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DATI

Michelin, nel mondo è aperto solo il 36% dei ristoranti stellati. Ma che abisso tra Europa e Asia

Nell’ultima settimana del 2020 ha lavorato il 44% dei locali italiani. In Cina aperture al 100%, negli Stati Uniti appena l’1%
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La ristorazione stellata nel mondo ai tempi del Covid

Mangiare in un ristorante stellato Michelin, nella settimana a cavallo tra la fine del funesto 2020 e il 2021 che porta con sé un carico enorme di speranze, per chi, come noi, vive in Occidente, si è rivelata impresa tra l’arduo, il disperato e l’impossibile. Eppure, nel mondo più di uno stellato su tre ha aperto i battenti (36%), in calo dal 40% della settimana precedente. Colpa delle nuove ed ulteriori restrizioni, decise dai Governi del Nord Europa e degli Stati Uniti, mentre in Italia, come rileva l’analisi di WineNews, la percentuale dei ristoranti stellati aperti è stabilmente del 44%, perlopiù per il solo asporto, ma con qualche sporadico ritorno alla normalità, dettato dalla gestione semaforica dell’emergenza sanitaria.
Dove, invece, la crisi è durata poche settimane, e la vita è tornata alla sua normalità o quasi, le aperture toccano o sfiorano il 100%. Condizione che riguarda essenzialmente l’Asia, a partire dalla Cina. Shanghai è tornata a pieno regime già da dalla seconda metà di ottobre, Pechino dal mese successivo. Ad Hong Kong, la percentuale di stellati aperti, a parte nella settimana del lockdown totale a cavallo tra luglio e agosto, è stata costantemente sopra il 95%. In Corea del Sud, a parte qualche chiusura nei primi mesi del 2020, da fine maggio ha lavorato il 100% dei locali Michelin. In Giappone, sono aperti il 98% dei ristoranti stellati, e solo nei mesi di aprile e maggio la percentuale è crollata anche sotto il 50%.
Diverso, come immaginabile, l’andamento in Europa. In Austria, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Grecia i Governi hanno deciso per la chiusura totale, e quindi anche gli stellati sono stati costretti a chiudere temporaneamente i battenti. In Spagna, invece, è rimasto aperto il 64% degli stellati, e in Portogallo il 75%. Fanno storia a sé Svezia e Norvegia, che hanno deciso di non imporre, dallo scoppio della pandemia, alcuna limitazione: a Stoccolma e dintorni il 100% degli stellati è rimasto aperto, ad Oslo il 91%. Chi, invece, sta pagando il conto più salato, sono gli stellati degli Stati Uniti. Dalle chiusure di marzo e aprile l’alta ristorazione Usa non si è mai ripresa: la percentuale di riaperture è stata per mesi sotto al 20%, per poi risalire al 45% a fine ottobre e crollare di nuovo, fino all’1% dell’ultima settimana. Interessante, infine, il dato del Brasile, Paese che dopo tre mesi di chiusura della ristorazione, tra marzo e giugno, dalla fine di ottobre può contare sulla totalità delle porte aperte tra i suoi stellati.

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