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“FOOD SUMMIT ONU”

Volano i prezzi del cibo, ma i prodotti agricoli vengono pagati ai contadini il 21% in meno

Nel mondo 735 milioni di persone soffrono la fame, secondo l’analisi Coldiretti su dati Fao. Nasce la “World Farmers Markets Coalition”

In tutto il mondo volano i prezzi del cibo, ma ai contadini i prodotti agricoli vengono pagati il 21% in meno; eppure l’inflazione alimentare è cresciuta ovunque nell’ultimo anno, con i prezzi del cibo che sono aumentati su valori che vanno dal +6,7% negli Usa al +13,8% nell’Unione Europea, dove in Italia l’incremento è stato del +10,7%, ma la situazione più difficile si registra nei Paesi poveri, con balzi per fare la spesa alimentare che vanno dal +48% del Burundi al +49% del Pakistan, fino al +52% del Ghana. Il risultato è che la fame nel mondo nel 2022 ha colpito 122 milioni di persone in più rispetto al 2019, per un numero medio stimato di 735 milioni di persone. Ecco i dati che emergono dall’analisi Coldiretti nel “Food Summit Onu”, in corso in questi giorni a Roma, sulla base delle quotazioni dell’indice Fao, che a giugno 2023 (sullo stesso periodo del 2022) è sceso sui valori più bassi dall’inizio della guerra in Ucraina, con -22% per il latte alla stalla e -24% per i cereali nei campi.
Una situazione che rischia di allargare la fascia della povertà alimentare nel mondo, dove l’insicurezza colpisce più chi vive nelle zone rurali: il 33% degli adulti contro il 26% di chi abita nelle zone urbane, con il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in realtà in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia, per effetto delle speculazioni in atto sui prezzi alimentari e sulla terra. Per combattere questa anomalia è nata la “World Farmers Markets Coalition”,  uno dei dieci programmi della Fao selezionati nel progetto di Food Coalition, con l’obiettivo di sostenere i mercati contadini nei diversi continenti, per favorire reddito ed occupazione e combattere la fame. Le organizzazioni fondatrici sono, per l’Italia, Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, Fmc per gli Usa, Grønt Marked per la Danimarca, e Bondens Marked per la Norvegia. Tra i Paesi coinvolti, le cui associazioni con l’occasione aderiranno, ci sono gli Usa, l’Australia, il Giappone, il Canada, il Cile, il Ghana, l’Inghilterra, per una realtà che coinvolge già 250.000 agricoltori e famiglie.
Fra gli obiettivi della “World Farmers Markets Coalition” c’è la diffusione di un modello di sviluppo economico, ambientale e sociale sostenibile, tramite la filiera corta, con il supporto all’agricoltura familiare, la promozione del cibo locale e l’emancipazione degli agricoltori, in particolare delle donne e dei giovani. Punto rilevante dell’azione associativa è la conservazione della biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici.
L’Italia è il Paese dell’Unione Europea con la più estesa rete organizzata di mercati contadini, con 15.000 agricoltori coinvolti in 1.200 farmers market di Campagna Amica. Un sistema organizzato da nord a sud del Paese che non ha solo un valore economico, ma anche occupazionale ed ambientale. Sono 25 milioni gli italiani che hanno acquistato cibo dai contadini, trainati da una nuova sensibilità verso i cibi salutari, ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che portano in tavola. A spingere la spesa dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero e di qualità. Nei mercati dei contadini è possibile anche trovare specialità del passato a rischio di estinzione, che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita, dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte.
Ma le vendite dirette con gli acquisti a km zero tagliano anche del 60% lo spreco alimentare, rispetto ai sistemi alimentari tradizionali, secondo l’Ispra, e garantiscono un contributo importante alla lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici che provocano danni e vittime in tutto il mondo. “Il successo dei farmers market è frutto della legge italiana che premia la multifunzionalità dell’agricoltura - afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale. Siamo di fronte ad una svolta epocale, con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività, fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona”.

