
585 attività promosse da 361 Consorzi di tutela e che abbracciano 597 prodotti Dop Igp, 87 normative di riferimento, 235 eventi registrati nel 2024 a cui si aggiungono 188 infrastrutture permanenti, come le Strade del vino e dei sapori, musei del cibo, spazi didattici e patrimoni culturali fruibili. Ed ancora 130 elementi di valorizzazione, riconoscimenti ufficiali delle zone di origine dei prodotti Dop e Igp: patrimoni Unesco (come le Colline del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano o l’Arte dei muretti a secco), paesaggi rurali storici riconosciuti dal Masaf, parchi regionali e nazionali gestiti dal Ministero dell’Ambiente. Completano il quadro delle attività le 32 azioni specifiche di In-formazione, tra convegni, pubblicazioni, attività formative e di comunicazione per migliorare l’offerta turistica legata alle Dop Igp e promuovere efficacemente le iniziative. Un patrimonio ambientale e culturale nel cuore delle eccellenze italiane che tocca 103 Strade e itinerari, 17 siti Unesco, 29 paesaggi rurali storici e 82 parchi e aree protette. Sono alcune evidenze emerse dal Rapporto Turismo Dop n. 1, presentato questa mattina a Roma e realizzato da Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia e con il supporto del Mnistero dell’Agricoltura. Un turismo Dop che appare sempre più centrale (non va dimenticato che il turismo enogastronomico nel 2024 ha generato un business di oltre 40 miliardi di euro, secondo Qualivita, ndr), tanto che il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, hanno sottolineato l’interesse strategico del sistema Paese per un comparto in espansione. Qualivita ha spiegato che “il Turismo Dop rappresenta una nuova frontiera del turismo enogastronomico. Un modello che mette al centro le Indicazioni Geografiche come strumenti per generare esperienze autentiche, educative e sostenibili. Fenomeno sempre più diffuso in Italia, il Turismo Dop non è solo un insieme di iniziative “a tema”, ma rappresenta un sistema integrato di accoglienza costruito attorno alle filiere Dop e Igp, con la regia dei Consorzi di tutela, in linea con il nuovo Regolamento Ue 2024/1143 che assegna loro anche la competenza “dello sviluppo di servizi turistici nella pertinente zona geografica”. Un’offerta turistica che racconta l’Italia vera, con esperienze contestualizzate nel paesaggio, nella storia e nelle tradizioni delle comunità locali e garantendo qualità, identità e legame con il territorio”. Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, ha ricordato che “l’Italia è leader in Europa per prodotti a Indicazione Geografica. Questo primato non deve essere solo un vanto, ma una responsabilità nazionale. Dietro ogni prodotto Dop o Igp c’è una storia che parla dell’identità italiana. Cultura, paesaggio, tradizione, lavoro, convivialità: sono i pilastri di un modello produttivo che non solo ha radici solide nel nostro passato, ma che incarna anche una visione di sviluppo. Il turismo legato alle Dop e Igp è un’opportunità che dobbiamo cogliere, è un asset su cui investire che porterà vantaggi non solo al mondo agricolo, ma offrirà opportunità di sviluppo e benessere all’Italia rurale che merita di essere conosciuta nel mondo insieme alle nostre eccellenze agroalimentari”. Daniela Santanchè, Ministro del Turismo, ha sottolineato come “il Turismo Dop rappresenta una nuova frontiera per il turismo italiano, valorizzando i nostri territori e le produzioni certificate. È un modello di accoglienza autentico e sostenibile, che punta a una rinascita culturale. Dobbiamo attuare un piano di promozione internazionale per le nostre 890 produzioni Dop e Igp, creando una narrazione identitaria forte e coesa. È essenziale anche una legge quadro sul Turismo Enogastronomico, per garantire qualità e favorire reti tra attori coinvolti. Investire nel Turismo Dop significa raccontare l’Italia che sa fare e custodire, un’opportunità da non perdere”.
