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CIBO E INFRASTRUTTURE

Non è un Paese per infrastrutture. Il gap italiano limita la competitività delle imprese alimentari

L’allarme, nei numeri della ricerca di Nomisma, lanciato da Grow!, il forum sulla crescita di Agrinsieme a Roma
AGRICOLTURA, AGRINSIEME, GIAN MARCO CENTINAIO, INFRASTRUTTURE, NOMISMA, Non Solo Vino
L'Agricoltura italiana soffre la mancanza di infrastutture

Non è un Paese per le infrastrutture. L’Italia in questa speciale classifica si distanza dai “top” d’Europa e la conseguenza è un “rallentamento” dell’import e dell’export anche per i beni agroalimentari. Nell’Unione Europea il Belpaese si trova, infatti, al posto n. 11 per la dotazione infrastrutturale di reti fisiche, con una densità di 23 km su 1000 km2 di autostrade, di 55 km su 1000 km2 di linee ferroviarie e di 0,1 aeroporti per 1000 km2. Emerge dalla ricerca “Il sistema infrastrutturale al servizio dell'agricoltura italiana”, condotta da Nomisma per Agrinsieme, e presentata oggi a Roma a “Grow!”, la piattaforma per la riflessione sulle policy che influenzano il futuro del settore agroalimentare.
L’indice infrastrutturale (indice Nomisma) pari a 157 è di poco inferiore alla Francia (163) ma superiore alla Spagna (112). Però se ci si sposta verso nord la situazione cambia e il distacco da chi è all’avanguardia nella dotazione di infrastrutture, come i Paesi Bassi, si fa più marcato:l’intensità della presenza infrastrutturale è infatti meno della metà nel nostro paese. Ciò ha delle conseguenze sulla movimentazione interna delle merci e, in particolar modo, di beni agroalimentari tra le aree specializzate nella produzione rispetto al bacino di trasformazione e consumo, ma anche nel raggiungimento di mercati più lontani e promettenti. E ciò nonostante l’Italia rimanga al sesto posto per volumi agrifood movimentati in Unione Europea (oltre 30 miliardi di ton-km) anche se il peso relativo appare ancora limitato rispetto ad altri competitor (Spagna, Francia e Polonia per i prodotti agricoli e Polonia, Germania e Spagna per i prodotti alimentari). Ma se il traffico oltre i confini nazionali è in aumento (+6% nel quinquennio 2012-17), i volumi complessivamente movimentati dall’Italia calano (-3%): ad invertire la tendenza ci pensano i prodotti agricoli (+16%) mentre sono in calo i prodotti alimentari (-2%).
L’equazione “assenza di infrastrutture uguale assenza di competitività nelle imprese” può essere presa come sintesi del grido d’allarme lanciato dal comparto produttivo presente a “Grow!”, il Forum promosso da Agrinsieme, il coordinamento nazionale che riunisce Cia - Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Agroalimentare, con la partecipazione del sottosegretario alle Politiche agricole Franco Manzato. Il problema delle infrastrutture si amplifica con i “consumi interni al palo” e spesso l’alternativa per un comparto che conta 1,3 milioni di imprese, un quarto del totale, con 3,2 milioni di occupati è quella di “cavalcare lo sviluppo del commercio online e dell’export in mercati emergenti extra Ue”. Ma il gap appare forte anche in ambito digitale: secondo lo studio Nomisma per Agrinsieme, solo un’impresa su dieci realizza almeno l’1% del proprio fatturato mediante vendite online, mentre l’incidenza arriva all’1,7% in media nell’Unione Europea. “In Italia - ha detto il responsabile d’area Nomisma, Denis Pantini - l’ecommerce nel Food & Beverage risulta ancora limitato (0,5%) e sono solo il 24% delle imprese ad avere un accesso a Internet a 4 Megabyte. Anche i costi della logistica vedono l’Italia al diciannovesimo posto, sotto competitor quali Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Francia”. Essere al passo con i tempi appare fondamentale perché, come ha anche evidenziato Davide Rota, Amministratore Delegato di Linkem, “una delle maggiori innovazioni che le infrastrutture immateriali e il 5G possono portare all’agricoltura è la possibilità di ottimizzarne la produzione, oltre a rendere disponibili sul mercato nuove tipologie di offerta. La tecnologia applicata all’agricoltura può inoltre fornire strumenti di valutazione obiettivi che consentano di ottenere il massimo valore economico nel rispetto dei vincoli ambientali”.
Per le imprese, emerge un forte ritardo rispetto alle principali economie europee in riferimento alla velocità della connessione fornita, nell’ambito della quale l’Italia si posiziona al terzultimo posto nell’Unione Europea. “L’Italia - ha sottolineato il presidente Agrinsieme, nonché n.1 di Copagri, Franco Verrascina - è al posto n. 11 nell’Unione Europea per presenza di infrastrutture fisiche, e il gap rispetto ad altri Paesi competitor aumenta nelle reti rurali. Oltre a ciò il prevalere del trasporto su gomma e i costi dell’energia superiori alle medie Ue non aiutano rendere le imprese agricole italiane ancora più competitive sui mercati internazionali”. Per il presidente della Cia, Dino Scanavino, “le infrastrutture sono importanti anche nella viabilità secondaria. Dai campi è complicato raggiungere centri di stoccaggio e ricevere mezzi tecnici pensati solo per viaggiare in autostrada. I treni merci poi sono incompatibili con le linee ad Alta velocità, e chi pensa di far viaggiare di notte le merci non conosce il mercato del fresco: l’agroalimentare deve arrivare quando serve”.
Sul tema anche la comunicazione di Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, che ha spiegato come “la modernizzazione delle infrastrutture è fondamentale se vogliamo stare al passo con i tempi e arrivare con facilità ai mercati di tutto il mondo. Siamo tra i paesi che producono di più, eppure nei mercati emergenti siamo lontani rispetto ai nostri competitor. Oggi il nostro obiettivo è quello di recuperare rispetto a loro. L’innovazione del sistema agricoltura italiano - continua il Ministro - passa necessariamente attraverso le infrastrutture, fisiche e digitali. Sul digitale molto abbiamo fatto in questi mesi: gli accordi con Amazon, eBay, Alibaba, l’ecommerce, su cui ormai si muove tutto il mercato che conta. Dobbiamo ancora lavorare, implementare quello che abbiamo, concretizzare interventi infrastrutturali che il modo agricolo in primis ci chiede. Il mio obiettivo è quello di creare una logica di sistema, costruire la visione di un’Italia che si promuove in modo professionale, che si può vendere al modo, ad armi pari. È una sfida che voglio vincere e a cui dobbiamo concorrere tutti insieme”.

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