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DISTRETTI DEL VINO

Se la vendemmia inizia ad animare i filari e promette bene, il Monferrato è da tempo in fermento

Dalla Barbera d’Asti all’Asti, al Nizza, ultimo nato, il distretto tra Asti e Alessandria (pari a metà del Vigneto Piemonte) fa sistema
ASTI, DOUJA D'OR, FILIPPO MOBRICI, MONFERRATO, PIEMONTE, Italia
Il distretto del Monferrato, Patrimonio Unesco, fa sistema

Anche in quell’affascinante angolo di Piemonte che è il Monferrato, territorio storico ed in cui si è scritta e si scrive storia del vino italiano, tra le colline, i pascoli e le “cattedrali sotterranee” comprese tra Asti ed Alessandria, si vendemmia. Ma se il taglio dei primi grappoli anima i filari e promette bene, dalla Barbera d’Asti all’Asti e Moscato d’Asti, dal Grignolino alla Freisa, dal Dolcetto al Ruché, dal Brachetto d’Acqui all’ultimo nato, il Nizza (su una superficie vitata attorno ai 22-23000 ettari, circa metà del totale piemontese), tutto attorno il territorio vive da tempo di nuovo fermento. E se l’impulso che ne fa uno dei distretti del vino più vivaci d’Italia, lo ha dato in parte il riconoscimento Unesco, con le Langhe ed il Roero, alla base di una strategia unitaria di sviluppo e promozione, non sempre, poi, ragionare ed agire in un’ottica di sistema, specie quando i protagonisti che convivono in uno stesso territorio sono tanti, è cosa facile. “Ci sono vari fattori. Il primo è un cambio generazionale che ha visto nuovi produttori ringiovanire e dare vivacità e apertura al territorio, che ha portato addirittura alla nascita di un nuovo vino, il Nizza Docg, ma anche l’arrivo di aziende importanti che ha fatto uscire da nicchie strettissime vini come il Ruché - è la fotografia a WineNews di Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, di Piemonte Land of Perfection - un’effervescenza che si è unita a quella di enti di riferimento come il nostro Consorzio, pronti ad un cambio di strategia, e che ha intrapreso un’opera di promozione che ha visto gli investimenti passare in pochi anni da qualche decina di migliaia di euro a milioni. Un cambio di marcia, con nuove attività, non solo di tutela ma anche per quella promozione troppo a lungo trascurata, a partire dalle proprie radici, che sono il Moscato e la Barbera, e grazie anche ad rapporto pubblico-privato che funziona. Attività delle quali nel breve si stanno già vedendo piccoli risultati ma che alla lunga stanno portando ad una nuova consapevolezza da parte dei produttori di avere grandi prodotti ed al crescere del loro valore percepito al di fuori, testimoniato in primis da una rinnovata attenzione di media, esperti e addetti ai lavori che ogni anno vengono nel nostro territorio. Stiamo seminando bene, dobbiamo raccogliere i frutti”.
Entrare in contatto con lo spirito del distretto è possibile con l’entrata nel vivo del “Settembre Astigiano”, che vede le eccellenze vitivinicole, gastronomiche e culturali dell’astigiano, del Monferrato e del Piemonte unite nell’evento clou che da oltre mezzo secolo è la più importante vetrina nazionale di promozione e comunicazione territoriale: la “Douja D’Or”, il Salone Nazionale dei Vini Selezionati, che torna ad Asti (7-16 settembre), “con oltre 283 vini premiati dal Concorso Enologico Nazionale, di cui 36 da Oscar”, spiega il direttore Onav Francesco Iacono, e, tra le novità la Douja del Monferrato, con le etichette del Consorzio della Barbera in abbinamento ai prodotti del territorio e, restando in tema, il ritorno di Piatto&Dolce d’Autore con tutte le tipicità della cucina locale. “La “Douja d’Or” - aggiunge Mobrici - rappresenta un’occasione di promozione sempre più concreta e riconosciuta per tutto il mondo del vino piemontese. Per questo abbiamo deciso di investire fortemente in questa edizione, in un’ottica di sviluppo condivisa con le istituzioni”. E nella quale ci sarà anche la selezione Brand Piemonte, pensata “per valorizzare le tecniche di sostenibilità ambientali sempre più importanti per il settore vitivinicolo e l’agricoltura in generale”, ricorda Giorgio Ferrero, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte (che, tra gli altri, ha stretto anche un accordo con Trenitalia per treni speciali diretti ad Asti, ndr). Sostenibilità di cui si parlerà anche nel convegno “Enoturismo: vino, paesaggio, cultura. Lo sviluppo competitivo e sostenibile del turismo di qualità” a cura di Ma.De, Non solo ambiente e WikiAcademy (11 settembre), una riflessione sulla necessità di una visione sostenibile dello sviluppo turistico in un territorio che ha conquistato l’Unesco.
Un evento, che, però, è solo preludio ad un ricco cartellone di eventi in tutto il territorio. “Un patrimonio fondamentale per l’intero territorio che rappresenta la sintesi ideale di tradizione, capacità di evoluzione e innovazione produttiva”, spiega il presidente della Camera di Commercio di Asti Renato Goria, e che, aggiunge Gian Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio di Alessandria, “anche in vista dell’accorpamento delle nostre camere provinciali, mette in evidenza come l’unione delle due realtà attraverso il Monferrato debba esserne occasione di valorizzazione e tutela per l’intero comparto enogastronomico, turistico e culturale. Un cammino che ci vede fortemente coesi e insieme dalla parte delle imprese dell’intero territorio”. Fondamentale “il rinnovarsi virtuoso della collaborazione pubblico-privato, che rende sinergico il lavoro di tutti i comparti economici con una vera e propria azione di partenariato attivo, che ci vede al fianco di enti, istituzioni e operatori del territorio in questa comune azione di valorizzazione. Un’attività di sistema che deve creare sempre più le condizioni necessarie per formare e offrire opportunità ai giovani del territorio”, sottolinea Mario Sacco, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e del Polo Universitario Rita Levi Montalcini, che il 14 settembre ospiterà in Aula Magna la presentazione delle opportunità formative “Dal vino al sociale. L’Università di Asti per il territorio”.

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