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DA BRUXELLES A ROMA

Pac e futuro dell’agricoltura, dopo gli annunci “è ora che l’Europa dia risposte certe e rapide”

Oggi la conferenza stampa al Ministero del Ministro Lollobrigida: le reazioni di Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani e Fedagripesca Confcooperative

Continua il “pressing” verso l’Europa da parte del mondo dell’agricoltura dopo il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dei 27 Paesi Ue, svoltosi, ieri, a Bruxelles, sul cui tavolo c’era il pacchetto di proposte di semplificazione burocratica delle regole della Politica Agricola Comune (Pac), mentre la città, all’esterno dei palazzi decisionali, veniva “assediata” dalle proteste degli agricoltori. Un tema, quello dell’agricoltura e del suo futuro, che ovviamente sta a cuore all’Italia con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che, nel Consiglio nella capitale belga, ha portato un documento italiano per il rafforzamento della Pac. Ma se il Commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski ha aperto al cambiamento della Politica Agricola Comune, le reazioni all’indomani di quella che può forse essere stata una giornata di svolta, non si sono fatte attendere. “Sentiamo dire spesso “vediamo cosa dice l’Europa”. Do una notizia: in Europa aspettano di sapere cosa dice l’Italia, che è un Paese fondatore e centrale”, ha detto il Ministro Lollobrigida, in conferenza stampa di “Relazione sull’attività dell’Agrifish”, oggi, al Ministero a Roma. “Ieri, nell’Agrifish, l’Italia ha presentato - ha ricordato il Ministro -un documento che invita la Commissione Ue a fare un passo indietro rispetto alle politiche ideologiche e folli che, in nome di un presunto ambientalismo, hanno messo in ginocchio il nostro settore primario. Abbiamo chiesto una revisione della Pac che assicuri reddito agli agricoltori e garantisca al tempo stesso la tutela dell’ambiente. Su questo c’è stata grande apertura in Europa. Così come nell’azione di contrasto al cibo sintetico, che, come Governo, stiamo portando avanti e che ha visto già 14 nazioni appoggiare la nostra proposta”.
Anche le organizzazioni di categoria si sono fatte nuovamente sentire lanciando un altro appello all’Europa e chiedendo risposte. Dalla moratoria dei debiti delle imprese agricole, alla revisione delle regole sugli aiuti di Stato fino alla gestione della fauna selvatica, temi su cui il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, intervenuto al Ministero per illustrare le iniziative dell’Italia a sostegno degli agricoltori, “è ora di dare risposte certe e immediate alle esigenze delle imprese agricole. Le aziende non possono più sopportare imposizioni burocratiche, follie e fenomeni che mettono a rischio il loro reddito e la loro stessa sopravvivenza. Aiuti di Stato come il de minimis non ci hanno messo in condizione di intervenire soprattutto su quelle filiere colpite dai fenomeni atmosferici. Queste situazioni vanno superate”. Prandini promuove l’operato della Premier Meloni e del Ministro Lollobrigida, un “lavoro di raccordo fatto dal Governo con i Ministri competenti”, che, “ad esempio, ci ha permesso di ottenere per l’agricoltura 3 miliardi in più nel Pnrr”. Ma non manca un richiamo alle tempistiche perché “abbiamo bisogno di tempi certi e urgenti per la maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato poiché le crisi di mercato impongono di andare oltre i limiti che ci sono stati imposti. E ci aspettiamo che nel Consiglio europeo del 21 e 22 marzo ci sia la svolta necessaria. Sulla fauna selvatica occorre, invece, intervenire per uniformare la normativa nazionale a quella regionale e dare finalmente la possibilità alle aziende di porre un freno alle incursioni di cinghiali e altri animali che devastano le colture”. Per quanto riguarda la Politica agricola comune, Prandini ha manifestato la necessità di “eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori già da quest’anno. Dobbiamo porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli”. Coldiretti chiede, ricordando “i risultati positivi ottenuti con il ritiro della direttiva agrofarmaci che avrebbe ridotto del 30% la produzione agricola nazionale”, pure lo stop a quella sul packaging, “che toglie dalle tavole insalata in busta, confezioni di pomodori e cestini di fragole”, e quindi “impattando in modo significativo sulla capacità competitiva della filiera agroalimentare ma anche della tutela dell’ambiente, sia in termini di spreco di cibo, sia in termini di emissioni in atmosfera e di consumo di acqua”. Senza dimenticare che in Europa “deve valere anche il rispetto il principio di reciprocità con un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard”. Ma ciò, rimarca Prandini “deve avvenire anche all’interno dei Paesi dell’Unione, come ad esempio il regolamento dei principi attivi. In tema di controlli, dobbiamo trovare un principio che vada bene per tutti, non possiamo essere il Paese che viene sempre penalizzato. Per garantire, infine, il principio di reciprocità, è importante dotarsi di strumenti efficienti di rilevazioni dei mercati per tutelare le imprese agricole e applicare efficacemente la normativa sulle pratiche sleali fortemente sostenuta da Coldiretti”.
