
Da Argiano, storica cantina di Montalcino, con il Brunello Vigna del Suolo 2019 da vecchie vigne, a Ceretto, icona delle Langhe, con i Barolo Bricco Rocche e Brunate 2020 e il Barbaresco Asili 2021; da Franz Haas, tra le cantine di riferimento dell’Alto Adige, con il Manna Vigneti delle Dolomiti Igt 2022, a Ferrari Trento, il brand di bollicine italiane più blasonato, con il Trentodoc Riserva Lunelli 2016; dal Gruppo Mezzacorona, tra i riferimenti della cooperazione vitivinicola italiana e del Trentino, con il Trentodoc Riserva 2015 di Cantina Rotari ed i Musivum Pinot Grigio Superiore 2018 e Teroldego Rotaliano Superiore 2016 di Mezzacorona, a Guerrieri Rizzardi, tra le realtà di punta della Valpolicella, con il Rosso Veronese Clos Roareti 2021; da La Scolca, griffe del vino piemontese, con il Gavi dei Gavi Black Label Limited Edition 2019, a Marchesi di Barolo, custode della storia del Barolo, con i Barolo del Comune di Barolo e Cannubi 2020; da Nino Franco, storica griffe di Valdobbiadene, con il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Brut Nodi 2022, alla Tenuta Cavalier Pepe, un riferimento dell’Irpinia, con il Taurasi La Loggia del Cavaliere Riserva 2016; da Podere Sapaio, tra i progetti enoici più significativi di Bolgheri, con il Sapaio 2020, alla Tenuta Fratini, realtà d’eccellenza sempre del bolgherese, con l’Hortense 2021, passando per Tenute Lunelli della famiglia Lunelli, con il Carapace Montefalco Sagrantino 2019. Sono solo alcuni dei vini italiani preferiti dai migliori palati al mondo, oltre 30 sommelier, molti dei quali sono gli “stellati” della “The World’s 50 Best Restaurants”, da quattro continenti e 18 Paesi, che tra gli oltre 100 vini della “World’s Best Sommeliers’ Selection” 2025 hanno selezionato ben 26 etichette dell’Italia, che domina l’edizione n. 2 della classifica di William Reed, con i vini che non possono mancare nella carte dei vini di un grande ristorante.
Chi sono i sommelier stellati? Da Rodrigo Briseño del Disfrutar di Barcellona, il ristorante n. 1 al mondo, a Mohamed Benabdallah dell’Asador Etxebarri a Bizkaia, il n. 2, da Anthony Gopal del Kol di Londra a Diego Vásquez Luque del Central di Lima, da Kristell Monot del Mugaritz di Errenteria a Milan Rukavina del Gaggan Anand di Bangkok, da Andrea Roug Sala del Geranium di Copenhagen a Ryan Bailey di Kato a Los Angeles, da María Florencia Rey del Maido di Lima a Rubén Elias Velazquez del Quintonil di Mexico City, da Pablo Jesús Rivero del Don Julio di Buenos Aires a Kevin Lu del Logy a Taipei, da Nobuhide Otsuka del Sézanne di Tokyo a Tam Chaisiri Tassanakajohn del Nusara di Bangkok, per citarne solo alcuni, accanto agli italiani Agnese Morandi del Table by Bruno Verjus di Parigi (il n. 3 al mondo), Lorenzo Lentini dell’Ikoyi Restaurant St. James’s di Londra, Jacopo Dosio del Piazza Duomo di Alba, Matteo Bernardi de Le Calandre di Rubano, Veronica Guiducci dell’Uliassi di Senigallia, e con con Jhonel Faelnar dell’Atomix di New York, a guidare la giuria dei colleghi.
Oltre la metà dei vini della selezione dei top sommelier sono europei, tra Paesi storici
produttori come la Francia (con nomi come le Maison dello Champagne Jacquart, Jacquesson e il
Domaine Alexandre Bonnet, e Château d’Esclans), la Spagna (da Familia Torres a Bodegas de los Herederos del Marqués de Riscal), Portogallo (con Graham’s e non solo), e l’Italia, ma anche quelli che sono sempre più riconosciuti per la loro eccellenza enologica, come l’Ungheria e la Repubblica Ceca. Ma si va dall’Argentina (con Catena Zapata) alla California (con la Robert Mondavi Winery), dal Cile (con Clos Apalta) alla Nuova Zelanda, dall’Oregon al Sudafrica, dall’Australia (con House of Arras) ad Israele, dall’Uruguay alla Georgia.
E con l’Italia che ha riaffermato la sua supremazia vinicola, con 26 vini che si sono guadagnati un posto nell’ambita lista, più di qualsiasi altro Paese. Per lo più si tratta di rossi, con i vini a base Nebbiolo che hanno particolarmente impressionato i sommelier - nella selezione ce ne sono 7 - di stimati produttori delle Langhe come Marchesi di Barolo e Ceretto. “In un mercato sempre più competitivo, per noi è fondamentale rimanere all’avanguardia sulla scena mondiale, quindi avere i nostri vini scelti da un gruppo di sommelier così rinomato a livello mondiale ha un valore inestimabile”, ha detto Valentina Abbona della storica famiglia alla guida di Marchesi di Barolo. Ma 7 sono anche i vini bianchi, tra cui primeggia il Trentodoc, in particolare, di Ferrari e Cantina Rotari. In generale, tra le regioni, spiccano in classifica Piemonte (con 8 vini), Toscana (7) e Trentino Alto-Adige (7).
“La selezione dei migliori sommelier del mondo è una testimonianza della passione, della competenza e dell’impegno della comunità globale del vino - sottolinea Andrew Reed, ad Wine and Exhibitions William Reed, che stila le “The World’s 50 Best Restaurants” e “World’s Best Vineyards” - è un privilegio riunire questo gruppo eterogeneo di sommelier, ognuno con le proprie vedute, per degustare e celebrare vini provenienti da tutti gli angoli del globo. Il nostro obiettivo è fornire ai produttori una piattaforma che non solo metta in risalto la qualità e l’innovazione nel settore vinicolo, ma costituisca anche una risorsa preziosa per i professionisti del vino in tutto il mondo”.
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