Il Rapporto contiene inoltre l’analisi di 41 case histories di attività considerate un modello nel proprio ambito. Una selezione di queste è stata raccontata durante la presentazione del rapporto attraverso collegamenti live con i territori, in cui sono state mostrate le esperienze di vari Consorzi di tutela: Consorzio del Prosciutto di Parma, Consorzio di tutela dell’olio Garda Dop, Consorzio di Tutela Cioccolato di Modica, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, Consorzio di Tutela della Doc Prosecco, Consorzio Tutela Vini Vesuvio, Consorzio Tutela Formaggio Roccaverano Dop, Consorzio Tutela Grana Padano, Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, Consorzio Tutela Olio Dop Riviera Ligure, Consorzio per la tutela del Franciacorta, Consorzio di tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena.
Focus - La classifica regionale del turismo Dop
La Fondazione Qualivita, in collaborazione con Origin Italia, ha anche presentato la classifica regionale del Turismo Dop, uno degli strumenti chiave del Rapporto nazionale n. 1 dedicato al legame tra Indicazioni Geografiche e turismo nei territori italiani. Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia si posizionano ai vertici del Turismo Dop “grazie a un mix vincente: la presenza di filiere produttive solide, un’attrattività turistica consolidata e, soprattutto, Consorzi di tutela strutturati e riconosciuti capaci di svolgere un ruolo attivo di governance territoriale. Questa capacità di aggregare attori locali, promuovere progettualità condivise e attivare sinergie concrete fa la differenza nello sviluppo di un’offerta turistica autentica, integrata e sostenibile”, spiega la nota. Posizione n. 5 per il Piemonte e, a seguire, troviamo Campania, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Puglia, Lazio, Sardegna, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Calabria, Valle d’Aosta, Marche, Abruzzo, Basilicata, Molise.
Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha celebrato il primato della regione da lui guidata nel turismo delle Dop: “questo importante riconoscimento conferma quanto sia fondamentale la sinergia tra agricoltura, turismo e Dop economy per valorizzare il nostro territorio. Il Veneto vanta 18 Denominazioni di Origine Protetta (Dop), altrettante Indicazioni Geografiche Protette (Igp), 4 Specialità Tradizionali Garantite (Stg), oltre a un patrimonio vitivinicolo di eccellenza con 14 Docg, 29 Doc e 10 Igt. Questi numeri testimoniano la capacità della nostra regione di unire forze e competenze: dagli attori locali alle istituzioni, dai Consorzi alle imprese, in una rete virtuosa che ha saputo promuovere progetti condivisi e sinergie concrete tra pubblico e privato”.
La classifica regionale è stata elaborata attraverso un indice sintetico che integra oltre 20 indicatori ricavati da fonti ufficiali: eventi, infrastrutture, riconoscimenti, azioni formative, consistenza del settore agricolo, delle filiere Dop Igp e flussi turistici. Il Rapporto evidenzia come la sinergia tra agricoltura, turismo e Dop economy rappresenti oggi un modello virtuoso in grado di generare valore economico, rafforzare l’identità dei luoghi e rispondere alla crescente domanda di turismo esperienziale e consapevole. La classifica regionale, ha spiegato Qualivita, “non va quindi interpretata come una semplice graduatoria, ma come uno strumento utile per individuare modelli replicabili e rafforzare le politiche pubbliche. Anche i territori con minore peso strutturale hanno dimostrato che, con visione, coordinamento e capacità di fare rete, è possibile attivare percorsi efficaci di sviluppo locale”. Per Mauro Rosati, Direttore Fondazione Qualivita, “il quadro che emerge è certamente positivo e segnala un attivismo crescente in tutti i territori, con esperienze che testimoniano la vitalità del legame tra Indicazioni Geografiche e turismo. Tuttavia, è necessaria una riflessione sulle regioni del Sud, dove - pur in presenza di numerose produzioni di qualità e di un forte appeal turistico - un numero troppo basso di Consorzi di tutela pienamente operativi non consente ancora di intercettare appieno le opportunità del Turismo Dop, come avviene in altre aree del Paese. È un segnale chiaro: non basta disporre di eccellenze produttive, serve anche una regia solida e riconosciuta, capace di orientare una visione strategica condivisa. In quest’ottica, è fondamentale che anche le amministrazioni regionali del Mezzogiorno imprimano un impulso deciso, sostenendo il rafforzamento dei Consorzi di tutela e promuovendo una governance territoriale capace di trasformare le potenzialità in sviluppo concreto”.
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