Il presidente Cia - Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in conferenza al Ministero, ha detto che “la proposta italiana portata a Bruxelles è condivisibile e contiene molte istanze che sono da tempo cavallo di battaglia della nostra associazione. Riteniamo, dunque, possa portare benefici al mondo agricolo, che non può più aspettare. A questo punto il fattore tempo è, però, determinante. Serve concretezza per invertire il trend fortemente negativo in atto nel settore”. Secondo l’associazione, il tema della semplificazione è prioritario, una revisione della Pac non si può dissociare dallo smaltimento del pesante carico burocratico che la contraddistingue. Fini ha aggiunto che “sugli eco-schemi sono stati commessi degli errori e bisogna intervenire in emergenza. Dobbiamo ascoltare le voci della protesta a livello europeo, il malessere cui assistiamo viene da lontano. Rispetto al tema del debito siamo d’accordo con la proposta del ministro sulla moratoria europea per gli agricoltori e auspichiamo un intervento anche a livello nazionale sui mutui. Le nostre aziende hanno sofferto il terribile impatto negativo del climate change e ora hanno meno risorse dalla Pac rispetto al passato per farvi fronte”. Cia è, inoltre, favorevole a proseguire con il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, “prevedendo maggiori margini di manovra economica per dare un sostegno concreto alle aziende”. Sulla questione fauna selvatica e gestione ungulati, invece, “ritiene sia giunto il tempo di superare l’impasse che si è creata: bisogna intervenire sia a livello europeo, che a livello governativo e regionale” specificando come “a Bruxelles si deve invertire il paradigma che punta a raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale mettendo in secondo piano il mondo produttivo agricolo. Chiediamo a tutte le istituzioni un approccio che non sia più ideologico ma solo scientifico, altrimenti non raggiungeremo alcun risultato e causeremo lo spopolamento delle nostre campagne, creando in quel modo un vero danno ambientale ai territori”.
Giudizio positivo sul Governo anche dal presidente Fedagripesca Confcooperative, Carlo Piccinini: “apprezziamo i contenuti del documento che il Ministro Lollobrigida ha presentato all’Agrifish con le principali richieste italiane sulla revisione della Politica Agricola Comune, perché si pongono l’obiettivo di ridare centralità al comparto agricolo europeo puntando in primo luogo ad un adeguamento del budget destinato alla Pac, ad una riduzione della burocrazia e ad una semplificazione delle procedure amministrative, nonché ad una conciliazione tra attività agricola e tutela dell’ambiente. Assolutamente condivisibile è poi la grande attenzione alla questione della reciprocità negli accordi internazionali con i paesi terzi per proteggere gli elevati standard qualitativi dei prodotti europei”. Secondo il presidente Piccinini, “la revisione della Pac richiede un approccio collaborativo e inclusivo che coinvolga attivamente tutte le parti interessate e per questo motivo auspichiamo si tenga conto delle esigenze delle cooperative nella progettazione e nell’implementazione della nuova Pac (Politica Agricola Comune). A medio lungo termine abbiamo chiesto una profonda revisione della Pac che, abbandonando definitivamente un approccio di tipo assistenzialistico, sia strutturata per dare risorse e aiuti alle imprese per aiutarle ad essere più competitive sul mercato. Stiamo anche seguendo da vicino gli ultimi dossier ancora in fase di approvazione in questa legislatura, a partire dalla proposta di Regolamento imballaggi che dovrebbe essere approvato nel trilogo fissato tra il 4 e il 5 marzo prossimo, dove abbiamo ribadito la nostra posizione contraria al drastico divieto proposto dalla Commissione di utilizzare imballaggi di plastica per confezioni inferiori a 1,5 kg”. Infine “poiché è fondamentale sostenere le filiere produttive aggregando i produttori e coinvolgendo anche la trasformazione, continueremo - conclude Piccinini - a rilanciare con forza la necessità di destinare risorse adeguate per creare nuove Ocm a partire da quella del latte, seguendo l’esempio dell’ortofrutta, che rappresenta il modello di gestione della Pac più virtuoso che ha permesso importanti investimenti negli ultimi anni aumentando la competitività delle imprese del settore”.

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