Basta tasse sul vino. L’appello arriva dalla Gran Bretagna, dove la Brexit, più o meno imminente, minaccia di inasprire il peso delle accise sul vino importato dall’Unione Europea, che è poi la stragrande maggioranza di quello consumato, vessando, ancora di più, un settore già schiacciato dal fisco. A farsi portavoce di un disagio tutt’altro che nuovo sono alcuni dei maggiori fornitori di vino del Paese, tra cui spiccano i nomi di Treasury Wine Estates, Concha y Toro ed Enotria, che hanno dato vita ad una vera e propria lobby: Wine Drinkers UK, che ha lanciato la campagna social #CutBackWineTax. Anche la scelta del giorno, il 12 agosto, quando la “battaglia” è iniziata ufficialmente, non è casuale: equivale simbolicamente al 61% dell’anno, che è esattamente il peso delle tasse su una bottiglia che costa, allo scaffale, 5 sterline, di cui 2,23 sterline in imposte e 83 penny in Iva. Ma non è tutto, perché mentre i consumatori britannici continuano a pagare più tasse per bere vino di qualsiasi altro Paese europeo, le imposte sugli altri alcolici, dalla birra al sidro passando per i superalcolici, sono rimaste invariate negli ultimi anni: ecco perché a sposare la lotta, oltre ai distributori, ci sono sempre più consumatori e wine writer ...
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