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REGOLE

Italia in zona rossa nei giorni di Pasqua, Sardegna in zona bianca, il resto del Paese in arancione

Criteri più rigidi, nessun allentamento: le regole per fronteggiare l’emergenza dal 15 marzo al 6 aprile nel Decreto Legge firmato dal Governo
CONSIGLIO DEI MINISTRI, COVID-19, DECRETO LEGGE, GOVERNO, LIMITAZIONI, PASQUA, RISCHI SANITARI, ZONA ARANCIONE, ZONA ROSSA, Non Solo Vino
Salute, economia e ambiente al centro dell’azione di Governo: il discorso di Mario Draghi

Niente sorprese, cambia solo lo strumento: il Decreto Legge al posto del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, a simboleggiare un ritorno alla normalità, almeno nelle intenzioni, ma non certo nella pratica. Al contrario, le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri, dopo l’incontro tra Governo, Regioni ed enti locali, con il Decreto Legge “Misure urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del COVID-19” appena firmato, confermano la nuova stretta, dal 15 marzo al 6 aprile, che riguarderà tutta l’Italia. Scompariranno le Regioni in zona gialla, e con esse tornano a tirare giù le serrande ristoranti e bar di tutta Italia, con la sola eccezione della Sardegna, probabilmente ancora in zona bianca. Una batosta, l’ennesima, per il settore che sta pagando il prezzo più salato della pandemia, con ricadute su tutta la filiera produttiva dell’agroalimentare italiano, compreso, evidentemente, il vino.
E non finisce qui, perché comunque andranno i numeri relativi ai nuovi casi, è confermata la zona rossa nazionale nei giorni di Pasqua, sul modello di quanto deciso a Natale: dal 3 al 5 aprile chiusura di ogni attività commerciale. Sarà, comunque, possibile spostarsi all’interno della propria regione verso una sola abitazione privata, una volta al giorno, massimo due persone. L’unica ulteriore misura restrittiva saltata, ma anche questa era una scelta annunciata, l’istituzione della zona rossa su tutta Italia nei week end.

In questo periodo, per andare in zona rossa, come spiegato da un’ordinanza del Ministero della Salute, basterà che “l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi sia superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, sulla base dei dati validati dell’ultimo monitoraggio disponibile”. Ai presidenti di Regione e Province Autonome è, comunque, permesso di istituire zone rosse o lockdown su base provinciale o locale, “nelle Province in cui l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti”, e “nelle aree in cui la circolazione di varianti di SARS-CoV-2 determina alto rischio di diffusività o induce malattia grave”. Insomma, tutto come previsto, con il sistema dei colori che resta in vigore esattamente come è accaduto negli ultimi mesi, ma con la stretta che scatta in maniera automatica in base all’incidenza dei contagi, con un occhio, specie localmente, alle varianti.

Focus - Confagricoltura: le nuove restrizioni in vista di Pasqua colpiscono anche il settore agricolo, che va incluso nel “decreto sostegno”
“L’impatto economico delle nuove e indispensabili misure restrittive per limitare i contagi da Coronavirus si estenderà anche al settore agricolo che va, quindi, incluso nel ‘Decreto Sostegno’ all’esame del governo”. Così il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sui provvedimenti che l’esecutivo si accinge ad assumere di fronte all’aggravamento della situazione sanitaria sul territorio nazionale. “Ancora una volta - prosegue Giansanti - sono più esposte le imprese e i settori produttivi più collegati con il canale HoReCa sul mercato interno e a livello internazionale”.
Per il settore vino, segnala ad esempio Confagricoltura, già si registrano elevate giacenze, oltre 61 milioni di ettolitri a fine gennaio, secondo i dati del Mipaaf. “Per alcune produzioni - aggiunge il presidente di Confagricoltura - i tradizionali pranzi delle festività pasquali hanno un’elevata incidenza sul fatturato annuale. Le nostre strutture territoriali, inoltre, segnalano un crollo delle prenotazioni negli agriturismi”. Il comparto, con 24.000 aziende, quasi 14 milioni di presenze e 100.000 addetti, è in forte sofferenza: nell’ultimo anno le perdite superano 1,2 miliardi di euro, senza contare le vendite dirette. “Il mancato reddito deve essere compensato, in linea con le decisioni già prese in ambito europeo” - sottolinea Giansanti. Nei giorni scorsi, evidenzia Confagricoltura, il Governo francese ha varato un aiuto pubblico a fondo perduto con una dotazione di 60 milioni di euro, per compensare le perdite di reddito degli allevatori di capi bovini.

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