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IMPRESE VIRTUOSE

“Welfare Champion”, c’è anche l’agricoltura, con la storica cantina Barone Ricasoli, e non solo

I premiati ed i trend del “Welfare Index Pmi 2022” di Generali Italia, in partnership con, tra le altre, Confindustria e Confagricoltura
AGRICOLTURA, BARONE RICASOLI, CASTELLO DI BROLIO, Confagricoltura, WELFARE INDEX PMI, Italia
Il Castello di Brolio di Ricasoli, icona del Chianti Classico

Il welfare aziendale ha raggiunto un alto livello di maturità e continua a crescere la consapevolezza del ruolo sociale nelle Pmi italiane: oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello base di welfare aziendale. Raddoppia, inoltre, il numero di Pmi con livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022. A dirlo il “Welfare Index Pmi 2022”, realizzato dal colosso assicurativo Generali Italia, in partnership con, tra le altre, Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confcommercio, che ha coinvolto oltre 6.500 le imprese provenienti da tutta Italia e di tutte le dimensioni, e di tutti i settori produttivi. Ed anche l’agricoltura ed il vino hanno i suoi campioni, tra le 121 insignite con le “5W”, le aziende “Welfare Champion” (che erano 22 nel 2017). Come la storica Barone Ricasoli, oggi guidata da Francesco Ricasoli, una delle cantine più storiche e prestigiose d’Italia e del Chianti Classico, dove il Barone Bettino Ricasoli, nell’Ottocento, al Castello di Brolio, mise a punto “la prima ricetta del vino Chianti”. Ma anche l’azienda agricola ed e-commerce di prodotti biologici Natura Iblea-Paniere Bio di Ragusa, la C.B.M. - Cattle Breeding Management di Jesi, azienda di allevamento che collabora con il gruppo Fileni, e ancora, per il tema sempre più sentito dell’agricoltura sociale, la Fattoria Solidale del Circeo - Cooperativa Sociale di Produzione e Lavoro di Latina.
“Campioni agricoli”, di un fenomeno in rapida crescita. La quota di imprese con livello elevato di welfare è massima (70,7% nel 2022 vs 64,1% nel 2017) tra quelle con oltre 250 addetti e molto rilevante (66,8% vs 59,8% nel 2017) nelle Pmi tra 101 e 250 addetti. Raddoppiano le microimprese (da 6 a 9 addetti) con un livello elevato di welfare che passano dal 7,7% del 2017 al 15,1% del 2022. L’incremento è dovuto in buona parte alla semplificazione delle normative e alle risorse pubbliche stanziate per la protezione sociale, incoraggiando le aziende, anche le più piccole, a impegnarsi a propria volta a sostegno delle famiglie. Ancora, emerge che le imprese con un welfare più evoluto ottengono performance di produttività decisamente superiori alla media, crescono molto più velocemente nei risultati economici e nell’occupazione. Nel 2021 l’utile sul fatturato delle aziende con livello di welfare molto alto è stato doppio rispetto a quello delle aziende a livello base: 6,7% contro 3,7%. Le imprese che concepiscono il welfare come leva strategica di sviluppo sostenibile, inoltre, sono raddoppiate, da 6,4% del 2016 a 14,1% del 2022. Ben l’87,5% di queste aziende genera un impatto sociale di livello elevato, contro una media generale del 38%.
“Il welfare è un volano in grado di far crescere la produttività - ha commentato Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali - grazie ad un migliore coinvolgimento dei lavoratori nei processi aziendali. Conoscere e accompagnare i bisogni dei dipendenti è quell’attenzione che denota una chiara e precisa volontà di dare al lavoro una dimensione più ampia. Un coinvolgimento che quasi sempre è ripagato da una rinnovata dedizione alla mission aziendale in grado di aumentare efficienza e produttività. In quest’ottica, il welfare diventa un’opportunità per le aziende e per i suoi lavoratori e viceversa”.
“Confagricoltura è orgogliosa di partecipare in prima linea anche quest’anno all’iniziativa di Generali Italia. Mai, infatti, come in questo delicato periodo storico - ha aggiunto il vice presidente Confagricoltura, Sandro Gambuzza - il welfare aziendale è importante. L’incertezza legata dapprima alla pandemia e ora al conflitto russo-ucraino, ma soprattutto il caro energia e l’aumento dei costi di produzione gravano pesantemente sul bilancio delle famiglie. Dare loro sostegno attraverso il welfare aziendale è quindi fondamentale. Confagricoltura è da tempo impegnata con le sue imprese all’attenzione per le persone, consapevole del ruolo determinante che le aziende, grazie anche allo stretto legame con il territorio e la popolazione, possono giocare nel supportare i propri dipendenti e le loro famiglie”.

Focus - Il Position Paper: “il contributo del welfare aziendale al rinnovamento del welfare italiano”
Nel lancio del rapporto, per la prima volta, è stato presentato il Position Paper firmato dagli esperti del Comitato Guida Welfare Index PMI, intitolato “Il contributo del welfare aziendale al rinnovamento del welfare italiano”. Le iniziative delle imprese, se adeguatamente sostenute, possono crescere ulteriormente nell’interesse stesso delle Pmi. La spesa totale del welfare pubblico e privato italiano nel 2021 ammonta a 785 miliardi. L’80% di questo flusso, 627 miliardi, è a carico dello Stato. Una quota molto rilevante, 136,6 miliardi (pari al 17,4% del totale), è a carico diretto delle famiglie: in media 5.300 euro per famiglia. Una terza quota, molto più piccola, è quella del welfare aziendale e collettivo: 21,2 miliardi, 2,7% del totale.
Dal Paper emerge che il welfare aziendale può rappresentare uno strumento decisivo attraverso il quale investire maggiori risorse in settori chiave e di grande importanza nei progetti del Pnrr: sanità, formazione, inclusione sociale. Oggi il welfare aziendale, infatti, non è più solo un settore complementare del welfare pubblico, ma è diventato anche un fattore di innovazione dei sistemi tradizionali, in grado di generare nuovi modelli di servizio e accelerare la transizione verso modelli di sviluppo sostenibili. Le imprese sono vicine alle famiglie e sono in grado di interpretarne i bisogni e fornire risposte dirette ed immediate. Il welfare aziendale, aprendosi al territorio, può costituire la base di un nuovo welfare di comunità. Emerge inoltre che il welfare aziendale delle imprese si trova a fare i conti con diversi fattori: in primo luogo la frammentazione e la dimensione molto piccola della maggior parte delle aziende; in secondo luogo la necessità di introdurre competenze specialistiche e di relazioni con i sistemi di servizio.
Su queste premesse, secondo il Paper, l’esperienza del welfare aziendale potrà espandersi e dare un contributo rilevante al rinnovamento generale dei sistemi di welfare se le istituzioni pubbliche attiveranno partnership a tutti i livelli con le imprese, aiutandole a mettersi in rete e a costruire progetti condivisi con le altre aziende del territorio, con le strutture della sanità, dell’assistenza e dell’istruzione, con le organizzazioni del terzo settore.

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