Focus: i cibi da salvare nel mondo, in nome della biodiversità
Dal Maca negra peruviano usato come afrodisiaco all’olio di Perilla della Corea del Sud, dalla gelatina d’erba taiwanese ai tartufi di mare del Canada fino al miele di Tupelo georgiano: sono alcuni dei curiosi prodotti salvati nel mondo dall’estinzione, grazie al lavoro di generazioni di contadini, esposti alla Mostra Mercato Internazionale Campagna Amica a Roma, nel “Food Summit Onu”, con gli agricoltori provenienti dai diversi continenti per esporre e far conoscere le loro specialità locali da salvare dall’estinzione.
Un’intera giornata dedicata alla conoscenza di cibi sani e locali provenienti da tutti i continenti e alla necessità di tutelare il reddito di agricoltori, allevatori e pescatori a livello globale. Le specialità che i contadini vendono nei mercati locali del mondo hanno tutte delle caratteristiche assolutamente preziose, sapientemente custodite contro l’omologazione e la banalizzazione alimentare. La possibilità di avere infatti uno sbocco di mercato consente agli agricoltori di continuare a coltivarli e quindi di salvarli dall’estinzione. Un impegno portato avanti anche nonostante i devastanti effetti dei cambiamenti climatici.
L’olio di Perilla è un prodotto della Corea del Sud, particolarmente ricco di Omega 3, che si ricava dall’omonima pianta, che può essere consumata anche come ortaggio. Da Taiwan arriva, invece, la gelatina d’erba, una gelatina-nera marrone a base di una pianta erbacea, la Mesona. Conosciuta anche come xian cao, chin chow o erba divina, è un dolce popolare nell’Asia orientale, normalmente consumato sotto forma di gelatina o bevuto come bevanda. Il Sumac israeliano è la polvere delle bacche essiccate e triturate del sommacco, arbusto piuttosto diffuso in tutta l’area del Mediterraneo e in oriente. È ricco di oli essenziali con effetto antibatterico, ha un potentissimo potere antiossidante e ipoglicemico, e un gusto acidulo che ricorda le foglie dell’erba limoncina. Viene ottenuto, invece, dal nettare dei fiori dell’albero bianco Ogeechee Tupelo il miele di Tupelo, una specialità della Georgia. Questi alberi nascono lungo le sponde dei fiumi, delle paludi e degli stagni. Il miele ha un aroma di pera e luppolo e un sapore simile a quello dello zucchero filato o dell’acqua di rose. Grazie al suo basso contenuto di saccarosio, è indicato anche per i diabetici. Si coltiva in Alaska, negli Stati Uniti, l’Alga Kelp, un’alga bruna molto usata nel settore dietistico-salutista, per dimagrire ma anche per insaporire le pietanze e in particolare zuppe, legumi e minestre. Sempre dal Nordamerica arrivano poi i tartufi di mare, un vegetale marino che cresce sulle coste oceaniche della Nuova Scozia in Canada dal sorprendente odore di tartufo. La Maca peruviana è, invece, una pianta considerata un afrodisiaco, con benefici per la fertilità maschile: ricca di carboidrati, proteine, minerali e amminoacidi essenziali, che le conferiscono una valenza nutrizionale di un certo spicco e rilievo, come rimedio per migliorare le resistenze aspecifiche dell’organismo in risposta agli stimoli di stress esterno, sia fisico che psichico. Dal Perù arrivano anche le pannocchie Arlecchino, un tripudio di colori tutto al naturale, con i chicchi che assumono tonalità molto accese, dal giallo all’arancione dal verde al rosa ma anche toni del viola e del blu. Ma c’è anche la Bacca dorata peruviana, che rappresenta una buona fonte di provitamina A, vitamina K, vitamina B1 e diversi minerali fra cui ferro, magnesio, fosforo, rame, manganese e, soprattutto, potassio. Il frutto fresco è anche un’ottima fonte di vitamina C. Il sapore e l’aspetto ricordano vagamente quelli del pomodoro, anche se il gusto agrodolce è molto più ricco e ricorda più un frutto tropicale. Dalla Danimarca arriva una varietà di grano viola, ricco di antocianine, sostanze antiossidanti della famiglia dei flavonoidi, con il quale preparare biscotti e altri prodotti da forno, mentre viene dalla Nuova Zelanda il pregiato sale della baia di Opito, ottenuto grazie all’evaporazione dell’acqua di mare realizzata con metodi esclusivamente naturali.
“Siamo impegnati in un modello di cooperazione che ha come obiettivo di esportare un modello di sviluppo che punti sulla valorizzazione delle realtà locali, sfruttando le potenzialità dell’impresa familiare e sostenendo così i piccoli produttori del Sud del mondo, minacciati dalla distorsione nei sistemi di produzione e distribuzione degli alimenti che favorisce l’accaparramento delle terre e provoca la fuga dalle campagne verso i Paesi più ricchi dove spesso li attendono la sofferenza e l’emarginazione - dichiara il presidente Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare che - è importante favorire filiere di prodotti locali destinati a soddisfare il fabbisogno alimentare del territorio, anche attraverso la creazione di mercati contadini a chilometri zero,  secondo il modello promosso da Campagna Amica e World Farmers Market Coalition”.

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