una ulteriore crescita tendenziale del 12,7% delle vendite fuori confine nei primi 7 mesi di quest’anno (per un controvalore di quasi 1,6 miliardi di euro), dovrebbe portare il saldo delle esportazioni nette di fine 2024 ad almeno 2,2 miliardi di euro.
“Si tratta di uno dei comparti con la più alta propensione all’export - spiega il segretario generale Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti - un altro primato del made in Italy e un asset per l’intero settore vino e bevande che trova il suo punto di forza nella tecnologia e nell’innovazione”. Stando ai numeri dell’Osservatorio, la ripresa del settore negli ultimi 5 anni (2019-2023) è dovuta in particolare alle vendite nei mercati fuori dall’Unione Europea. Che già lo scorso anno rappresentavano quasi i due terzi delle vendite internazionali delle macchine e che adesso sono in crescita del 15% sui valori del 2019, l’anno immediatamente precedente allo scoppio della pandemia da Covid-19. A trainare questa rimonta sono gli Stati Uniti, il primo mercato extra-europeo del vino italiano, e che, nell’ultimo quinquennio. hanno ampliato la loro quota di mercato dal 10,5% al 15,5% grazie ad un balzo delle vendite del 67,5%.
Cresce in doppia cifra, ma sotto la media, anche il valore delle vendite nei mercati comunitari (+9,9% sul 2019), dove Germania e Francia negli ultimi 5 anni hanno fatto particolarmente bene (rispettivamente +16,8% e +14,7%) per poi rallentare la corsa tra gennaio e luglio di quest’anno. A fronte di una timida crescita nei Paesi dell’Unione Europea (+2,4% il risultato complessivo dell’area nei 7 mesi), risultano, nel 2023, infatti in calo del 16,2% le esportazioni verso la Francia, mentre sono stabili quelle verso la Germania, che viene scavalcata dalla Spagna (a +11,5%) per valore delle vendite.
Prosegue invece in volata la corsa dei mercati extra-europei, che mettono a segno un +18,4%, con l’Asia a +31,6%, l’America settentrionale a +11% (gli Usa a +9,9%), e l’America centro-meridionale a +9,8%. Trend e numeri che saranno approfonditi a Simei, edizione n. 30 (a Fiera Milano Rho, 12-15 novembre), del Salone internazionale di riferimento per le macchine per enologia e imbottigliamento. Con 575 aziende e marchi in vetrina e delegazioni estere provenienti da 32 Nazioni (una di queste, con 70 buyer di “altissimo profilo”, proprio dagli Stati Uniti, locomotiva trainante dell’export negli ultimi 5 anni), la rassegna di Unione Italiana Vini farà il punto su novità e innovazioni della tecnologia applicata alla filiera vitivinicola e all’industria beverage in tutte le sue fasi, con focus su vino, liquid food, olio, birra e spiriti.
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